di Vincenzo Calì – Sul combinato disposto terzo statuto/nuovo Senato, dopo cortine fumogene sparate ad arte per sviare l’attenzione dai nodi veri, l’oscurità comincia a diradarsi: ad Alessandro Pietracci che aveva posto molti interrogativi sul solitario percorso intrapreso con l’istituzione della Consulta trentina per Continua a leggere
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Autogoverno trentino: “Pueblo unido” per una costituente popolare
di Vincenzo Calì – Mentre nelle vie e nelle piazze spagnole si diffonde il canto del “Pueblo unido” e Pablo Iglesias pone un aut – aut ai socialisti (sì ad un governo di alternativa secca a condizione dell’ appoggio al referendum indipendentista catalano) in Italia si fanno gli scongiuri (Renzi in testa) per il mantenimento della legge elettorale maggioritaria recentemente varata dal Parlamento, portando il caso spagnolo come esempio di ingovernabilità. La sinistra italiana, e a maggior ragione quella trentina, non hanno nulla da dire in proposito? Continua a leggere
Intervista a Cristiano Vecli: un canone alla Duodecima Contrapunto alla Quinta per l’iniziativa popolare
Cristiano Vecli è uno dei membri fondatori del comitato civico Più Democrazia in Trentino. Con quest’intervista ci siamo rivolti a lui per avere delle risposte sullo stato della democrazia e delle riforme che offrissero una chiave di lettura diversa rispetto a quelle standard proposte dalla politica. Cristiano, oltre ad occuparsi dell’attività commerciale di famiglia, è infatti anche consigliere circoscrizionale della città di Rovereto per i Verdi, viaggiatore appassionato di Islanda e batterista della storica band roveretana Red Solution.
Di seguito l’intervista: Continua a leggere
Le elezioni presidenziali negli Stati Uniti d’America e i referendum
In questi giorni siamo sommersi dalle notizie sull’andamento delle campagne elettorali di Obama e Romney per la carica di Presidente degli Stati Uniti d’America. Per la verità vi sono altri quattro candidati, ma non hanno nessuna speranza.
Meno noto, al di fuori degli Stati Uniti, è che il martedì elettorale del 6 novembre non sarà solo per la presidenza, ma per molte altre cariche federali e statali, visto che gli americani non usano sprecare soldi come da noi. Si voterà per esempio per il rinnovo della Camera del Rappresentanti, un terzo del Senato (33 su 100), undici governatori di stati e due di territori (Samoa Americane e Portorico), i parlamenti di molti stati federali, e in taluni casi anche per altre cariche elettive, da segretario di stato a giudice di corte suprema o direttore del distretto scolastico. Continua a leggere
Democrazia diretta su RaiNews
«Internet cambia la vita politica, favorisce la partecipazione, promuove una nuova idea di democrazia dove i cittadini possono dire la loro sui temi concreti» questo è il messaggio lanciato da Roberto Reale nella puntata “Democrazia diretta” trasmessa da Rai News il 15 luglio 2011 all’interno della rubrica Scenari.
Nel servizio si analizzano il successo di istanze popolari promosse dalla e nella rete ed il rapporto tra internet e politica per indagare il livello di trasparenza della classe dirigente. Si identifica la rete come il luogo privilegiato per coniugare i concetti di libertà e di partecipazione. Internet è ormai la fonte dove la maggioranza dei cittadini cerca informazioni politiche non solo per tenersi al corrente circa i candidati o gli eletti ma anche per protestare e resistere contro le censure.
In questo senso è d’obbligo il riferimento ad Avaaz.org – sito specializzato in petizioni – che è riuscito a far annullare il Gran Premio del Bahrain, dopo aver invaso con commenti negativi i siti web delle scuderie automobilistiche che avrebbero gareggiato in un paese sconvolto da una brutale repressione. Questo è un esempio simbolico di democrazia diretta poichè le petizioni pur non avendo valore legale confermano la volontà dei cittadini di esprimere la loro opinione su cose concrete.
Si osserva il ruolo degli smart phone come strumenti di connessione alla rete che favoriscono l’interazione anche senza l’utilizzo di pc – la cosiddetta nomadizzazione di internet – ma anche gli hacker di Anonymous, i libertari informatici che si battono per la libertà di esprimere i propri ideali e difendere i soprusi. Ad esempio, uno dei loro slogan a sostegno la battaglia contro “l’ossessione e la paranoia della sicurezza e la paura degli altri che immiserisce le nostre vite” è “Join us for great justice and epic win!”.
Nel servizio si parla anche del costituzionalismo popolare dell’Islanda – a cui abbiamo accennato pochi giorni fa – che ribalta la logica che vuole pochi esperti a decidere per tutti.
Notevole anche la parte riservata a M. Zuckerberg inventore di Facebook, il social network che è ormai diventato cruciale per i leader politici mondiali, i quali lo utilizzano per le loro campagne ma da cui ne sono simultaneamente intimoriti per la forza con cui il loro potere potrebbe delegittimato.
Si chiude con Assange, il fondatore di Wikileaks incarcerato ed oggetto di censura causando così con un grave danno per la trasparenza internazionale. Buona visione!
La puntata “Alte velocità” del 9 marzo 2012 parla invece del dibattito pubblico – che noi abbiamo inserito nella bozza 1.0 – che avviene in Francia dal 1995, dove grazie alla legge Barnier si regolamenta la partecipazione dei soggetti direttamente interessati dalle grandi opere con un notevole impatto ambientale.
Si paragona il sistema francesce del dialogo con quello italiano delle opere pubbliche coercitive che determina pessimi risultati come è stato per la TAV della Val di Susa, l’autostrada Salerno-Reggio Calabria e il Ponte di Messina. Questo potrebbe peraltro farci riflettere sull’assenza di dibattito pubblico sulle grandi opere locali in Trentino come Metroland.
Nel servizio sono presenti anche riferimenti a grandi opere imposte alla cittadinanza nel Regno Unito e in Cina, le quali prevedono investimenti di miliardi di Euro per ridurre i tempi di spostamento ma che lasciano irrisolti i problemi di mobilità ordinaria.
Il servizio si conclude con un analisi dei consumi energetici considerando tutto il ciclo di vita di un sistema di trasporto e riferendosi ad uno studio universitario che compara i consumi di energia di differenti mezzi di trasporto. Si ragiona in termini di costi energetici e ambientali in rapporto con la quantità di merci trasportate e il numero di passeggeri.
Direttamente correlata con il tema della democrazia diretta è la puntata “L’anno degli Indignati” del 5 novembre 2011, un approfondimento sul movimento degli Indignados diffuso a livello globale. Il movimento ha avuto il merito di riportare nell’agenda politica i bisogni del 99% della popolazione mondiale per contrastare quella ridotta percentuale di soggetti che si sono arricchiti grazie alla relaziona complice e perversa tra la politica dei clientelismi e la finanza corrotta.
Il servizio mostre le immagini delle nuove forme di lotta adottate da Occupy Wall Street: i presidi permanenti, i cortei, le piazze virtuali e reali che si incontrano senza leader e dove gli interessati puntano a creare un laboratorio politico a cielo aperto. Lo scopo di tali azioni è di determinare un’onda di lungo periodo che solleciti profondi cambiamenti di tipo culturale.
Uno sguardo anche alle proteste spagnole caratterizzate dal motto “Democracia real ya!” che hanno dato grande importanza ai social forum ed hanno innescato l’ondata delle proteste mondiali. Il loro progetto non è nulla di rivoluzionario e radicale ma semplicemente una democrazia partecipativa, esercitata e controllata dal basso grazie alla rete internet, per abbattere i polarismi della politica e per includere i movimenti della società civile.
Costituzionalismo popolare in Islanda
Nell’attesa che l’ufficio legislativo del Consiglio provinciale di Trento ci dia un parere sulla bozza del ddl che abbiamo depositato la settimana scorsa, cogliamo l’occasione per dare un’occhiata a quanto accade fuori dai confini nazionali.
Leggendo l’articolo Grassroots Constitutional Politics in Iceland scritto da Paul Blokker e pubblicato nel gennaio 2012 sul sito web del Social Science Research Network, è possibile approfondire il concetto di costituzionalismo popolare. Continua a leggere