Tesi sulla democrazia diretta: intervista a Mattia Tomasi

Mattia TomasiMattia Tomasi, nato a Trento nel 1986, laureato in Società, Territorio e Ambiente presso la Facoltà di Sociologia a Trento ha scritto la tesi di laurea Democrazia diretta e referendum: l’iniziativa «Quorum zero e più democrazia» discussa mercoledì 13 marzo 2013.
Dopo un’introduzione dove ha definito il campo di ricerca ed ha comparato l’esperienza italiana con quella di altri paesi europei, Mattia è entrato nel merito dell’iniziativa popolare di modifica della Costituzione Quorum Zero e Più Democrazia. Oltre ad analizzare l’aspetto giuridico della proposta ha anche indagato le prospettive di un maggior coinvolgimento nel processo decisionale politico dei cittadini, come previsto peraltro dalla Costituzione italiana. Attraverso lo strumento dell’intervista semi-strutturata, qualitativa, ha interpellato i promotori dell’Iniziativa a livello nazionale e locale, al fine di ottenere il punto di vista approfondito dei richiedenti della proposta – Paolo Michelotto, Gianni Ceri, Matteo Rigotti – , la dottoressa Donata Borgonovo Re, docente all’Università di Trento di Giurisprudenza, per avere un’opinione strettamente giuridica riguardo l’Iniziativa in questione ed infine il Consigliere comunale Paolo Serra, del Partito Democratico, per avere un giudizio prettamente politico.

Alex: Nel programma della specializzazione Magistrale in Società, Territorio e Ambiente, lo studio degli istituti di democrazia diretta ha avuto una rilevanza particolare?
Mattia: Sicuramente seguendo il corso tenuto dal Professore Paul Blokker, Governo Locale, si è toccato il tema della democrazia diretta, senza approfondire, ma questo mi ha spinto verso un approfondimento personale data la curiosità suscitatami dall’argomento.

Perché hai scelto di scrivere una tesi sulla democrazia diretta? Come hai maturato questa scelta?
L’attuale scenario politico, sia locale che nazionale, mi ha spinto ad interrogarmi sulle motivazioni che hanno portato all’allontanamento e al disinteresse dei cittadini verso la politica ed il processo decisionale, ma anche sull’esistenza di una soluzione, sviluppando perciò il tema della democrazia diretta. Inoltre, imbattendomi per caso nel centro città a Trento in un gazebo predisposto alla raccolta firme in favore dell’Iniziativa Quorum zero e Più Democrazia, la mia curiosità è aumentata.

Sei soddisfatto della discussione della tesi di laurea? I docenti della commissione hanno dimostrato interesse per il tuo lavoro?
Sì, mi ritengo soddisfatto della mia tesi di laurea, anche se a causa dei tempi ristretti, non ho avuto l’occasione di sviluppare maggiormente tutti gli aspetti della democrazia diretta.
Il mio relatore, il Prof. Marco Brunazzo, si è dimostrato interessato al tema, consigliandomi alcune persone alle quali rivolgermi per le interviste. Essendo molto eterogenea, la commissione è stata relativamente partecipe del discorso e le critiche/domande che mi sono state fatte sono infatti arrivate da una docente di scienza politica e di materie affini, anche se si è notata la diffidenza verso un tema come quello della democrazia diretta, troppe volte fraintesa.

Dopo aver comparato il livello di democrazia diretta dell’Italia con altri Paesi occidentali, che idea ti sei fatto della situazione nostrana?
La situazione italiana mostra uno scenario di crisi dei partiti e della politica, i quali non sono più capaci di ascoltare e soprattutto di agire in favore dei cittadini, ma bensì perpetuando un sistema corrotto che ha causato una paralisi che impedisce al Paese di crescere. La preoccupazione maggiore sta nel fatto che anche al livello locale, da sempre “palestra” della democrazia e delle pratiche democratiche, il distacco degli elettori dalla vita politica è evidente. Ecco che lo sviluppo degli strumenti diretti della democrazia possono fungere da nuovo collante tra elettori cittadini ed eletti, ormai senza ideali.

Nel dibattito odierno sulle riforme costituzionali si parla anche di modernizzare l’istituto del referendum riducendo il quorum di partecipazione. A tuo avviso è verosimile una simile ipotesi?
Certamente. Come scrivo nella tesi, il quorum è sostanzialmente una scelta politica, deciso inizialmente dall’Assemblea costituente, ma solamente per il referendum abrogativo, per la paura di una ipotetica dittatura della minoranza, salvo poi non introdurre lo stesso per il referendum costituzionale. Ma potenziando gli strumenti di controllo già esistenti, quali ad esempio la Corte Costituzionale, tale infondata paura non ha ragione di esistere. Per fare un esempio attuale locale, è in corso un dibattito sulla chiusura anticipata di un locale nel centro città a Trento, il Cafè de la paix. In questo caso, una minoranza formata da meno di dieci cittadini è riuscita ad ottenere un’ordinanza firmata anche dal Sindaco per fare in modo che il locale chiudesse prima, a fronte però di più di 1000 firme raccolte dai gestori del locale. E tutto questo in un sistema dove non vi sono strumenti di democrazia diretta. Non è questo un caso di dittatura della minoranza?. La risposta, che dovrebbe destare un briciolo di sconcerto negli animi, mi sembra scontata.

Come valuti l’evoluzione delle iniziative locali Più Democrazia in Trentino e Quorum Zero Trento?
L’Iniziativa Quorum Zero Trento ha ottenuto a parere mio un discreto successo. Finalmente si è iniziato a parlare di questi temi e la popolazione forse si sta documentando maggiormente a riguardo. Certamente la classe politica a Trento ha perso un’occasione importante di cambiamento e di modernità, abbassando il quorum ma alzando il numero di firme necessarie alla presentazione di una proposta, ma anche ignorando le dichiarazioni della Commissione di Venezia, la quale sconsiglia la presenza di un quorum per i referendum. Sicuramente mi ha fatto piacere aver suscitato interesse nella classe politica locale grazie alla conferenza Quorum o non Quorum organizzata in collaborazione con il sindacato studentesto UDU (Unione degli Universitari) a Sociologia il 23 aprile ’13, lo stesso giorno nel quale durante il Consiglio comunale si è discussa l’Iniziativa e nel corso del quale molte opinioni dei consiglieri sono cambiate dalla precedente discussione.

A.Marini, S.Lausch (in piedi), D.Borgonovo Re, R.Borga, C.Civettini

Conferenza organizzata da Mattia Tomasi in collaborazione con l’UDU:
dalla sx A. Marini, S. Lausch (in piedi), D. Borgonovo Re, R. Borga, C. Civettini

L’Iniziativa Più Democrazia in Trentino invece non ha sortito gli effetti sperati dai promotori, in quanto finora non è stata nemmeno presa in considerazione. Credo che però in un secondo momento sia necessario per il Consiglio provinciale riflettere su questi argomenti, anche vista la bassissima affluenza alle primarie del centro sinistra e anche a fronte del successo nelle stesse dell’Assessore Ugo Rossi, del Patt, un chiaro segno di svolta dal modello dellaiano soprattutto.

Hai maturato o accentuato delle esigenze politiche specifiche a seguito di questo approfondimento? Ad esempio l’esigenza di promuovere l’uso degli strumenti di democrazia diretta o quella di impegnarti personalmente in attività politiche per coinvolgere maggiormente i cittadini?
La passione per la politica è una cosa che ho sempre avuto, anche se non ho mai avuto l’occasione per impegnarmi personalmente  e maggiormente in attività politiche. Il tema della democrazia diretta e dei suoi strumenti mi ha colpito molto, penso che se tutti i cittadini riflettessero su tali argomenti, osservando come negli altri Paesi in cui è presente vi sia un miglioramento generale della democrazia, la vita politica ne trarrebbe vantaggio ed anche gli stessi cittadini sarebbero maggiormente consapevoli delle proprie scelte. Ad esempio, il controllo da parte dei governati sui governanti, fondamentale a parer mio per una buona democrazia e favorito in maniera sostanziale dalla democrazia diretta, responsabilizzerebbe maggiormente sia la classe politica, troppo spesso lontana dalle esigenze del cittadino, che gli stessi cittadini. Io credo che una corretta informazione favorisca anche il benessere dei cittadini, i quali avrebbero finalmente garantita quella sovranità popolare sancita dalla nostra Costituzione.

Quali sono le tue aspettative lavorative? Credi che quanto appreso possa trovare un’applicazione pratica anche in ambito lavorativo?
Certamente il coinvolgimento dei dipendenti, di qualsiasi livello, nella gestione delle imprese, delle aziende, o di qualunque altro settore è fondamentale per creare un ambiente sano e produttivo, nel quale i dipendenti si sentano valorizzati e possano lavorare al meglio.
In questo momento sto seguendo un corso post-laurea finanziato dal Fondo sociale europeo alla fine della quale avrò raggiunto delle competenze riguardo la Gestione, valutazione e monitoraggio ambientale e territoriale in un’ottica di sostenibilità, come suggerisce il nome del corso. Spero di poter trovare un lavoro nel settore ambientale. Anche le grandi scelte che riguardano l’ambiente, troppo spesso calate dall’alto a scapito dei cittadini, meritano un approfondimento che coinvolga i cittadini.

Per consultare la tesi integrale:
Democrazia diretta e referendum: l’iniziativa «Quorum zero e più democrazia»

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