(lettera inviata domenica 6 luglio in risposta all’editoriale del prof. Toniatti (immagine sotto) e pubblicata martedì 8 luglio)
Egregio direttore
Il puntuale ed opportuno richiamo del professor Roberto Toniatti al 27° emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d’America ci permette di interpretare la vicenda dei vitalizi con parametri oggettivi e non sull’onda della demagogia. Il punto qualificante sostenuto da Toniatti è che, negli USA, una norma costituzionale recita espressamente che i politici non possono determinare il proprio compenso e che ogni variazione debba essere approvata dalla legislazione successiva. Ciò ci dimostra che la sobrietà senza controllo non esiste. I Padri fondatori lo sapevano. Poco importa che l’emendamento scritto nel 1790 sia entrato in vigore solo nel 1992.
Nel 1990 però, i cittadini californiani erano andati oltre. Con un’iniziativa a voto popolare, la cosiddetta la Proposition 140, emendarono ben 6 articoli della Costituzione del Golden State. L’integrazione all’articolo 4, il quale regola il potere legislativo fu: “Il popolo riscontra e dichiara che i Padri fondatori hanno istituito un sistema di governo rappresentativo basato su elezioni libere, eque e competitive. L’aumento della concentrazione del potere politico nelle mani dei rappresentanti in carica ha reso il nostro sistema elettorale meno libero, meno competitivo e meno rappresentativo.
Le capacità dei legislatori di servire un numero illimitato di mandati, di stabilire il proprio sistema pensionistico e di pagare i servizi a loro supporto a spese dello Stato contribuisce pesantemente a far rieleggere un numero estremamente elevato dei rapresentanti in carica. I vantaggi ingiusti di cui beneficiano i rappresentanti in carica scoraggiano i candidati qualificati in cerca di una carica pubblica e creano una classe di politici di carriera, anzichè una classe di rappresentanti dei cittadini come immaginato dai Padri fondatori. Questi politici di carriera diventano rappresentanti della burocrazia piuttosto che dei cittadini che li hanno eletti.Per ripristinare un sistema di elezioni eque, libero e democratico, e per incoraggiare candidati qualificati ad ambire ad una carica pubblica, il popolo riscontra e dichiara che i poteri in carica devono essere limitati. Le prestazioni pensionistiche devono essere ristrette, i servizi di staff e di supporto ai rappresentanti politici in carica e finanziati dallo Stato devono essere limitati e, infine, il limite dei mandati deve essere introdotto”.
I cittadini della California hanno potuto farlo perchè le modifiche alla loro Costituzione, a differenza di quella federale, possono essere adottate solo ed esclusivamente dai cittadini come previsto dagli articoli 2 e 4, i quali sanciscono rispettivamente “Tutto il potere politico è insito nel popolo. Il Governo è istituito per la protezione, la sicurezza e a beneficio del popolo. Il popolo ha il diritto di modificare e riformare il governo quando lo ritiene necessario per perseguire il bene comune” e “Il potere legislativo di questo Stato spetta alla Legislatura della California, la quale consiste nel Senato e nell’Assemblea, tuttavia il popolo riserva a se stesso i poteri di iniziativa e di referendum”.
Quanto descritto è un’ulteriore dimostrazione che non sono i californiani o gli svizzeri in quanto tali a fare la differenza bensì le norme sancite nella rispettive costituzioni. In entrambi i casi il popolo ha la facoltà di richiedere un referendum confermativo su tutte le leggi ordinarie. In entrambi i casi il popolo può prendere l’iniziativa per modificare la costituzione (referendum propositivo) ed è obbligatoriamente consultato per ogni modifica della stessa.
La capitale della California, prima di assumere il nome di Sacramento, si chiamava New Helvetia. Fu infatti fondata dallo svizzero Johann Augustus Sutter. Il missionario trentino Eusebio Chini, in California e in Arizona noto come Padre Kino, è invece l’unico italiano rappresentato nel famedio del Campidoglio, sede ufficiale dei due rami del Congresso degli Stati Uniti. Come vediamo la storia si intreccia e il Trentino, la Svizzera e la California non sono così distanti l’uno dall’altro.
Se nei secoli scorsi gli esploratori di origine europea hanno consentito lo sviluppo della costa occidentale degli Stati Uniti ora potrebbe accadere il processo inverso. Grazie al disegno di legge di iniziativa popolare 1/XV, le buone pratiche in tema di democrazia diretta là in uso potrebbero diventare realtà anche in Trentino. Sarebbe un’occasione per dare avvio ad una fase di progresso civile che ha reso sia la Svizzera e che la California degli esempi nel mondo.
Ecco la risposta del direttore Enrico Franco:
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