Tutti sanno che in Italia non esiste l’istituto del richiamo (recall) tuttavia c’è chi minaccia le dimissioni se perderà il referendum

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Il Presidente del Consiglio, che è il principale mentore di questa riforma, minaccia le dimissioni se non vincerà il “SI” al referendum sulle modifiche della Carta Costituzionale. Spavaldo, alza i toni oltremisura provocando e sfidando le opposizioni: «Andiamo a vedere da che parte sta il popolo su questa riforma. Andiamo a vedere se i cittadini la pensano come coloro i quali sanno solo urlare e scommettono sul fallimento o stanno dalla parte di quelli che credono nel futuro dell’Italia».

Che sia una provocazione bella e buona lo prova che coloro i quali sono additati come “solo capaci di urlare”, hanno votato diversi provvedimenti insieme alla maggioranza, durante la legislatura. Evidentemente non sono capaci solo di urlare e tant’è.

Il Capo del Governo invoca il senso di responsabilità. Dichiara sia serietà l’impegno a dimettersi se tutto non fila come vuole lui sapendo benissimo che una bocciatura della sua riforma sarebbe semplicemente una bocciatura della riforma e non della persona. Cita Maritain, Monnier e il personalismo comunitario e ignora volutamente che per sfiduciare il Premier o una compagine di governo, esistono istituti specifici che sono regolarmente praticati in altri Paesi, ma che non esistono nel nostro Paese e non sono stati inseriti nel disegno di legge da Lui voluto.

Le opposizioni rimangono nello stesso “frame” e plaudono irridendo, alla sua dichiarazione: «Ho personalmente affermato davanti alla stampa, e lo ribadisco qui davanti alle senatrici e ai senatori, che nel caso in cui perdessi il referendum, considererei conclusa la mia esperienza politica». Esse sono convinte – almeno all’apparenza – di poterlo “mandare a casa” ma così facendo escono dai binari dei meriti della questione per spostarsi nel terreno poco edificante della rissa fra tifosi accettando la strategia che ignora il Popolo e il bene comune.

Unknown.pngNon è così che dovrebbe funzionare la Democrazia. In Democrazia quando il Sovrano decide le Istituzioni eseguono. Se le riforme proposte fossero respinte dal Popolo significherebbe semplicemente che sono da rifare. Forse in una direzione inclusiva anziché esclusiva come quella proposta. Il Capo dell’Esecutivo e la sua squadra dovrebbero rimboccarsi le maniche e riproporre le riforme Costituzionali anziché sbattere la porta e andarsene come ragazzi permalosi. Magari questa volta terrebbero in buon conto la Proposta di Legge d’Iniziativa Popolare – Quorum Zero e Più Democrazia (N.5424 presentata 24 agosto 2012) – regolarmente depositata ma ignorata.

Se si riducono i senatori e quelli rimasti sono nominati, se per i referendum non si azzera il quorum e si alza il numero delle firme per una proposta di legge di iniziativa popolare senza garantirne l’esito, siamo nella direzione dell’esclusione del Popolo dal processo decisionale e ciò, forse, non è esattamente quello che il Popolo Sovrano si attende.

4 pensieri su “Tutti sanno che in Italia non esiste l’istituto del richiamo (recall) tuttavia c’è chi minaccia le dimissioni se perderà il referendum

    • Probabilmente non saresti l’unica ed è così ad ogni elezione e per una stragrande maggioranza di elettrici ed elettori. Ognuno è intimamente convinto che se vincessero i “suoi” le cose cambierebbero. È così da quasi 70 anni.
      Concordi ma…
      La democrazia diretta va bene ma…
      A pensarci bene tutti siamo consapevoli che eleggere una persona con una delega così ampia com’è previsto, è cosa molto complessa. Conoscere una persona è sempre molto complicato. Bisogna viverci assieme. Al lavoro o in famiglia, nel volontariato o nella politica, è una scoperta continua e persino di noi stessi scopriamo fragilità o punti di forza solo davanti a certi episodi della vita. È banale quello che dico tuttavia le elezioni sono il punto centrale della vita politica.
      Se frequenti questo gruppo sai che siamo attivi per ottenere strumenti inclusivi nei processi decisionali.
      Secondo te è più facile scegliere una persona per affidargli una delega ampia per 5 anni o individuare un singolo problema, approfondirlo con la partecipazione più estesa possibile e poi condividere a suffragio universale il momento della decisione finale?

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  1. Concordo con quanto scritto; il punto non è se mandare a casa il Governo Renzi o no ma capire se questa riforma della costituzione è utile per ridare sovranità ai cittadini. A mio avviso non lo è proprio e quindi voterò NO. Se l’esito del referendum fosse a favore del no il presidente del consiglio ed i suoi farebbero bene a riformulare il testo della riforma in forma più inclusiva per i cittadini cosicché questi possano veramente partecipare alle decisioni sul governo del paese.

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