Comitato in assemblea pubblica: Lavis, giovedì 1° marzo

Si riunisce in assemblea il Comitato civico Più Democrazia in Trentino.
L’incontro è aperto al pubblico ed a tutti coloro che desiderano parteciparvi.


Giovedì – 1 marzo 2012
ore 19.00

Sala didattica Casa Anziani
Via Degasperi 22 – Lavis (TN) Continua a leggere

L’Iniziativa dei Cittadini Europei

Scarica il documento integrale del regolamento dell'European Citizens' InitiativeIl 16 febbraio 2011 è stato approvato con procedura legislativa ordinaria il Regolamento (UE) N. 211/2011 del Parlamento Europeo e del Consiglio (ICE) riguardante l’iniziativa dei cittadini (European Citizens’ Initiative), pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea dell’11 marzo 2011 e che si applica a partire dal 1° aprile 2012. Continua a leggere

Maggiore partecipazione popolare come soluzione alla crisi globale

Gerald Häfner. Foto di Andreas PichlerPresso il Park Hotel Laurin di Bolzano, il 27 gennaio scorso è stato invitato Gerald Häfner, promotore dell’Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE). L’europarlamentare che è anche presidente di Democracy International, oltre ad illustrare il risultato raggiunto in sede comunitaria per concretizzare il diritto di partecipazione ha anche parlato della crisi globale.
Di fronte ad una platea di una sessantina di persone che includeva anche la delegazione di Più Democrazia in Trentino, Häfner nel suo lungo ed articolato eloquio ha auspicato una maggiore partecipazione dei cittadini per ridurre il potere delle lobby e dei mercati finanziari. Questa infatti potrebbe essere l’unica soluzione efficace per arginare la crisi, arrivata oramai ad uno stadio cronico.
Per l’oratore, la crisi non è solo economica ma anche sociale ed ambientale. Inoltre, non è limitata alla realtà nazionale ed europea bensì è una crisi planetaria determinata dal mondo della finanza, che ha schiacciato l’economia reale attraverso l’adozione in forma sistematica di comportamenti speculativi a breve termine.
In questo modo, il sistema politico si è conformato alle esigenze della finanza a scapito di quelle dei cittadini. Per anni, i meccanismi perversi della finanza hanno prodotto un deficit di democrazia, il quale ha limitato la sovranità dei cittadini nel procedimento legislativo e quindi nelle decisioni collettive compromettendo le risposte ai loro bisogni reali.
A livello comunitario la volontà condivisa per migliorare gli strumenti della democrazia diretta ha concepito l’ICE come rimedio al vuoto di legittimazione delle istituzioni europee. Anche per questa ragione i promotori hanno pensato di vincolare l’iniziativa ad un numero minimo di Stati membri e di “socializzarla” per difendere più uniformemente i diritti sociali e per raggiungere più eque e migliori condizioni di vita.
In questo senso, l’iniziativa guarda all’Europa per ampliare gli orizzonti e per stimolare la partecipazione dei cittadini europei. Si vorrebbe moderare l’eccessivo potere concentrato in pochi governi con l’augurio che un giorno venga introdotto anche l’istituto del referendum europeo incidendo così ancor più efficacemente nelle politiche comunitarie a favore di tutti i cittadini.
All’intervento di Häfner è seguito un dibattito facilitato da Brigitte Foppa dove hanno preso la parola i protagonisti della riforma della democrazia diretta in Alto Adige: Stephan Lausch (Iniziativa per Più Democrazia), Arnold Schuler (consigliere provinciale SVP), Riccardo Dello Sbarba (consigliere provinciale dei Verdi) e Sepp Kusstatscher (ex-europarlamentare).
Da sinistra: Häfner - Lausch - Foppa - Kusstatscher - Dello Sbarba - Schuler. Foto by Andreas PichlerStephan Lausch ha evidenziato l’urgenza di ampliare gli strumenti della democrazia diretta per poter curare la democrazia rappresentativa. Tuttavia per perseguire tale obiettivo c’è bisogno anche dei media che però, nella fattispecie, non danno un sostegno significativo. In simili condizioni è stato difficile promuovere il progetto di Iniziativa per Più Democrazia (quorum al 15% e 10.000 firme necessarie per un referendum propositivo) e creare consapevolezza sociale su questo tema. In aggiunta a ciò, Lausch ha ammesso di comprendere le ragioni della resistenza dei media esplicitando la logica che chi detiene il potere non se lo lascia prendere facilmente e che i media stessi vengono influenzati dal disequilibrio delle forze in campo.
Schuler, giustificando l’ostilità della SVP, ha replicato che nemmeno gli svizzeri sono soddisfatti del loro sistema politico perciò una legge sulla democrazia diretta sarebbe solo una stampella e non una soluzione strutturale all’attuale crisi. A suo parere un equilibrio ottimale del sistema è garantito da un’alta soglia del numero di firme per l’attivazione di un referendum, la quale peraltro è da estendersi in due fasi (4.000 + 26.000 firme per il referendum consultivo e 8.000 + 38.000 firme per il referendum propositivo).
Dello Sbarba dopo essersi espresso a favore dell’eliminazione del quorum ha raffigurato la raccolta delle firme come un momento rigenerante poiché si tratta di un colloquio continuo e generalizzato dove si sciacquano i panni della politica tradizionale. Nonostante ciò, la soglia proposta dalla SVP – definita un faticoso percorso a doppio tempo – è una barriera alla partecipazione inaccettabile, con la quale si cancella la possibilità di accedere allo strumento del referendum.
Rispondendo ad un’ulteriore domanda di Foppa, Kusstatscher ha precisato che tutti i temi possono essere affrontati dalla democrazia diretta, ma che tuttavia non si può prescindere dal garantire la tutela delle minoranze linguistiche. Infine, prima di chiudere l’incontro durato circa tre ore, Häfner ha risposto alle numerose domande dei presenti in materia di democrazia diretta dando un esempio di cordialità e di ascolto ed offrendo ulteriori motivazioni a sostegno di una maggiore partecipazione dei cittadini alla vita pubblica.
Per un ulteriore approfondimento:

La democrazia diretta nel mondo

La copertina del libro "Direct Democracy" di J.Verhulst e A.Nijeboer

La strada della democrazia si costruirà con la volontà della gente” recita lo slogan che ha coniato Francesca nella pagina del blog Il nostro motto!
Volendo tradurre in realtà il proposito dello slogan la domanda che sorge spontanea è inerente gli strumenti da adottare affinché la volontà della gente venga presa in considerazione e si produca concretamente in decisioni collettive. La risposta non è semplice ed è per questo che  la nostra comprensione può essere facilitata con la lettura di studi e ricerche, che analizzano il fenomeno confutando ipotesi, sostenendo teorie ma soprattutto riportando esempi concreti in cui i diritti popolari sono esercitati con successo. Continua a leggere

Contenuti del disegno di legge, gruppo di lavoro e cariche sociali

Casa del SoleIl giorno 9 febbraio la Casa del Sole ha ospitato un’altra tappa del comitato Più Democrazia in Trentino verso una nuova legge sulla democrazia diretta a livello provinciale. Come indicato nel programma, dopo la presentazione del quadro legislativo vigente si è discusso sulle innovazioni da apportare, sugli aspetti da migliorare e sul metodo da seguire per la scrittura del progetto normativo. Continua a leggere

Democrazia “cooperativa” – raccolta firme a Storo

Il 2012 è L’Anno internazionale della Cooperazione. Ebbene noi lo festeggiamo anche in questo modo, cooperando tra “campagne” di raccolta firme. I dettagli dell’iniziativa.

Sabato 11 febbraio
Storo – davanti al supermercato della Famiglia Cooperativa
dalle 10.30 alle 12.30
dalle 16.30 alle 19.00 Continua a leggere

Manifesto assemblea del 9/2/12 alla Casa del Sole

Dopo aver approvato lo statuto lo scorso 1 febbraio, il comitato Più Democrazia in Trentino si riunirà nuovamente in assemblea per continuare la discussione sul disegno di legge di iniziativa popolare in tema di democrazia diretta.
Come indicato nel post precedente, l’incontro si terrà giovedì 9 febbraio alle ore 19.00. Questa volta ci troveremo presso la Casa del Sole, continuando il nostro tour sul territorio nei luoghi simbolo della società civile trentina.
L’incontro come da consuetudine è aperto al pubblico:

La Casa del SoleGiovedì, 9 febbraio – ore 19.00
Casa del Sole
Sala al III Piano

Via Menguzzato, 50
38100 Trento
(dietro le torri di Madonna Bianca)

Proponiamo di riprendere ciò che avevamo lasciato in sospeso. Cristiano Zanella introdurrà la serata facendo una breve relazione sul quadro legislativo attuale facendo dei riferimenti alla Costituzione, allo Statuto del TAA, alle legge in vigore in Trentino su referendum ed iniziative popolari ed al disegno di legge presentato dell’associazione Iniziativa per Più Democrazia di Bolzano, il quale proprio in questi giorni è al centro del dibattito politico altoatesino.

In preparazione dell’incontro potete consultare i seguenti documenti:
–    Presentazione Cristiano Zanella
–    Proposte di Villa Lagarina
–    Proposte varie emerse nel forum e nelle discussioni precedenti
–    Temi affrontati con i funzionari dell’ufficio legislativo del Consiglio Provinciale
–    Legge Provinciale n° 3 del 5 marzo 2003
–    Disegno di legge di Iniziativa per Più Democrazia di Bolzano
–    Legge 21 marzo 1990, n. 53 (Autenticazioni)
–    Regolamento 211/2011 del Parlamento Europeo e del Consiglio – Iniziativa Cittadini

In seguito alla presentazione, ci confronteremo sui punti chiave che vorremmo introdurre nella nuova legge sulla democrazia diretta. Inoltre individueremo un gruppo di volontari per scrivere il testo del disegno di legge sulla base degli orientamenti che verranno decisi insieme e condivisi dal comitato.

PS. I partecipanti verranno da Trento, Rovereto/Vallagarina, Pergine/Valsugana, Lavis e Val di Non per cui potete organizzarvi su questo spazio web o su quelli in Facebook (gruppo e pagina) per viaggiare in gruppo (car pooling).

Lo Statuto di Più Democrazia in Trentino

In data 1 febbraio 2012 il comitato si è riunito presso la Sala Rosa del Palazzo della Regione a Trento ed ha approvato lo Statuto di Più Democrazia in Trentino.
La volontà e l’impegno dei presenti hanno consentito un ottimo esercizio di confronto creativo, il quale è durato quasi tre ore ed ha permesso la condivisione di regole chiare e semplici per accompagnare l’attività futura del comitato.
Nell’occasione Silvia Alba, Daniela Filbier, Gianni Ceri e Matteo Rigotti si sono iscritti come nuovi membri ed hanno partecipato attivamente ai lavori dell’assemblea, mentre Rolando Gasperi, Piergiorgio Poier e Franca Bazzanella hanno espresso il desiderio di fare parte dell’iniziativa e si aggregheranno formalmente nel corso delle prossime assemblee.
Per lasciare una traccia delle proposte e dei risultati delle deliberazioni, oltre allo Statuto approvato dai presenti, in questa nota si mette a disposizione anche la presentazione della bozza iniziale dello statuto, la quale è stata utilizzata come brogliaccio nel corso della serata.
N.S. Harsha "Come give us a speech", 2008Al termine della serata ci si è accordati per ritrovarsi giovedì 9 febbraio alle ore 19.00 per discutere sui contenuti fondamentali che dovrà avere il nostro disegno di legge di iniziativa popolare (vedi seconda parte del programma dell’ultima assemblea e materiale cartaceo distribuito).
Nel frattempo è stata creata una pagina sul blog per raccogliere gli slogan che ci serviranno per accompagnare la nostra iniziativa: “Il Nostro Motto!

Da Ledro: SOS Tremalzo e l’entusiasmo di partecipare

Comitato SOS TremalzoHo letto con attenzione la mail che ci avete inviato e anche la newsletter che aveva mandato Roberto Bombarda, ritengo molto interessante e importante quanto il neocostituito comitato civico sta facendo e vuole portare avanti.
L’esperienza di SOS Tremalzo, comitato di cui faccio parte insieme a tanti altre cittadine e cittadini di Ledro, è nata proprio da una totale mancanza di trasparenza, informazione e partecipazione in merito allo (sciagurato) progetto di “rilancio” della nostra area pascolo più preziosa.
Ora io sono alla prima esperienza amministrativa come consigliere comunale nel nuovo Comune di Ledro e una delle cose che più mi pesano e sulle quale cerco di creare dibattito è proprio la scarsa, direi assente, partecipazione. Si è persa la cultura del dialogo e dell’ascolto, si crede di perder tempo a confrontarsi, perchè si è stati eletti si ritiene di avere carta bianca.
Non è facile creare partecipazione quando i cittadini sono ormai convinti che tanto le scelte sono già fatte (da chi hanno delegato con il loro voto) e la loro idea in merito non ha nessun peso.
Da Vita Trentina "Montagne verdi, ma ancora per quanto?"D’altra parte ci sono validi strumenti e processi partecipativi che potrebbero esser messi in atto per attuare progetti condivisi e sostenibili, quindi capaci di futuro.
Quanti incarichi a professionisti per progetti preliminari che vengono dati a vanvera!!! Come se gli abitanti di un posto non fossero assolutamente in grado di esprimere una loro propria idee di futuro. E, visto che le risorse non sono illimitate, se non sono capaci dovranno di sicuro imparare ad essere parte attiva nelle decisioni che li riguardano.
Ci sono anche degli esperimenti interessanti, abbiamo fatto un esperimento di percorso partecipativo con i ricercatori della Fond. Mach che hanno curato il progetto Openloc per Ledro.
Sarebbe proprio opportuno che prima di affidare costosi incarichi per progetti preliminari ci fosse l’obbligo di sentire i cittadini, di far loro elaborare delle linee guida, una scaletta di priorità …
Ma su 20 consiglieri … a crederci siamo in due gatti poichè io sono l’unica consigliere di minoranza eletta per la lista civica Ledro Bene Comune.
Buon lavoro e tanto entusiasmo (così l’impegno risulta meno pesante)!

Anna Maria Santolini

Democrazia diretta e sviluppo sostenibile: una chiave di lettura

Mattia Ravelli in “Una riflessione sulla sostenibilità” sottolinea come le innovazioni in tema di sostenibilità sono numerose ed hanno un grande potenziale d’applicazione, tuttavia sono confinate nell’ambito dei laboratori universitari “per la mancanza di un vero desiderio di cambiamento”. Questo è purtroppo vero. Infatti nella nostra realtà, nonostante l’abuso della terminologia, la diffusione di soluzioni “sostenibili” che tengano conto di tutte e tre le dimensioni – sociale, ambientale e economica – scarseggiano.
Pohutukawa at Duder Park by A.M.In particolare in questo articolo ci si vuole soffermare sulla dimensione sociale ovvero sulle relazioni sociali nel loro complesso e quelle tra la società civile e la politica. Ogni giorno appare più ovvio ed evidente che la crisi ambientale (es. instabilità degli approvvigionamenti energetici, inquinamento, effetto serra, etc.) e quella economica (es. recessione, collasso della finanza, debito pubblico, etc.) non siano altro che il risultato di una perdita di qualità nelle relazioni sociali e di una saturazione dei canali comunicativi delle nostre comunità. Per questa ragione si ritiene necessario un cambio radicale nel modo di relazionarsi al fine di concorrere in modo partecipato ed inclusivo nella definizione delle nuove regole per disegnare il nostro futuro.
Con la scusa di agire in modo “rapido ed efficiente” i politici non perdono tempo in discussioni che loro reputano inutili e non si preoccupano di ascoltare le istanze provenienti dalla cittadinanza. Si considerano “la classe dirigente”, l’unica capace di prendere decisioni strategiche. Si sentono legittimati poiché alle elezioni sono stati nominati dalla maggioranza perciò, dall’istante della “vittoria elettorale”, non si confrontano più con gli elettori o al massimo lo fanno con i loro “clienti”.
Le èlite della politica si giustificano adducendo all’incapacità del cittadino medio di comprendere la complessità della situazione che lo circonda: non essendo in grado di “capire”, non è nemmeno in grado di “agire in modo razionale”. Figuriamoci se il cittadino medio potesse scegliere tra l’opzione di un profitto immediato e quella di una rendita sostenibile sul lungo periodo. A detta delle èlite questo opterebbe per il “profitto immediato”. E’ questa la loro motivazione principale per non coinvolgerlo in una costruzione collettiva delle politiche pubbliche e delle strategie di sviluppo.
I fatti dimostrano che le motivazioni delle èlite sono semplicemente delle giustificazioni per non avere intralci nella cura dei propri interessi di clan o al massimo di partito. Al contrario, dove i cittadini hanno avuto voce nell’arena pubblica ed hanno avuto il tempo di ricevere e processare informazioni, i risultati sono stati di alto spessore in termini di indici di sostenibilità, dimostrando una grande capacità di disegnare collettivamente il futuro delle comunità in cui vivono.
Tale situazione è stata evidenziata in modo eclatante dai risultati dell’ultima consultazione referendaria nazionale. Gli italiani, nonostante l’invito al boicottaggio da parte dei partiti al governo, hanno dimostrato una consapevolezza ed una determinazione nel segnare la strada verso lo sviluppo sostenibile e la condivisione dei beni comuni. I cittadini hanno espresso una posizione chiara e vincolante che ha evitato – per il momento – di compromettere la qualità di vita delle generazioni future.
I referendum nazionali ci hanno dato un esempio di come la cittadinanza possa essere cosciente dei problemi e delle minacce che ci circondano e lungimirante nelle decisioni per prevenirli e risolverli. Da qui, la risposta a quella che precedentemente è stata definita “saturazione dei canali comunicativi” potrebbe venire dalla democrazia diretta superando così privilegi, veti e rigidità delle èlite. Solo il coinvolgimento della cittadinanza attraverso un processo partecipativo per decidere “sul presente e sul futuro” può aumentare la consapevolezza sociale e la condivisione dei principi che stanno alla base delle politiche pubbliche, le quali, necessariamente, devono essere sostenibili e condivise da tutti per essere efficaci.
Ci sono numerosi esempi che confermano le teorie sopra esposte. Gli stessi potrebbero essere presi come modello. Sono delle soluzioni integralmente sostenibili poiché sono socialmente condivise – tramite gli strumenti della democrazia diretta – , economicamente viabili ed in armonia con gli equilibri ecologici. Qui ne vengono riportati tre piuttosto significativi così da offrire al lettore una possibilità di approfondimento:
1) A Zurigo, in Svizzera, grazie allo strumento del referendum – peraltro senza quorum – hanno condiviso una scelta che proietterà la città verso il futuro con delle politiche che in Italia verrebbero considerate utopiche. Vedi articolo “Zurigo, l’utopia di un futuro senza automobili
2) A Schönau im Schwarzwald (Foresta Nera), nel Land del Baden-Württemberg in Germania, dopo un lungo percorso di “responsabilità economica organizzata” hanno raggiunto una situazione definita dagli stessi cittadini di “democrazia energetica senza essere dipendenti dai grandi produttori”. Vedi servizio di Report su YouTube.
3) In Val Pusteria, con un referendum autogestito, è stata espressa una forte volontà popolare per investire sulla ferrovia anziché sulla strada. I cittadini hanno saputo influenzare in modo cruciale le scelte infrastrutturali in tema di mobilità che altrimenti sarebbero state diametralmente opposte. Vedi news “Futuro del traffico in Val Pusteria
Credete che anche in Trentino si possa mettere da parte la “retorica della sostenibilità”?
I casi di Zurigo, di Schönau e della Val Pusteria ci dimostrano che la strada della democrazia diretta va nella stessa direzione di quella della sostenibilità. Questa crediamo che sia un scelta obbligata anche per tutelare la nostra qualità di vita e quella delle generazioni future.
(Articolo pubblicato il 19 gennaio 2012 sul blog di Trento2.0)