Considerazioni sugli impedimenti burocratici

A partire dalle 120 firme andate perdute a causa della disorganizzazione e della farraginosità della macchina amministrativa di alcuni comuni trentini, delle negligenze di alcuni dipendenti comunali e dei ritardi dovuto alla lentezza servizio postale, varrebbe la pena maturare una riflessione sui limiti che i cittadini hanno nell’esercizio dei diritti politici che va ben al di là dagli impedimenti burocratici.

I bizantinismi legislativi e regolamentari, le carenze attitudinali nel servizio al cittadino e la mancanza d’obbligo di informazione da parte dei comuni nell’ambito delle iniziative popolari pongono una preoccupante barriera tra rappresentanza politica e cittadinanza. I cittadini che vogliono esprimersi in modo spontaneo e non mediato su questioni specifiche di interesse pubblico attraverso gli strumenti della democrazia diretta (iniziative referendarie, popolari e petizioni) sono sostanzialmente impediti da un percorso ad ostacoli lungo e difficile.

Tali ostacoli – che nell’era della rivoluzione digitale appaiono incredibili – vanno dalla fase dell’organizzazione della raccolta delle firme fino alla sottoscrizione dei cittadini:

  • sospensione dei diritti politici per ragioni non previste dalla legge. Si sono verificati 4 casi di sospensione dei diritti politici solo perchè dei cittadini si sono trasferiti da un comune del Trentino all’altro.
  • inesistenza di meccanismi automatici di comunicazione tra promotori delle iniziative popolari ed amministrazioni comunali. Ogni comune ha infatti diverse procedure ed uffici di riferimento per la raccolta delle firme. Le differenze riguardano sostanzialmente tutti gli aspetti procedurali: deposito moduli, evasione richieste dei certificati, modalità di sottoscrizione, modalità di certificazione e pubblicizzazione delle iniziative. Ad esempio per quanto concerne l’ufficio dove è possibile sottoscrivere le iniziativa popolari bisogna rivolgersi all’URP (ufficio relazioni con il pubblico) nel comune di Pergine Valsugna, all’ufficio elettorale a Rovereto, all’ufficio anagrafe per alcuni comuni trentini e alla segreteria comunale per Trento ed altri comuni.
  • ritardi nella produzione e nell’invio dei moduli per la raccolta delle firme e dei certificati elettorali. Nel caso della raccolta di Più Democrazia in Trentino sono arrivate n.120 firme dopo la scadenza. In alcuni casi l’assenza temporanea, per ferie o per malattia di un funzionario ha impossibilitato l’emissione dei certificati di iscrizione alle liste elettorali. In altri casi, l’assenza dell’incaricato a firmare i certificati elettorali – spesso il sindaco, non avendo questo delegato nessun funzionario – non ha permesso il pronto ritiro dei certificati allo sportello ed è stato necessario ritornare successivamente dovendo attendere la firma. Infine, sovente le caselle di posta elettronica degli uffici responsabili vengono consultate sporadicamente – mai nei casi più clamorosi – con il risultato che i certificati non vengono emessi in tempo.
  • incertezza nei tempi di spedizione dei certificati, i quali inducono alla chiusura anticipata della raccolta delle firme o all’impossibilità di ricevere i certificati elettorali entro le scadenze prefissate. I tempi di consegna delle poste vanno da un minimo di 2 giorni fino ad una settimana.
  • mancanza di pubblicizzazione delle iniziative popolari presso i comuni. Spesso i cittadini si sono lamentati per non essere stati informati della possibilità di sottoscrivere questa o altre iniziativi presso il proprio comune di residenza. Nella fattispecie è stato significativo il caso di Rovereto ma non è stato l’unico caso.
  • orari degli uffici comunali che non permetto l’accesso a tutti i cittadini ed in particolare ai lavoratori. Ad esempio presso la segreteria del comune di Trento – peraltro uno degli uffici meno frequentati – è possibile sottoscrivere le iniziative popolari solo nella fascia oraria compresa tra le 8.30 e le 12.00 del mattino da lunedì a venerdì.
  • mancanza di slogan, logo e riferimenti al comitato promotore sui formulari per la raccolta delle firme (fac simile di formulario). Nella fattispecie, le firme non raccolte a causa della mancanza di chiari riferimenti sui formulari è stata di qualche centinaio. La stima è stata effettuata facendo una semplice differenza tra le firme raccolte per l’analoga iniziativa nazionale Quorum Zero e Più Democrazia dotata di slogan e logo sui formulari e quella provinciale, nei comuni dove i moduli sono stati depositati e raccolti nelle stesse date. Pur avendo appeso locandine divulgative, in assenza delle indicazioni sui moduli e delle spiegazioni da parte degli addetti comunali (vedi ultimo punto), molti cittadini recatisi negli uffici comunali per sottoscrivere l’iniziativa provinciale hanno firmato solo i moduli dell’iniziativa nazionale.
  • assegnazione discrezionale delle aree dove localizzare i banchetti per la raccolta delle firme. Ad esempio a Trento, un banchetto in Piazza Pasi dove nelle ore di punta transitano almeno 100 persone al minuto ha un potenziale maggiore rispetto ad un banchetto localizzato in via San Pietro o in via Santa Croce. I banchetti iniziali hanno avuto luogo quasi sempre nelle aree lontane dal centro con sensibili differenze nel numero di firme raccolte al termine della giornata.
  • carenze informative nel servizio al cittadino. In più di un caso i funzionari hanno esitato a mettere a disposizione il formulario per la raccolta delle firme e/o non hanno fornito sufficienti informazioni riguardo all’iniziativa provinciale promossa dal comitato di Più Democrazia in Trentino. In alcuni casi i cittadini sono dovuti ritornare presso gli uffici comunali per poter firmare i moduli dell’iniziativa provinciale.

Istituzioni pubbliche che mirano a garantire il bene comune dovrebbero operare per la trasparenza e per l’apertura dei canali di comunicazione verso e dalla cittadinanza. Gli strumenti di democrazia diretta sono un metodo per selezionare idee e per favorire i processi decisionali considerando la volontà popolare su argomenti puntuali. Servono per mettere nella condizione i cittadini di esprimere le loro preferenze nelle forme più opportune su questioni specifiche senza necessariamente considerare il loro orientamento politico o appartenenza partitica.
La situazione fotografata nel corso di questa iniziativa appare molto diversa da quella auspicata nel paragrafo precedente. Le istituzioni sono chiuse a riccio e rivendicano il diritto esclusivo di governare senza ascoltare le istanze dei cittadini nel corso dell’intera legislatura mentre la macchina burocratica riflette questo approccio dove le anomalie e le inefficienze che ostacolano l’esercizio dei diritti politici dei cittadini abbondano. I comuni virtuosi ci sono ma non dovrebbero essere l’eccezione bensì la regola.

I suggerimenti per migliorare la situazione attuale che si potrebbero aggiungere alla proposta legislativa promossa da Più Democrazia in Trentino sono:

  • automatizzazione nell’aggiornamento delle liste elettorali anche per evitare incomprensibili ed ingiustificabili sospensioni dei diritti politici
  • introduzione di sistemi digitali per la raccolta delle firme e per la richiesta e la produzione dei certificati elettorali, per evitare un’interminabile azione di invio di singole richieste ai 217 comuni del Trentino senza peraltro avere la certezza che vi sia qualcuno che risponda
  • pubblicizzazione delle iniziative popolari creando spazi opportuni sulle bacheche dei municipi, sui siti web, sui bollettini comunali e sulle pubblicazioni delle istituzioni provinciali
  • aumento radicale dell’accessibilità ai formulari di raccolta firme per le iniziative popolari in termini di spazio (individuando gli uffici più idonei) e di tempo (offrendo l’opportunità di accedere agli uffici anche ai lavoratori)
  • miglioramento della grafica e dei contenuti nell’intestazione dei formulari per la raccolta delle firme introducendo la possibilità di indicare: logo, slogan, comitato promotore, durata della raccolta e termine ultimo per la consegna
  • percorsi di formazione per i funzionari comunali per rendere uniforme in tutte le amministrazioni, più efficace ed efficiente la procedura di raccolta delle firme e per affinare le modalità comunicative per offrire un migliore e corretto servizio al cittadino
  • percorsi di aggiornamento per i segretari comunali, sindaci e/o assessori al fine di delegare ed organizzare il personale in modo tale da rendere l’emissione e la firma dei certificati elettorali un’atto di ordinaria amministrazione a beneficio dell’azione civica dei cittadini e dei promotori delle iniziative popolari

I Comuni hanno la grande opportunità di ascoltare e di coinvolgere i cittadini considerandoli come risorsa e non come un’orda di incivili che possono minacciare il funzionamento delle istituzioni. Offrire loro la possibilità di esprimersi anche attraverso la sottoscrizione di iniziative popolari è un modo per dare voce alle istanze della società moltiplicando così le proposte a disposizione dei decisori ed arricchendo i contenuti delle politiche pubbliche da loro approvate.

PS. da leggere Staderini scrive a ministri Interno e Giustizia per mancanza autenticatori

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6 pensieri su “Considerazioni sugli impedimenti burocratici

  1. Quando nel 2009 in provincia di Bolzano abbiamo avuto i primi referendum propositivi, molte sedi alle ore 9 di mattina non erano ancora aperte perché gli addetti ai lavori non erano ancora riusciti a timbrare tutti i moduli. Proviamo ad immaginare la stessa cosa in un momento di voto per elezioni… sarebbe scoppiato uno scandalo. Ma per un referendum? “Tornate piú tardi”, ecco la risposta ai cittadini. Poi per un pelo (2 %) non é stato raggiunto il quorum del 40%, ma ovviamente “perché la questione ai cittadini non interessa”… 😦

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    • Quando l’ho letto non trovavo il riferimento. Ora mi ci sono imbattuto. Il titolo VII del decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361 dispone:
      “Titolo VII
      Disposizioni penali
      94. Chiunque, essendovi obbligato per legge, non compie, nei modi e nei termini prescritti, le
      operazioni necessarie per la preparazione tecnica delle elezioni, per il normale svolgimento degli
      scrutini e per le proclamazioni, o, in mancanza di prescrizione di termini, ritarda
      ingiustificatamente le operazioni stesse, è punito, salvo le maggiori pene previste dagli articoli seguenti, con la reclusione da tre a sei mesi e con la multa da lire 10.000 a lire 50.000.”
      E nel 1957 già 10.000 lire erano notevoli.
      Secondo me avreste potuto denunciarli.
      seguenti, con la reclusione da tre a sei mesi e con la multa da lire 10.000 a lire 50.000.

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  2. Aggiungerei il fatto che i moduli potrebbero essere inviati a tutti i comuni via posta elettronica (certificata), e stampati in loco. Noi abbiamo portato i moduli solo in 100 circa dei 217 comuni proprio per la difficoltà di girarli tutti, in particolare quelli minori.
    Insieme alle proposte di Alex permetterebbe più facilmente ai cittadini anche dei piccoli centri di firmare per le iniziative.
    E per quanto riguarda la disponibilità, anche qui c’è da sottolineare la differenza per esempio tra Trento, che ha mandato i moduli in tutte le circoscrizioni, e Rovereto, che non li ha mandati in nessuna.
    Temo che per le amministratizioni i cittadini siano buoni solo quando pagano le tasse e quando votano per eleggere gli amministratori. Altrimenti danno fastidio.

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