Gli uffici dell’Antica Comunità di Darzo

L Antica Comunità di DarzoOrgano sovrano della comunità è l’assemblea di regola, alla quale i capifamiglia hanno l’obbligo di partecipare. Chi non vi partecipa è punito con una multa di quattro carantani1 per ogni assenza. Anche i ritardatari sono puniti con una multa di due marchetti (“se alcuno restarà o indusiarà un pezo a venir alla detta regola et dappoi ghe vagha, che nientedimanco sia punito in marchetti doy per cadauna volta”) (Statuto del 1534).

Ogni anno la comunità elegge due consoli, scegliendoli dalla contrada che si vuole (“ogn’anno debbiano esser eletti duoi Consoli della Vicinia di detta Villa, et a qual Collonello voglia si sia”). I consoli devono far osservare gli Statuti e le consuetudini, convocare la pubblica regola, preparare la malga per l’alpeggio, ordinare il lavoro comune, riscuotere le multe.

I nuovi consoli prestano giuramento nelle mani degli uscenti (“li Consoli Vecchi debbino dare il giuramento alli Consoli Novi secondo l’antica usanza”).

Nelle comunità trentine l’incarico consolare di solito è gratuito. A Darzo no. Qui ai singoli consoli vengono riconosciute tre lire di moneta bresciana e la consueta quantità di frumento (“li quali Consoli debeno haver per sua fadiga di quell’anno lire tre di moneta di Bressa per cadauno di loro, oltre la biava che è consueto di darghe”).

Subito dopo i consoli, la regola elegge quattro corsieri, vale a dire consiglieri, uno per contrada e il quarto libero, che giurano di “governar fedelmente le facende et cause di detta Villa”. Anche i consiglieri a Darzo sono retribuiti: quattro lire di moneta bresciana a testa nell’anno e due quarte di miglio2. Notiamo che un console riceve meno denaro del consigliere.

Gli uffici di console e consigliere sono obbligatori. Chi non accetta è punito con una multa, “senza alcuna remissione”.

Un console nuovo e un console vecchio svolgono la funzione di estimatori e misuratori della comunità (“statuito e ordinato che uno delli Consoli Novi et uno delli Vechi siano quell’anno estimatori et misuratori del Comune”). Per quest’incarico sono retribuiti in maniera diversa a seconda del lavoro svolto (“per la sua fadiga”), che può riferirsi a stima dei danni nei seminati, viaggi in montagna, posizionamento di cippi di confine.

Gli Statuti precisano che la persona che ricopre uno degli uffici sopra citati non potrà esservi nominata nei cinque anni successivi (“statuito et ordinato che tutti quelli il ghe sia datti uno di questi offitii possa e debba star anni cinque continui et non gli daga né habbia tal offitio”). L’alternanza è garantita3.

Gli Statuti attribuiscono importanti compiti al massaro dell’osteria, che viene eletto appena espletato l’appalto della taverna. Ha il compito di pesare il pane e il vino che l’oste distribuisce o vende ai vicini (“pesar il pane et vino all’osto secondo il solito”). Per questa incombenza riceverà un pane e una scuzada (“quanto lui anderà a pesar il pane al hosto et per quella fadiga habia uno pane et una scuzada”)4.

Quando poi il massaro si reca nel Bresciano a comperare il vino, riceve quindici soldi bresciani per ogni misura di vino che importa oltre le quattro, in più la cena nell’osteria (“detto Massar habbia, quando andarà in parte de soto a condur vino, maxime quando il ne condurà da quatro o cinque cavali, et da lì in su habia soldi quindeci bressani et la sua cena in l’ostaria”)5.

Gli Statuti del 1534 prescrivono che ogni anno sia eletta una persona che sovrintende al bestiame (“se debbia elleger uno Màchavo o sia Malgaro della predetta Communità, il qual sia sopra l’ordinamento del bestiame”). Anche qui c’è un riscontro con il dialetto recente nel quale il termine màcaf indicava fino a trent’anni fa il responsabile generale della malga.

Il màchavo provvede a pesare il latte, il sale, il formaggio, trova il casaro e i malgari necessari (“trovar lo caser et tutti li altri bestieri ovér pastori che ge haverà bisogno”). La scelta del vachèr spetta invece ai consoli. Per lo svolgimento del suo compito il màchavo ha “uno peso e mezo de formai et mezo peso de povina et lire quatro de botér”6. L’incarico è obbligatorio: chi lo rifiuta è punito con una multa.

Solamente il 2 gennaio 1570 , in un’integrazione degli Statuti, compaiono due campari. Nelle antiche comunità rurali il camparo, detto anche saltaro, era eletto direttamente dalla regola o scelto dai consoli. Aveva il compito di custodire il territorio comunale, diviso e indiviso, e di visitarlo periodicamente, pignorava i contravventori e comminava le multe stabilite. E’ il camparo o il saltaro di solito che avvisa i capifamiglia per le riunioni della pubblica regola.

a cura di Gianni Poletti e Franco Bianchini
in L’Antica Comunità di Darzo, (n.50 Passato Presente) 2006

Note al testo:

1 – Il carantano è il nome dato al grosso tirolese, quando il conte Mainardo II di Tirolo-Gorizia, nel 1286, diventò duca di Carinzia. Nel documento degli Statuti del 1534 troviamo altri nomi di monete, come i soldi bresciani e alcune monete veneziane: il marchetto (nome popolare del soldo di Venezia, che aveva l’effigie di San Marco), il trono o lira tron o lira d’argento (coniata nel 1472 dal doge Nicolò Tron, di cui portava al dritto l’effigie), il marcello (moneta d’argento di Venezia, emessa dal doge Nicolò Marcello, nel 1473-74, valeva 10 soldi, cioè la metà del trono). Le monete bresciane e trentine entrano nelle Giudicarie nel Quattrocento, durante la guerra fra Venezia e Milano per il possesso di Brescia, e vi rimangono per otre un secolo preferite a quelle trentine.

2 – La quarta è un’unità di misura antica, corrispondente alla quarta parte dell’unità di base di superficie, capacità o peso, diversa a seconda delle regioni.

3 – Solamente nel 1689 la regola decide che i consiglieri possono essere rieletti dopo un triennio, ma negli Statuti del 1772 torna il vincolo del quinquiennio.

4 – La scuzada è probabilmente un grande piatto di minestra. Ancora oggi in alcuni dialetti della Valle del Chiese il termine scuza o scüza indica una grande scodella.

5 – La misura di vino qui è il cavallo, che equivaleva alla brenta ed era pari a 104 litri. Sei cavalli o brente formavano un carro.

6 – Un peso equivaleva a circa 8 Kg.

6 pensieri su “Gli uffici dell’Antica Comunità di Darzo

  1. Bene Alex la tua intervista di oggi !! Non comprendono che se non si introduce la normalità a discutere sulle decisioni i cittadini si allontanano dalle istituzioni. Ci vorrà una rivoluzione per cambiare . Buon lavoro e buon anno. Aldo

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  2. Nel 1500 nella comunità di Darzo l’assemblea di regola era sovrana. La base elettorale era più ristretta rispetto alle votazioni comunali odierne poichè la possibilità di parteciparvi era consentita solo ai capifamiglia. Tuttavia, il potere ad essa attribuita era decisamente maggiore rispetto ad oggi dove i cittadini sono esclusi dalle decisioni più importanti della vita comunale: urbanistica, lavori pubblici e imposizione fiscale locale. I referendum, infatti, non possono essere richiesti su simili materie.
    5 secoli fa vigeva il limite dei mandati: 5 anni anni al massimo per i consoli e per i consiglieri. Oggi, per un incarico pubblico, il minimo è di 5 anni e non c’è alcun limite massimo, se non per il sindaco (2 mandati consecutivi). Ovviamente non c’è alcun limite nemmeno per la loro negligenza visto che i cittadini non possono intervenire sulle decisioni che contano.
    Infine, la remunerazione per un incarico pubblico era un’eccezione mentre oggi è la regola.
    Ecco come a distanza di 5 secoli siamo cambiati in peggio.

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    • Che potesse partecipare solo il capo famiglia credo fosse una maniera di far sintesi e di non sottrarre ulteriori forze ai quotidiani lavori. Va contestualizzata e credo che comunque il capo famiglia consultasse costantemente i suoi familiari in primis sua moglie e ne tenesse conto più o meno palesemente.

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  3. bene sono soddisfatto perché nell’articolo c’era anche del mio ma lo sono ancor più per aver contribuito con voi a demolire quei farabutti e nel contempo a erigere una barricata per questo bravo e sempre più convincente presidente. T.Maurizio hai provveduto ad informare anche Marisa Sonia e Rizzoli onorio ecc…ciao

    Il 07.01.2015 06:00 Più Democrazia

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