Nonostante la civiltà occidentale rivendichi l’invenzione della democrazia, Graeber ci mostra come in molte società “altre” ci siano state, nel tempo e nello spazio, forme democratiche basate sull’auto-organizzazione comunitaria ben lontane dal paradigma occidentale gerarchico e disegualitario. Non solo, nello stesso Occidente stiamo assistendo alla nascita tumultuosa di nuovi movimenti di critica radicale dell’esistente che stanno sperimentando una molteplicità di processi decisionali egualitari fondati su pratiche orizzontali e modalità di condivisione. Proprio questi esperimenti sociali in atto dimostrano come la democrazia sia un’invenzione molto più ricca e articolata della riduttiva concezione statuale imposta dall’Occidente come modello unico. Anzi, è proprio questo modello a essere oggi in crisi, perché è fallito il suo progetto di coniugare le procedure democratiche con i meccanismi coercitivi dello Stato e dunque creare democrazie nel senso pieno del termine.
Autore: David Graber
Traduttore: Potassa Cravani A.
Editore: Elèuthera (collana Caienna), 2010
L’assunto di Graeber è semplice: la democrazia è il modo in cui le comunità risolvono le proprie faccende attraverso un processo di discussione pubblica relativamente aperto ed egualitario. Tale forma decisionale non è esclusiva dei sistemi costituzionali che governano gran parte degli attuali Stati-nazione me è esistita ed esiste nelle comunità rurali del resto del mondo. Le ipotesi analizzate da Graeber per dimostrare l’assunto sono le seguenti:
- L’incoerenza del concetto di «tradizione occidentale». La civiltà occidentale è un concetto incoerente di regole che al massimo fa riferimento a una tradizione culturale. E’ peraltro ostile a riconoscere come democratica qualsiasi cosa possa essere identificata come tale nella tradizione indiana, cinese o mesopotamica
- La democrazia non è stata inventata. Le pratiche democratiche – i processi decisionali egualitari – si manifestano in contesti tra loro indipendenti e non sono specifici di alcuna particolare “civiltà”, cultura o tradizione. Essi tendono a sorgere inaspettatamente laddove la vita umana può influire al di fuori degli apparati coercitivi
- Sull’emergere dell’ideale democratico. L’ideale democratico tende a emergere quando intellettuali e politici, in circostanze storiche di mutamento, cominciano a interrogarsi sulle proprie tradizioni (in dialogo con altre), citando pratiche democratiche del passato e del presente grazie alle quali possono sostenere che la propria tradizione ha un nucleo democratico fondamentale. Tali “rifondazioni democratiche” vengono rappresentate come derivate esclusivamente dalla logica di un’unica tradizione culturale
- Il processo di recupero democratico. Non necessariamente l’ideale democratico è inautentico o illegittimo. La contradditorietà, piuttosto, sta nel fatto che questo ideale si regge sul sogno impossibile di coniugare procedure e pratiche democratiche con i meccanismi coercitivi dello Stato
- La crisi dello Stato. L’esperienza odierna non è una crisi della democrazia ma piuttosto una crisi dello Stato. La dimostrazione è che il ritorno di interesse per le pratiche e procedure democratiche si è sviluppato quasi completamente al di fuori delle strutture statali