“Democrazia senza partiti” di Adriano Olivetti

« […] Oggi la democrazia impegna gli uomini in una lotta necessaria ma sterile, incapace di raggiungere un vero equilibrio creativo poiché l’intelligenza non è al servizio del cuore e il cuore non è al servizio dell’intelligenza. Guardiamo dunque nel desolato quadro della vita politica sei partiti ci possono dare la speranza di una società veramente libera, in cui l’uomo possa correre in pace e in letizia della sua missione. Continua a leggere

Profesión politico – Discorso tra ‘n passante e én politico

Én dì ‘n politico per far én só discorso
l’ empianta ‘na tribuna lì su ‘l córso,
ma quando che l’à scomenzià a parlàr
nó gh’èra lì nessùn per ascoltàr.

Alóra sconsolà ‘l s’à domandà:
ma come mai nessùn chì ‘l s’à fermà,
sicóme stò parlando dé laóro
i dovrìa córer come dés fòr òro. Continua a leggere

Partecipazione, manca coerenza. Una riflessione sul legame tra federalismo e libertà democratiche

Perchè, generalmente, nella scienza politica occidentale il federalismo non fa parte della teoria della democrazia bensì della forma ordinamentale dello Stato? Se lo chiede Luca Meldolesi nel saggio Carlo Cattaneo e lo Spirito italiano. In altre parole, l’autore si domanda perché il pensiero dominante non considera il federalismo, che da noi assume le sembianze dell’autonomia, quale modello per valorizzare le nostre libertà democratiche e per risollevare l’Italia tramite la sua funzione culturale, economica e politica progressiva. Continua a leggere

«Democrazia diretta» di Murray Bookchin

copertina_murray-bookchin_democrazia-diretta“E’ allora necessario elaborare una nuova alternativa che non sia parlamentare nè esclusivamente marginale e controculturale. L’azione diretta dovrebbe fondersi con una nuova politica, in una sorta di autogestione municipale fondata su una democrazia pienamente partecipativa, che di fatto è la forma più elevata di azione diretta: quella che assegna al popolo la piena facoltà di determinare il destino della società”
(di Murray Bookchin – Estratto da “Democrazia diretta”, elèuthera editore, 1993) Continua a leggere

Critica della democrazia occidentale. Nuovi movimenti, crisi dello stato, democrazia diretta

critica-democrazia-occidentaleNonostante la civiltà occidentale rivendichi l’invenzione della democrazia, Graeber ci mostra come in molte società “altre” ci siano state, nel tempo e nello spazio, forme democratiche basate sull’auto-organizzazione comunitaria ben lontane dal paradigma occidentale gerarchico e disegualitario. Non solo, nello stesso Occidente stiamo assistendo alla nascita tumultuosa di nuovi movimenti di critica radicale dell’esistente che stanno sperimentando una molteplicità di processi decisionali egualitari fondati su pratiche orizzontali e modalità di condivisione. Proprio questi esperimenti sociali in atto dimostrano come la democrazia sia un’invenzione molto più ricca e articolata della riduttiva concezione statuale imposta dall’Occidente come modello unico. Anzi, è proprio questo modello a essere oggi in crisi, perché è fallito il suo progetto di coniugare le procedure democratiche con i meccanismi coercitivi dello Stato e dunque creare democrazie nel senso pieno del termine. Continua a leggere

Riforma della politica e rivitalizzazione della democrazia

hessel-morin_cammino-della-speranzadi Stéphan Hessel e Edgar Morin: “E’ innegabile che esistano dei processi di degenerazione inaridimento della democrazia. La deriva oligarchica è uno di questi, ma ce ne sono altri. All’origine di queste derive c’è anche la perdita del coinvolgimento civico, che si traduce per esempio nell’assenza di democrazia cognitiva, ovvero nell’incapacità dei cittadini di acquisire conoscenze tecniche e scientifiche che permetterebbero loro di capire e di affrontare problemi sempre più complessi. Continua a leggere

Breve biofrafia degli ospiti invitati a «Una festa per Più Democrazia»

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Un breve profilo biografico degli ospiti invitati a intervenire a “Una Festa Per Più Democrazia”, in calendario sabato 17 settembre 2016 dalle ore 15 presso il bar Circolino di piazza Venezia a Trento. Continua a leggere

Democrazia diretta. I sogni infranti di Alcide De Gasperi

19450502_Il Popolo_appello De Gasperi fratelli del NordIl 1° maggio 1945, il giorno dopo la morte di Hitler, tre giorni dopo la morte di Mussolini e mentre i primi partigiani titini raggiungevano Trieste, l’ultimo ministro degli esteri del Regno d’Italia Alcide De Gasperi pronunciava ai mifrofoni di Radio Roma l’appello ai fratelli del Nord. De Gasperi, con tono entusiasta per l’approssimarsi della conclusione dell’occupazione straniera e della guerra civile, reclamava credito alle forze di liberazione. A suo avviso, si trattava di un credito maturato da un popolo sobrio, risparmiatore e amante della famiglia e caratterizzato da spirito d’iniziativa industriale, creatività e inventiva. La prova di simili affermazioni si poteva riscontrare nel fatto che il lavoro e l’ingegno degli italiani avevano arricchito il suolo d’Europa, d’America e d’Australia. Continua a leggere

Riforma dell’autonomia e democrazia diretta

stephan lausch* di Stephan Lausch – estratto da “Con più democrazia verso più autonomia”, POLITiS aprile 2014 – a cura di Thomas Benediketer

Autonomia e democrazia diretta sono due concetti complementari. Democrazia diretta è l’esercizio immediato dell’autonomia nel suo senso originale: autos (stesso) e nomos (legge), quindi legiferare su se stessi. Continua a leggere

Come affidare ancora alla politica dei partiti le scelte che ricadranno presto o tardi sulle nostre vite?

vesleskarvet-a-small-nunatak-in-antarctica«Le grandi opere non solo sono distruttrici, non solo assorbono grandi quantità di denaro estorto a tutti noi, ma disegnano un’organizzazione sociale futura, con conseguenze sulla qualità di vita, su quella del lavoro, sul mercato immobiliare, sulla produzione e distribuzione dei beni alimentari e di consumo, sull’esigenza di sempre nuove fonti energetiche, e così via. Continua a leggere

Le comunità alpine e la capacità di autogoverno

comunità alpine e capacità di autogovernoAndrea Leonardi, professore di storia economica dell’Università di Trento, fa una lettura di lungo periodo della storia delle comunità alpine e della capacità di autogoverno dopo una breve introduzione di Paolo Grossi, giudice della Corte Costituzionale.

Qui il video dell’intervento

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La democrazia diretta vista da vicino

cover_la democrazia diretta vista da vicinoLa democrazia diretta vista da vicino’ è una testimonianza da leggere tutta d’un fiato scritta per aiutarci a comprendere come funziona la democrazia diretta nella quotidianità. La pubblicazione finita di stampare nel gennaio di quest’anno non è un saggio filosofico sui massimi sistemi e nemmeno un trattato di diritto comparato. Si tratta piuttosto di un racconto scritto da chi la democrazia diretta l’ha scoperta incidentalmente e poi l’ha vissuta in prima persona con entusiasmo. Autore-protagonista del libro è Leonello Zaquini, un ingegnere meccanico di origini bresciane emigrato nel cantone di Neuchâtel (Svizzera francofona) nell’estate del 1997. Continua a leggere

Il difficile cammino dell’autonomia: l’Italia repubblicana e la sfida federalista

DSC_6324Il testo integrale dell’intervento di Vincenzo Calì preparato in vista dell’incontro sull’autonomia locale del 16 marzo 2015 “L’autonomia realizzata e il presente federalista: verso la democrazia partecipata 1946-2015”
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Lo Statuto dello Spinale affonda le radici nella storia più lontana

Statuto dello Spinale_1410_600 anni[…] (Lo Statuto dello Spinale ndr) Si tratta di una realtà collettiva, di un fatto di popolo, che riguarda il diritto, naturalmente, che riguarda l’economia, altrettanto naturalmente, ma che riguarda prima di tutto la società, il dato sociale, che riguarda un’intera comunità, di cui le Regole e il loro Statuto è appunto la forma giuridica. Si tratta, lasciatemelo dire come professore di storia del diritto, di una realtà che rispecchia la dimensione ordinativa: il diritto come ordine sociale vissuta come una “seconda natura”, il diritto che non nasce come precetto imposto dall’alto, come imposizione, come decisione che cala sulle teste dei cittadini come semplici destinatari, ma come un ordine che la società si dà da sé, si dà dal profondo del suo costume e delle sue convinzioni e pratiche collettive.
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Atene è un modello per tutti

260px-Thucydides_ManuscriptAbbiamo una costituzione che non emula le leggi dei vicini, in quanto noi siamo più d’esempio ad altri che imitatori. E poiché essa è retta in modo che i diritti civili spettino non a poche persone, ma alla maggioranza, essa è chiamata democrazia: di fronte alle leggi, per quanto riguarda gli interessi privati, a tutti spetta un piano di parità, mentre per quanto riguarda l’amministrazione dello stato, ciascuno è preferito a seconda del suo emergere in un determinato campo, non per la provenienza da una classe sociale, ma più che per quello che vale. E per quanto riguarda la povertà, se uno può fare qualcosa di buono alla città, non ne è impedito dall’oscurità del suo rango sociale.
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Il risentimento morale per la violazione dei diritti

antonio_rosmini«Io ho cercato un sintomo che ci faccia conoscere quando venga leso il diritto in un uomo; e l’ho trovato nel risentimento morale […] Continua a leggere

Dove, dopo tutto, hanno inizio i Diritti dell’Uomo?

EleanorRooseveltHumanRights«Dove, dopo tutto, hanno inizio i Diritti dell’Uomo? Nei luoghi più piccoli, vicino casa, così piccoli e vicini da non essere menzionati neppure sulle carte geografiche. Tuttavia questi luoghi rappresentano il mondo del singolo individuo; il quartiere in cui vive, la scuola o l’università che frequenta; la fabbrica, la fattoria o l’ufficio dove lavora. Questi sono i luoghi dove ogni uomo, donna e bambino cerca eguale giustizia, eguale opportunità, eguale dignità senza discriminazione. Qualora questi diritti abbiano poco valore in quei luoghi, essi ne avranno poco anche altrove. Senza cittadini desiderosi di sostenere questi diritti, continueremo a progredire su scala mondiale invano» Continua a leggere

L’ingiustizia sociale e la genesi delle rivoluzioni

rosmini«Di mano in mano che il popolo si istruisce e le facoltà intellettuali e morali si svolgono; di mano in mano che la moltitudine esperimenta dal potere ingiustizie e vessazioni, le quali la risvegliano e con una penosa esperienza la rendono diffidente del potere, la disingannano della credenza che aveva nella illimitata sapienza di chi la governa; si manifesta prima il bisogno di una difesa dei propri diritti e poscia sorge il pensiero della possibilità di averla, e finalmente si tenta di averla, domandando o anzi strappando qualche guarentigia ai dominanti, qualche limitazione del loro assolutismo. Continua a leggere

Il sovrano siamo noi!

economia-del-bene-comune-libro_53130«La prima condizione fondamentale per il rinascimento della democrazia è lo sviluppo di una coscienza di sovranità. Il termine sovrano proviene dal latino superamus e significa “stare al di sopra di tutto”. Mentre nell’assolutismo il re era il sovrano e stava sopra a tutto, a partire dall’illuminismo e dalle rivoluzioni borghesi il sovrano dovrebbe essere la popolazione generale. Ma la pretesa teorica trova difficilmente applicazione nella realtà, perchè gli unici diritti sovrano esercitati dai cittadini sono l’elezione di partiti e il voto su modifiche rilevanti della Costituzione. E’ troppo poco per una sovranità vera, che dovrebbe comprendere almeno che il sovrano: Continua a leggere

Il paese con 6 milioni e mezzo di leader politici rifuggenti la notorietà

Referendum-svizzera_commento dal Kansas“La Svizzera è la sola nazione nel mondo dove la vita politica gira veramente attorno al referendum. Questo paese con 6 milioni e mezzo di leader politici rifuggenti la notorietà, e la divisione dell’autorità esecutiva tra i sette membri del Consiglio Federale scoraggia ulteriormente la politica della personalità. Quando succede che un uomo politico si levi sopra la massa, è quasi sempre sull’onda di una campagna referendaria. L’attività legislativa in seno all’Assemblea Federale è una intricata danza per schivare o guadagnare il suffragio popolare. I grandi momenti politici della Svizzera moderna non si sono verificati nella sequela di fieri statisti, ma in seno ai dibattiti nazionali che hanno condotto le masse alle elezioni per decidere del futuro del loro paese” Continua a leggere