Ho letto con interesse la tesi di laurea di Giulia Sabaini, “L’equità intergenerazionale nel diritto internazionale: analisi teorica, normativa e giurisprudenziale”. Insieme a mio marito Lorenzino Boem, ho partecipato alla cerimonia di premiazione che si è svolta il 7 luglio 2025 presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Trento.
Ringrazio Alex Marini per avermi chiesto di scrivere un commento sulla tesi, cosa che faccio con piacere.
Nel leggere l’introduzione e l’impegno di Giulia, la mia mente e i miei ricordi mi hanno riportata a diversi anni fa, quando, nel 1974, mi sono laureata a Firenze in Architettura.
All’inizio degli anni ’80 ho intrapreso una ricerca presso la Facoltà di Architettura sull’educazione ambientale e, con l’aiuto di bravi docenti e dell’allora rettore Scaramuzzi dell’Ateneo fiorentino, ero riuscita a coinvolgere diverse facoltà sulla tematica. Pensavo – e penso tuttora – che si dovesse partire in modo interdisciplinare per affrontare un tema così complesso e ancora poco “esplorato”…
Al secondo anno della ricerca fui convocata all’allora Ministero della Pubblica Istruzione, dove un funzionario, il dott. Rubinacci, mi disse, togliendomi la ricerca: “Affrontare oggi la tematica ambientale è un lusso.”
Poi venne Chernobyl (26 aprile 1986) e solo allora fu istituito in Italia il Ministero dell’Ambiente. Questo per far capire quanto possa essere difficile fare ricerca, specialmente quando si affrontano tematiche complesse e ancora poco condivise.
Per questo mi permetto di suggerire a Giulia di proseguire con determinazione il lavoro intrapreso. Io stessa non mi sono mai arresa: ho pubblicato libri – il primo, scritto con la collega e amica Daniela Salvadori Guidi, intitolato “Schede per l’Ambiente” (Le Monnier, 1990) – e ho collaborato con colleghi di tutti gli Istituti regionali (IRRSAE) al progetto “Gli IRRSAE per l’Ambiente”. E, nonostante tutto, continuo ancora a impegnarmi.
La strada è lunga e tanti sono – come scrive Giulia – gli impedimenti e gli arretramenti…
Ma oggi, in piena e dichiarata crisi climatica e pandemica, e con la presenza di terribili guerre che sterminano esseri umani inermi, moltissimi dei quali bambini, parlare e scrivere – come fa Giulia – di equità intergenerazionale è un gesto forte. È una visione positiva della vita, ed è una voce necessaria.
Una voce che deve essere contagiosa, perché: realizzare l’utopia è il lavoro di chi fa ricerca.
Brava Giulia, continua così!
Franca Gattini

Il commento e la tesi, oggetto dell’articolo, sono arrivati un inaspettato e più che gradito regalo nel giorno del mio 85esimo compleanno.
A proposito di impedimenti, di arretramenti e di occasioni perdute ci sarebbero da “dire” tante cose … ;-)
Qualcosa ho iniziato a scrivere a commento di questo post di Nicola Fioretti
Ma da nonno, preferirei parlarne, magari incontrando qualche figlio o nipote virtuale in un rifugio dolomitico.
Luigi
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Ho dovuto smanettare un po’ troppo … e non sono riuscito a rieditare il commento
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