Modifica statuto comunale di Trento. Approvato il minimo sindacale con solo 27 voti favorevoli (27 quelli necessari)

credenti ma non praticantiCon la seduta consiliare del 2 dicembre 2015 si è concluso l’iter di modifica dello Statuto comunale di Trento dettato dalla legge regionale 11/2014. La legge obbligava i comuni a introdurre il referendum confermativo statutario, l’abbassamento del quorum, l’opuscolo informativo per le votazioni popolari e l’estensione dei termini per la raccolta firme a 180 giorni.

Nessuna delle proposte formulate durante il percorso partecipato organizzato dall’associazione Più Democrazia in Trentino è stata accolta (effetto vincolante, referendum confermativo, controproposta del Consiglio, quorum zero, ampliamento materie referendabili, nomina commissione dei garanti, voto postale, election day, etc.). Sono stati invece approvati quattro ordini del giorno collegati alla proposta di modifica dello statuto comunale con i quali il Consiglio ha impegnato blandamente la Giunta ad attivare percorsi per formare i consiglieri, per informare la cittadinanza sugli strumenti di partecipazione e per approfondire l’ipotesi di implementare le petizioni elettroniche aperte a livello comunale. Tra di essi, anche un ordine del giorno che impegna il Consiglio a ritornare sull’argomento della democrazia diretta e partecipata entro il maggio 2016.

Bocciata anche la proposta di rendere vincolante l’esito referendario. Per tale modifica i consiglieri di M5S e Altra Trento avevano rinunciato all’ostruzionismo e avevano ritirato anche i pochi emendamenti depositati per trovare un punto di convergenza minimale. Il PD, a parole, ha appoggiato la vincolatività del voto popolare ma poi, nei fatti, non si è impegnato ad elaborare una formulazione che potesse superare il veto del segretario generale. Infine, una volta giunti al voto, la maggioranza dei consiglieri del PD, incluso il Sindaco Andreatta, si è astenuta bocciando così la proposta di trasformare il referendum propositivo da costoso sondaggio a efficace strumento decisionale (qui il dettaglio relativo alla trattazione degli emendamenti).

Tra gli emendamenti che miravano ad adeguare la disciplina referendaria agli standard minimi in uso nei paesi occidentali più sviluppati (Germania, Svizzera e USA) è passato solo quello che ha consentito di abbassare il quorum di partecipazione al 20% rispetto alla soglia massima prevista dalla legge del 25%. L’azzeramento del quorum raccomandato dal Consiglio d’Europa rimane pertanto ancora una chimera. Inoltre, restano ancora alte le soglie per richiedere un referendum e notevoli i limiti e gli impedimenti procedurali.

La maggioranza richiesta per l’approvazione delle modifiche statutarie è dei 2/3, ovvero 27 voti favorevoli. Al momento del voto finale, in aula erano presenti solo 31 consiglieri sui 40 eletti. Considerata la bocciatura di ogni proposta di modifica integrativa rispetto a quanto previsto dalla legge, le opposizioni, che peraltro hanno riconosciuto e dichiarato in aula le criticità dei passaggi procedurali della deliberazione e l’intromissione dell’apparato amministrativo nel processo decisionale, avrebbero potuto far saltare il banco astenendosi o esprimendo voto contrario alla proposta di deliberazione, ma così non è stato.

La delibera è stata approvata con un finale rocambolesco e solo 27 voti favorevoli. I consiglieri del M5S Negroni e Demattè hanno espresso voto contrario mentre Coppola (astenuta per prassi poiché Presidente) e Castelli (UPT) si sono astenuti. Voto favorevole della consigliera Antonia Romano che salva la maggioranza da una figuraccia. Dopo 12 mesi di inerzia il Consiglio comunale di Trento ha quindi recepito allo scadere dei termini quanto previsto dalla legge regionale senza dover nominare un commissario per svolgere il compito. Enhorabuena!

I documenti ufficiali che attestano le modifiche statutarie approvate:

Replica finale della Presidente del Consiglio comunale di Trento:

Dichiarazione di voto del consigliere Andrea Merler:

Videoregistrazione integrale delle sedute:
1 dicembre 2015 (discussione generale e presentazione degli ordini del giorno)
2 dicembre 2015 (discussione ordini del giorno ed emendamenti e votazioni finali)

Rassegna stampa:

20151204_consiglio trento uno schifo 20151204_quorum al 20 20151203_democrazia diretta via libera 20151203_Ladige_quorum al 20