Più di 70 cittadini hanno partecipato al quiz sulla democrazia diretta somministrato nel corso del Festival dell’Economia e che vedrà l’assegnazione di alcune copie delle seguenti pubblicazioni: “La democrazia diretta vista da vicino” di Leonello Zaquini e “E tu cosa sei disposto a fare? – I testimoni per viaggiare nella Repubblica”.
Nei prossimi giorni i vincitori saranno contattati per segnalare le modalità per il ritiro dei premi o per l’invio tramite servizio postale. Nel frattempo ecco le risposte corrette al quiz e i grafici riassuntivi delle vostre risposte.
(PS. grafici prodotti con n.71 risposte. Il quiz è ancora aperto ma il termine per partecipare all’assegnazione dei premi è scaduto al momento della pubblicazione delle risposte)
1 – Dal 1946 ad oggi quanti referendum si sono svolti in Italia a livello statale
Dal 1946 ad oggi si sono svolti in Italia 71 referendum, di cui 67 referendum abrogativi. Si sono inoltre svolti un referendum istituzionale sulla forma di Governo nel 1946, un referendum consultivo nel 1989 e due referendum costituzionali.
Il 2 giugno 1946 si svolse in Italia il primo referendum istituzionale con il quale i cittadini furono chiamati a scegliere tra repubblica e monarchia. Il referendum di indirizzo si è tenuto il 18 giugno 1989, contestualmente alle elezioni europee, per sentire il parere popolare sul conferimento o meno di un mandato costituente al Parlamento europeo che veniva eletto nella stessa occasione. Il referendum confermativo del 2001 riguardava la riforma del titolo V della Costituzione promossa dal Governo Prodi (all’opposizione quando fu votato il referendum). Il secondo referendum costituzionale della storia della Repubblica si è svolto il 25 e 26 giugno 2006. La maggioranza dei votanti respinse il progetto di riforma costituzionale promosso dal centro-destra per introdurre, tra le altre riforme, la devolution alle Regioni, il premierato forte e la fine del bicameralismo perfetto.
2 – Quante firme sono necessarie per presentare un’iniziativa popolare (art. 71 Cost.)?
L’articolo 71 della Costituzione recita: “L’iniziativa delle leggi appartiene al Governo, a ciascun membro delle Camere ed agli organi ed enti ai quali sia conferita da legge costituzionale. Il popolo esercita l’iniziativa delle leggi, mediante la proposta, da parte di almeno cinquantamila elettori, di un progetto redatto in articoli.”
La cosiddetta riforma Boschi mira ad alzare da 50 mila a 150 mila il numero di firmatari necessario per presentare un’iniziativa popolare all’attenzione del Parlamento.
3 – Il Parlamento ha l’obbligo di discutere una proposta di legge di iniziativa popolare?
No. Dal 1979 a oggi, su più di 260 proposte venute dai cittadini, solamente 3 sono diventate legge. Nell’attuale Legislatura ne sono già state depositate una quarantina, ma nessuno è diventata legge. Dall’VIII Legislatura (1979) ad oggi i disegni di legge di iniziativa popolare solamente 3 sono riusciti a completare il proprio iter legislativo (1,15%). Le tre proposte diventate leggi risalgono rispettivamente al 1983, 1992 e 2000. La maggior parte delle iniziative popolari resta nei cassetti. (fonte: Openpolis)
4 – In che anno e su che tema si è svolto il primo referendum abrogativo in Italia?
Il 12 e 13 maggio 1974 si è svolto in Italia il primo referendum abrogativo. Promosso dalla Democrazia Cristiana di Amintore Fanfani, si proponeva di abrogare la legge istitutiva del divorzio ( 1° dicembre 1970, n. 898 Disciplina dei casi di scioglimento del matrimonio) entrata in vigore nel dicembre del 1970. La legge è conosciuta come legge Fortuna-Baslini dal nome dei due deputati, Loris Fortuna (socialista) e Antonio Baslini (liberale) primi firmatari delle proposte di legge, che furono abbinate nel corso di un lungo iter di approvazione parlamentare.
33.023.179 elettori si recarono alle urne, 19.138.300 elettori (59,26%) votarono contro l’abrogazione della legge. I voti favorevoli furono 13.157.558 (40,74%). Filmati – (Fonte: Archivio Camera dei Deputati)
5 – Che cosa disciplina l’articolo 138 della Costituzione italiana?
L’articolo 138 della Costituzione recita: “Le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali sono adottate da ciascuna Camera con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi, e sono approvate a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione.
Le leggi stesse sono sottoposte a referendum popolare quando, entro tre mesi dalla loro pubblicazione, ne facciano domanda un quinto dei membri di una Camera o cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali. La legge sottoposta a referendum non è promulgata, se non è approvata dalla maggioranza dei voti validi.
Non si fa luogo a referendum se la legge è stata approvata nella seconda votazione da ciascuna delle Camere a maggioranza di due terzi dei suoi componenti”.
6 – Il referendum sulle modifiche costituzionali prevede quorum di partecipazione?
No. Le leggi di revisione della Costituzione sono approvate con la maggioranza dei voti validi. Non c’è quorum di partecipazione.
7 – Il dibattito nell’assemblea costituente ha visto i due maggiori partiti di allora, Democrazia Cristiana e Partito Comunista, esprimere due posizioni opposte in ordine ai referendum, quali?
Gli esponenti della Democrazia Cristiana hanno sostenuto con competenza e convinzione l’introduzione di strumenti di democrazia diretta sul modello svizzero e statunitense riprendendo la discussione democratica interrotta dal primo conflitto mondiale e dal regime fascista.
Così è iniziato il primo intervento di Costantino Mortati (DC) il 3 settembre 1946 nella seconda sottocommissione della Commissione per la Costituzione: “Si deve infine accennare alla funzione da attribuire al popolo come organo del potere legislativo. La tendenza moderna è quella di condurre il popolo, da una funzione limitata alla scelta dei suoi rappresentanti, ad una funzione più ampia, di attiva partecipazione politica, e il mezzo adoperato a questo scopo è il referendum, che ha una efficacia diversa a seconda del modo in cui sono congegnati i poteri pubblici.
Il referendum ha una funzione più penetrante, più importante di quella che ha nella Costituzione del primo tipo, in cui si ammette una assoluta rigidezza nella formazione degli organi costituzionali che hanno un periodo fisso di durata. Si presenta allora l’esigenza di risolvere i conflitti eventuali, di sentire il parere del popolo; e questa esigenza può essere più viva che non nel regime parlamentare, in cui esistono congegni più elastici, che consentono ad ogni momento di tornare al popolo attraverso lo scioglimento della Camera”
Qui un intervento di Palmiro Togliatti (PCI) del 29 gennaio 1947: “Togliatti concorda, nel complesso, con l’opinione espressa dall’onorevole Grassi e dice subito che questo articolo è a favore di un partito che ha due milioni di iscritti, perché potrà sempre sospendere qualsiasi legge, trattandosi di un espediente di organizzazione elementare raccogliere 500.000 firme. Con tale sistema, quindi, un partito fortemente organizzato avrebbe la facoltà praticamente di sospendere la vita di tutte le Assemblee, la vita cioè costituzionale del Paese. Si tratta, infatti, di qualsiasi legge, eccetto il solo bilancio che si fa poi presto a ridurre ad ordinaria amministrazione, e i trattati. Ritiene però che tale sistema non sia democratico: si passerebbe da una battaglia all’altra, nulla più funzionerebbe. Richiama pertanto l’attenzione dei Commissari sulle sue conseguenze, che metterebbero in forse la stabilità, la continuità e la possibilità stessa legislativa dello Stato repubblicano. Pensa che si debbano almeno imporre limiti ristretti all’attuazione di un tale sistema.” (fonte: La nascita della Costituzione).
8 – Chi fu il relatore della seconda Sottocommissione della Commissione per la Costituzione che iniziò la discussione generale sull’organizzazione costituzionale dello Stato?
Costantino Mortati – Nato a Corigliano Calabro (Cosenza) il 27 dicembre I891 in una famiglia di origine albanese, Mortati si laureò a Roma in giurisprudenza nel 1914, in filosofia nel 1917 e in scienze politiche nel 1930.
Funzionario della Corte dei conti dai primi anni Venti, libero docente e vincitore di concorso a cattedra nel 1936, insegnò a Messina, Macerata (dove fu anche rettore-preside della locale facoltà di Giurisprudenza), a Napoli dal 1942 (Istituto navale e facoltà di Economia) e a Roma dal 1955 (facoltà di Scienze politiche), fu membro della commissione per la riorganizzazione dello Stato (la cosiddetta commissione Forti) e dell’Assemblea costituente. Dal 1960 fu giudice della Corte costituzionale (su nomina del presidente della Repubblica Giovanni Gronchi) e nel 1962 ne divenne vicepresidente. Morì a Roma il 25 ottobre 1985. (fonte: Enciclopedia Treccani)
9 – In Svizzera, USA, Irlanda, Australia, Nuova Zelanda e Bielorussia esiste il quorum nelle consultazioni referendarie e nelle iniziative popolari a voto popolare
No. Il quorum di partecipazione è previsto solo in alcuni stati dell’Europa dell’Est e in alcuni Lander tedeschi (peraltro tra il 10% e il 20% al massimo).
Da segnalare che la Commissione di Venezia (per esteso Commissione per la Democrazia attraverso il Diritto, organo consultivo del Consiglio d’Europa) ha ritenuto opportuno rispondere al dilemma italiano sul quorum raccomandando l’abolizione del quorum e di qualsiasi requisito relativo alla limitazione dell’affluenza alle urne.
10 – Se il Parlamento irlandese approva una modifica costituzionale con almeno i due terzi dei membri assegnati come si procede per richiedere un referendum confermativo?
Il referendum confermativo è obbligatorio indipendentemente dalla maggioranza con cui vengono approvati le leggi di revisione costituzionale.
L’47 della Costituzione approvata nel 1937 prevede che la Costituzione non possa essere modificata se non dopo che il popolo l’abbia acconsentito:
“1 Every proposal for an amendment of this Constitution which is submitted by Referendum to the decision of the people shall, for the purpose of Article 46 of this Constitution, be held to have been approved by the people, if, upon having been so submitted, a majority of the votes cast at such Referendum shall have been cast in favour of its enactment into law.
2 1° Every proposal, other than a proposal to amend the Constitution, which is submitted by Referendum to the decision of the people shall be held to have been vetoed by the people if a majority of the votes cast at such Referendum shall have been cast against its enactment into law and if the votes so cast against its enactment into law shall have amounted to not less than thirty-three and one-third per cent. of the voters on the register.
2° Every proposal, other than a proposal to amend the Constitution, which is submitted by Referendum to the decision of the people shall for the purposes of Article 27 hereof be held to have been approved by the people unless vetoed by them in accordance with the provisions of the foregoing sub-section of this section.
3 Every citizen who has the right to vote at an election for members of Dáil Éireann shall have the right to vote at a Referendum.
4 Subject as aforesaid, the Referendum shall be regulated by law.” (Fonte: Constitution of Ireland)
11 – Nel 2013 il Parlamento irlandese ha emendato la Costituzione per abolire il Senato consentendo un risparmio di 20 milioni di euro annui. Il voto popolare ha acconsentito?
Dal 1937, anno in cui è entrata in vigore l’attuale Costituzione irlandese, al 2015 gli irlandesi si sono espressi su 34 emendamenti costituzionali. I cittadini non ne hanno accolti 11, ovvero il 30 per cento delle modifiche approvate dal potere legislativo. L’ultima votazione ha avuto luogo nel 2015: gli irlandesi hanno approvato il “same-sex marriage”. Con un’affluenza del 39,2 per cento, l’emendamento n. 32 che prevedeva l’abolizione del Senato è stato bocciato dal 51,7 per cento dei votanti. (fonte Wikipedia: Thirty-second Amendment of the Constitution Bill 2013)
12 – In che anno è stato introdotto il referendum obbligatorio per tutte le revisioni parziali o totali della Costituzione federale svizzera?
Dal 1848 vige il referendum obbligatorio per tutte le revisioni parziali o totali della Costituzione federale. Nell’elenco della Cancelleria federale le iniziative popolari figurano insieme ai referendum obbligatori e risultano anche largamente prevalenti sul piano numerico.
Dal 1874 il referendum facoltativo può essere impugnato contro tutte le leggi federali e contro determinati decreti federali da un numero definito di aventi diritto al voto o di cantoni.
Nel 1891 fu introdotta l’iniziativa popolare per la revisione parziale della Costituzione. La domanda di iniziativa può essere presentata come proposta generica (richiedente la sola maggioranza del popolo) oppure come progetto elaborato (è necessaria la maggioranza del popolo e dei cantoni). Mentre il referendum mira al mantenimento dello status quo, l’iniziativa popolare punta a introdurre un cambiamento nella Costituzione, in una legge o in un’altra disposizione varata da un’autorità eletta. (Fonte: dizionario storico della Svizzera)
13 – L’anno dell’introduzione dell’iniziativa popolare a voto popolare (referendum propositivo) e del referendum (referendum confermativo) nella città di San Francisco?
La democrazia diretta in California ha radici profonde. Nel 1898 la città di San Francisco è stata una delle prime giurisdizioni degli Stati Uniti ad adottare l’iniziativa popolare a voto popolare (referendum propositivo) e il referendum (referendum confermativo).
Gli elettori di San Francisco stanno usando l’iniziativa locale, proprio come i riformatori della Progressive Era avevano pensato. Le utilizzano per affrontare le questioni di politica non adeguatamente risolte dai loro rappresentanti eletti e nel processo di creazione di una cittadinanza più impegnata ed informata. (fonte: Public Policy Institute of California)
14 – A livello statale quante consultazioni popolari si svolgeranno negli Stati Uniti nel 2016?
In data 2 giugno 2016 le richieste di iniziative popolari e referendum a livello statale che hanno raggiunto la soglia minima di firme sono 90. Questo numero è destinato ad aumentare poichè molte iniziative popolari stanno raggiungendo il numero di firme minimo richiesto per essere sottoposte a voto popolare. Le cosiddette “ballot measures” affrontano gli argomenti più controversi. Tra i temi che stanno maggiormente animando il dibattito a livello statale: legalizzazione possesso e consumo di marijuana, controllo delle armi, assistenza sanitaria universale e tasse.
Sia a livello statale che a livello locale (città, distretti e contee) nel 2016 si prevede che le votazioni popolari svolgeranno un ruolo chiave nella politica degli Stati Uniti. Solo fra gli enti locali della California, gli elettori potrebbero decidere direttamente oltre 500 temi chiave della comunità attraverso consultazioni vincolanti locali. In tutti gli Stati Uniti, i legislatori locali e gli attivisti locali metteranno questioni sulla scheda elettorale che influenzeranno la vita quotidiana dell’intera cittadinanza. Alcune riguarderanno esclusivamente le singole comunità in cui esse sono proposte. Altre saranno invece parte di questioni più grandi e che riguardano lo stato o perfino temi nazionali. (fonte: Ballotpedia: ballot measurs 2016).
15 – Nel 2012 è stata approvata un’iniziativa popolare per emendare la Costituzione dello stato del Colorado. Cosa riguardava?
Il 6 novembre 2012 gli elettori del Colorado hanno approvato un emendamento, la cosiddetta proposition 64, per la legalizzazione dell’uso e del possesso di marjuana.
Di seguito il quesito approvato dagli elettori: “Shall there be an amendment to the Colorado constitution concerning marijuana, and, in connection therewith, providing for the regulation of marijuana; permitting a person twenty-one years of age or older to consume or possess limited amounts of marijuana; providing for the licensing of cultivation facilities, product manufacturing facilities, testing facilities, and retail stores; permitting local governments to regulate or prohibit such facilities; requiring the general assembly to enact an excise tax to be levied upon wholesale sales of marijuana; requiring that the first $40 million in revenue raised annually by such tax be credited to the public school capital construction assistance fund; and requiring the general assembly to enact legislation governing the cultivation, processing, and sale of industrial hemp”.
Da segnalare che già nell’anno 2000 gli elettori del Colorado avevano approvato un emendamento costituzionale per legalizzare il consumo di marjiuana a fini medici. (fonte Ballotpedia: proposition 64 del 2012)
Bellissime riflessioni. Riesce a stupirmi il dato sulle iniziative di legge depositate in Italia. Questa necessità di partecipazione che sopravvive forte nonostante l’evidente disaffezione alle elezioni. Proprio a sottolineare il bisogno di democrazia diretta che sostenga la democrazia rappresentativa diventata autoreferenziale.
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