L’election day negli USA è sempre anche un referendum day

Martedì scorso 5 novembre è stato giorno di elezioni negli USA. Tutte le notizie che arrivano sui giornali o in televisione in Italia riguardano le eventuali elezioni di governatori dei vari stati, come se quella fosse l’unica cosa che si vota, o al massimo anche per i legislativi statali e qualche sindaco. Ma nell’election day si votano anche i referendum, sia statali che cittadini. Che poi New York ha praticamente lo stesso numero di abitanti della Lombardia (di gran lunga la maggiore regione in Italia) e un PIL maggiore. In questa tornata ovviamente se ne sono votati parecchi, e molti interessanti. Ma ne vorrei evidenziare un paio di significativi. Continua a leggere

Referendum su tutto? Perché si.

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Nella trasmissione Italia sotto inchiesta del due ottobre, condotta dalla giornalista Emanuela Falcetti si parla di: “voglia di autonomia anche in Italia” con riferimento ai referenda che si svolgeranno in Lombardia e in Veneto il 22 ottobre. Ospiti Andrea Carli de Il Sole24ore e Michele Ainis Costituzionalista e docente universitario. Continua a leggere

We the people, il portale delle petizioni online della Presidenza degli Stati Uniti d’America

statisticheNel 2011 il Presidente Barack Obama lanciava l’applicazione di petizioni online We the People. Da quel momento sono passati 5 anni e sono state lanciate mezzo milione di petizioni che hanno raccolto oltre 40 milioni di firme producendo centinaia di risposte. Continua a leggere

Elezioni presidenziali e referendum: il caso californiano

california-republicLa fase finale delle elezioni generali americane è iniziata nelle prime settimane di ottobre con l’invio del materiale per esercitare il voto per corrispondenza e terminerà fra poche ore con l’Election Day dell’8 novembre. Gli elettori di una serie di stati che sommano 205 milioni di abitanti non hanno solo il compito (ingrato?) di scegliere il presidente più potente del mondo ma anche di partecipare direttamente a processi decisionali inerenti un’ampia gamma di questioni locali che si concluderanno con una validazione dei voti a quorum zero e dall’esito vincolante. Tra di loro ci sono anche gli elettori californiani, ultimi ad assistere alla chiusura delle urne insieme ai resididenti in Alaska e nelle Hawaii. Continua a leggere

Stati Uniti. Curiosità e statistiche sul voto referendario dell’8 novembre

ballot-us-2016Negli Stati Uniti l’8 novembre saranno oltre 205 milioni gli abitanti interessati dai risultati dei quesiti referendari sulla scheda di voto. Come spesso accade i temi dibattuti nelle campagne referendarie sono di estrema attualità e toccano questioni scottanti e problemi irrisolti. Anche il voto popolare del 2016 conferma questa regola ma non poteva essere altrimenti visto che gli istituti di democrazia diretta permettono di trattare problemi che la politica rappresentativa ha difficoltà ad affrontare per il timore di perdere consenso o posizioni di rendita. Continua a leggere

Stati Uniti d’America: non solo elezioni presidenziali, al voto anche decine di iniziative popolari

vote_posterMartedì 8 novembre 2016 i cittadini statunitensi non sono chiamati alle urne solo per scegliere il presidente degli USA e una parte dei rappresentanti del Congresso, delle assemblee degli stati della confederazione, dei consigli locali, dei centri per la salute, dei community college e di altre autorità locali. Nel 2016, in ben 35 stati, sono state infatti convocate 165 votazioni referendarie. Otto votazioni popolari si sono svolte nella prima parte dell’anno, spesso in coincidenza delle primarie per la selezione dei candidati al round finale, mentre le altre 157 si svolgeranno in coincidenza delle elezioni presidenziali dell’8 novembre. (Immagine da Ballotpedia.org) Continua a leggere

Le risposte al quiz sulla democrazia diretta in Italia e nel mondo

quizdemocraticoPiù di 70 cittadini hanno partecipato al quiz sulla democrazia diretta somministrato nel corso del Festival dell’Economia e che vedrà l’assegnazione di alcune copie delle seguenti pubblicazioni: “La democrazia diretta vista da vicino” di Leonello Zaquini e “E tu cosa sei disposto a fare? – I testimoni per viaggiare nella Repubblica”.
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Riflessioni sull’introduzione dell’imposta di soggiorno

tassa-soggiorno1Prendendo spunto dalla posizione pubblica espressa dall’Associazione Albergatori ed Imprese Turistiche della Provincia di Trento che si lamenta per l’introduzione dell’imposta di soggiorno, il comitato Più Democrazia in Trentino coglie l’occasione per informare la cittadinanza e tutte le associazioni di categoria che il disegno di legge di iniziativa popopolare 1/XV in materia di democrazia diretta è attualmente in discussione in prima commissione. Continua a leggere

Election day negli Stati Uniti d’America: a San Francisco gli elettori votano la tassa sulle bevande zuccherate

downloadIl 4 novembre negli Stati Uniti non ci sarà solo una tornata per l’elezione di governatori, segretari di stato, tesorieri, procuratori, giudici e membri del Congresso, dei parlamenti statali e di altre autorità. A livello statale avranno luogo anche 146 votazioni popolari su una vasta gamma di temi che vanno dall’aborto al divieto di possesso di armi da fuoco, dai permessi parentali alle tasse o dal salario orario minimo ai diritti politici. A quelle statali si aggiungeranno inoltre migliaia di votazioni su iniziative popolari e referendum confermativi in città e contee di tutta la nazione. Continua a leggere

Lettera al Corriere – Costi della politica e democrazia diretta. Il caso californiano.

enrico franco_corriere della sera(lettera inviata domenica 6 luglio in risposta all’editoriale del prof. Toniatti (immagine sotto) e pubblicata martedì 8 luglio)

Egregio direttore
Il puntuale ed opportuno richiamo del professor Roberto Toniatti al 27° emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d’America ci permette di interpretare la vicenda dei vitalizi con parametri oggettivi e non sull’onda della demagogia. Il punto qualificante sostenuto da Toniatti è che, negli USA, una norma costituzionale recita espressamente che i politici non possono determinare il proprio compenso e che ogni variazione debba essere approvata dalla legislazione successiva. Ciò ci dimostra che la sobrietà senza controllo non esiste. I Padri fondatori lo sapevano. Poco importa che l’emendamento scritto nel 1790 sia entrato in vigore solo nel 1992. Continua a leggere

Democrazia diretta in California: intervista a Billy Rhyne

L’intervista a Billy Rhyne fa seguito a quella pubblicata nell’aprile scorso e che ha avuto come interlocutore Ira Johnston. Le risposte di Billy ci portano ad avvalorare ulteriormente le considerazioni in quell’occasione.

Direct democracy in California (II Part) – Interview with Billy Rhyne

Billy on occasion of Greg Delaune party "Zygmunt Bauman and the Curative Properties of Dolomite Schnapps party"Billy Rhyne is a landscape architect with over 15 years of experience at Bay Area landscape design firms. He has worked on a diverse range of projects and has a thorough knowledge of the process of turning a piece of land into a beautifully landscaped space.
He grew up in Tennesse, and moved out to California about 20 years ago. Now living in the County of Alameda, He is a regular participant in the voting process though mail in ballots and subscribes to various political journals to keep himself informed. Continua a leggere

Ira Johnson: i diritti popolari in California

Nel novembre 2012 mi recai a San Francisco per un viaggio di lavoro. In occasione di una festa organizzata dall’amico Greg Delaune conobbi Ira Johnston, uno fra i tanti californiani che il  6 novembre si recarono alle urne per eleggere il Presidente degli Stati Uniti d’America ed esprimere una preferenza sui numerosi quesiti referendari.
Ira è un architetto paesaggista con un’esperienza pluriennale in progetti di sviluppo residenziale a ridotto impatto ambientale. Afro-americano nato negli anni ’60, è cresciuto in un clima di entusiasmo generato dalle lotte che gli hanno concesso non solo il diritto di voto ma anche quello di partecipare pienamente alla vita democratica americana. Continua a leggere

Pritani, Gran Giurì e cittadini estratti a sorte

Uno degli istituti più innovativi che abbiamo previsto nella nostra proposta di legge di iniziativa popolare è quello dei pritani. Un gruppo di cittadini estratti a sorte, 19 nella nostra proposta, che possono esprimersi su un problema concreto tramite la proposta di un atto consiliare, per esempio un progetto di legge o una interrogazione, o giuntale, quale per esempio una delibera. Continua a leggere

Le elezioni presidenziali negli Stati Uniti d’America e i referendum

In questi giorni siamo sommersi dalle notizie sull’andamento delle campagne elettorali di Obama e Romney per la carica di Presidente degli Stati Uniti d’America. Per la verità vi sono altri quattro candidati, ma non hanno nessuna speranza.

Meno noto, al di fuori degli Stati Uniti, è che il martedì elettorale del 6 novembre non sarà solo per la presidenza, ma per molte altre cariche federali e statali, visto che gli americani non usano sprecare soldi come da noi. Si voterà per esempio per il rinnovo della Camera del Rappresentanti,  un terzo del Senato (33 su 100), undici governatori di stati e due di territori (Samoa Americane e Portorico), i parlamenti di molti stati federali, e in taluni casi anche per altre cariche elettive, da segretario di stato a giudice di corte suprema o direttore del distretto scolastico. Continua a leggere

Democrazia diretta su RaiNews

«Internet cambia la vita politica, favorisce la partecipazione, promuove una nuova idea di democrazia dove i cittadini possono dire la loro sui temi concreti» questo è il messaggio lanciato da Roberto Reale nella puntata “Democrazia diretta” trasmessa da Rai News il 15 luglio 2011 all’interno della rubrica Scenari.
Nel servizio si analizzano il successo di istanze popolari promosse dalla e nella rete ed il rapporto tra internet e politica per indagare il livello di trasparenza della classe dirigente. Si identifica la rete come il luogo privilegiato per coniugare i concetti di libertà e di partecipazione. Internet è ormai la fonte dove la maggioranza dei cittadini cerca informazioni politiche non solo per tenersi al corrente circa i candidati o gli eletti ma anche per protestare e resistere contro le censure.
In questo senso è d’obbligo il riferimento ad Avaaz.org – sito specializzato in petizioni – che è riuscito a far annullare il Gran Premio del Bahrain, dopo aver invaso con commenti negativi i siti web delle scuderie automobilistiche che avrebbero gareggiato in un paese sconvolto da una brutale repressione. Questo è un esempio simbolico di democrazia diretta poichè le petizioni pur non avendo valore legale confermano la volontà dei cittadini di esprimere la loro opinione su cose concrete.
Si osserva il ruolo degli smart phone come strumenti di connessione alla rete che favoriscono l’interazione anche senza l’utilizzo di pc – la cosiddetta nomadizzazione di internet – ma anche gli hacker di Anonymous, i libertari informatici che si battono per la libertà di esprimere i propri ideali e difendere i soprusi. Ad esempio, uno dei loro slogan a sostegno la battaglia contro “l’ossessione e la paranoia della sicurezza e la paura degli altri che immiserisce le nostre vite” è “Join us for great justice and epic win!”.
Nel servizio si parla anche del costituzionalismo popolare dell’Islanda – a cui abbiamo accennato pochi giorni fa – che ribalta la logica che vuole pochi esperti a decidere per tutti.
Notevole anche la parte riservata a M. Zuckerberg inventore di Facebook, il social network che è ormai diventato cruciale per i leader politici mondiali, i quali lo utilizzano per le loro campagne ma da cui ne sono simultaneamente intimoriti per la forza con cui il loro potere potrebbe delegittimato.
Si chiude con Assange, il fondatore di Wikileaks incarcerato ed oggetto di censura causando così con un grave danno per la trasparenza internazionale. Buona visione!

La puntata “Alte velocità” del 9 marzo 2012 parla invece del dibattito pubblico – che noi abbiamo inserito nella bozza 1.0 – che avviene in Francia dal 1995, dove grazie alla legge Barnier si regolamenta la partecipazione dei soggetti direttamente interessati dalle grandi opere con un notevole impatto ambientale.
Si paragona il sistema francesce del dialogo con quello italiano delle opere pubbliche coercitive che determina pessimi risultati come è stato per la TAV della Val di Susa, l’autostrada Salerno-Reggio Calabria e il Ponte di Messina. Questo potrebbe peraltro farci riflettere sull’assenza di dibattito pubblico sulle grandi opere locali in Trentino come Metroland.
Nel servizio sono presenti anche riferimenti a grandi opere imposte alla cittadinanza nel Regno Unito e in Cina, le quali prevedono investimenti di miliardi di Euro per ridurre i tempi di spostamento ma che lasciano irrisolti i problemi di mobilità ordinaria.
Il servizio si conclude con un analisi dei consumi energetici considerando tutto il ciclo di vita di un sistema di trasporto e riferendosi ad uno studio universitario che compara i consumi di energia di differenti mezzi di trasporto. Si ragiona in termini di costi energetici e ambientali in rapporto con la quantità di merci trasportate e il numero di passeggeri.

Direttamente correlata con il tema della democrazia diretta è la puntata “L’anno degli Indignati” del 5 novembre 2011, un approfondimento sul movimento degli Indignados diffuso a livello globale. Il movimento ha avuto il merito di riportare nell’agenda politica i bisogni del 99% della popolazione mondiale per contrastare quella ridotta percentuale di soggetti che si sono arricchiti grazie alla relaziona complice e perversa tra la politica dei clientelismi e la finanza corrotta.
Il servizio mostre le immagini delle nuove forme di lotta adottate da Occupy Wall Street: i presidi permanenti, i cortei, le piazze virtuali e reali che si incontrano senza leader e dove gli interessati puntano a creare un laboratorio politico a cielo aperto. Lo scopo di tali azioni è di determinare un’onda di lungo periodo che solleciti profondi cambiamenti di tipo culturale.
Uno sguardo anche alle proteste spagnole caratterizzate dal motto “Democracia real ya!” che hanno dato grande importanza ai social forum ed hanno innescato l’ondata delle proteste mondiali. Il loro progetto non è nulla di rivoluzionario e radicale ma semplicemente una democrazia partecipativa, esercitata e controllata dal basso grazie alla rete internet, per abbattere i polarismi della politica e per includere i movimenti della società civile.