Manifesti

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Manifesto per affissione – Formato A3 (slogan)

Manifesto per affissione – Formato A3 (testo)

Locandina per affissione – Formato A3
(slogan + testo)

Volantini – Formato A4 (slogan + testo)

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3 mesi per raccogliere 2.500 firme:
dal 19 aprile al 18 luglio

– Collabora con noi depositando un formulario per la raccolta delle firme nel tuo Comune di residenza se non è ancora disponibile.
– Collabora con noi organizzando un banchetto con la presenza di un autenticatore.
– Collabora con noi promuovendo l’iniziativa: appendi un manifesto sulla bacheca della tua associazione, invia il link di questa iniziativa ai tuoi conoscenti o diffondi i nostri volantini.

Maggiori informazioni alla pagina Raccolta Firme.

FIRMATI UN ISTANTE: il video di presentazione dell’iniziativa

4 pensieri su “Manifesti

  1. Se la sente qualcuno, qui, di dire che l’astensionismo elettorale, giunto ormai al 50%, non abbia in sè, pur in negativo, un suo proprio valore di cui bisognerebbe comunque tener conto? E se la sente qualcuno di dire che il dissenso, nelle sue varie forme pacifiche, di cui l’astensione dal voto è forse la più certificabile e quantizzabile, quindi più utile, non abbia un suo importante valore?

    Mbhè, forse noi non ce la sentiamo di dir questo. Ma questi tizi qui:

    http://www.quorumzeropiudemocrazia.it/

    sì. Questi dicono che se ti astieni dal votare un referendum, se perfino la stragrande maggioranza della popolazione si asterrà, loro, quei quattro gatti che invece ritengono di essere veri e propri dèi giunti sulla Terra ad illuminarla con la loro saggezza, loro potranno tirar diritto e decidere per tutti gli altri.

    Intendiamoci, al di là del paradosso, certamente in questa sintesi d’intenti:

    c’è qualcosa di buono che, a tempo debito, andrà certamente considerato. Una partecipazione civica aperta e sostanziosa è certamente cosa da realizzare. Tuttavia quando si costruisce una casa non si comincia dal tetto. Così quando si costruisce una società non si comincia dal VERTICE DECISIONALE bensì dalla BASE MANSIONALE. Si inizia a ristrutturare la società dalle funzioni di pertinenza collettiva, aprendo alla partecipazione a turno i fondamentali impieghi pubblici, depositari di ogni PUBBLICO POTERE e SAPERE. Dopodichè, una volta costruita una base resa solida dall’amalgama sociale e da una consapevolezza organizzativa super partes, a quel punto e solo allora, ci si potrà dedicare alla confezione del sovrastante cappello con le piume del comando.

    Così come nel costruire una casa bisogna prima avere chiaro il progetto della fondazione e delle mura portanti, prima di arrivare a concepire il tetto, allo stesso modo nel costruire una società bisogna prima avere chiaro il progetto della base sociale e delle istituzioni portanti e solo dopo si potrà sapere come impostare il vertice.

    Non possiamo dire se le mille iniziative in favore di ciò che è attualmente conosciuto come “democrazia diretta” siano condotte da persone che siano convinte di quel che fanno o semplicemente le utilizzano per loro propri limitati fini. Onestamente c’è da dire che moltitudini di docenti universitari si sono impegnati per decenni a tramandarci una concezione errata di democrazia al fine che noi cittadini non potessimo trarne beneficio e liberarci di loro. Quindi è facile che molti siano effettivamente caduti nelle loro trappole.

    Tuttavia ora cerchiamo da soli una buona volta di capire il senso vero e più importante della parola democrazia:

    CIO’ CHE E’ PUBBLICO E’ DI TUTTI E COME TALE VA CONDIVISO.

    Sarebbe a dire che i ruoli pubblici vanno TUTTI periodicamente restituiti al popolo, non solo quelli di governo ma pure quelli esecutivi e funzionali. In questo consiste la democrazia. Chi parla di “democrazia diretta” non sa quel che dice perché la democrazia può essere solo diretta altrimenti non è democrazia bensì tutt’altro.

    Impegnamoci prima a costruire una Funzione “Pubblica” che sia davvero tale, facciamo prima sì che la Res Publica venga partecipata dai cittadini e mai più accaparrata a vita dagli “statali”. Poi, e solo dopo aver fatto questo, le ulteriori pagine del progetto sociale, politico, economico ci appariranno in tutta la loro definita chiarezza.

    Non cerchiamo di fuggire il nostro dovere, in quanto cittadini italiani, di rendere democratica la Funzione Pubblica. Una penosa inconcludenza è l’unico destino che possono procurare coloro i quali cocciutamente continuano ad ignorare questo invito pur venendo esso ripetuto da quattordici anni. Facciamo ciò che deve essere fatto, partiamo dalla BASE PUBBLICA ricostruendola senza statali accaparratori bensì con cittadini che la condividano a turno fraternamente.

    Invece di ostinarci in iniziative limitate che, pur apparendo buone a prima vista, in realtà proprio per questa loro incompletezza, faranno più male che bene, impegnamoci a concepire un progetto completo di CASA COLLETTIVA, democratica, funzionale, partendo appunto, come farebbe qualsiasi geometra od ingegnere, dalla sua BASE.

    Base x altezza, il prodotto diviso tutti!

    Danilo D’Antonio

    Monti della Laga
    Italia Centrale

    tel. 339 5014947

    Nessun Governo ci potrà dare la democrazia.
    Ma la Funzione Pubblica sì! 😉

    http://www.hyperlinker.com/ars/sant_innovazio.htm

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    • “Questi tizi qui”…e vieni a scriverlo sulla pagina di un’iniziativa che ha gli stessi contenuti? Ma chi sei? Fonda la tua casa pubblica democratica collettiva funzionale completa base per altezza diviso due per pi greco…e poi vedremo quando è perfetto e immacolato il tuo progetto.

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  2. mi sembra che il tuo sia un inno all’astensionismo come manifestazione di disaffezione alla gestione della res publica con una visione di come invece i singoli cittadini debbano intervenire nella gestione della stessa, senza però indicare come arrivarci.
    Al contrario questo disegno di legge vuole aprire la strada su come cominciare a far pensare i cittadini su tutte le tematiche di gestione della res pubblica. In parte è vero “obbligandoli” ad andare ad esprimere una preferenza: ma nel concetto del quorum zero va a votare solo chi è interessato alla materia, chi non è interessato o è indeciso tra il sì e il no delega gli altri a decidere per lui. Non mi sembra demagogia, ma solo buon senso.
    Pian piano vedrai che la mentalità poi cambierà, che i cittadini, vedendo che posso dire la loro, cominceranno a discutere di questo e di quello, si accederà la miccia della vera democrazia…
    La tua è una visone di come le cose dovrebbero essere, ma solo visione è.
    Ciao

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