Ieri, lunedì 20 agosto, Carlo Daldoss ha rilasciato un’intervista a Trentino TV (trasmessa il giorno stesso all’interno del Telegiornale). Intervista poi rilanciata sulla pagina pubblica dell’ex-Assessore / Candidato
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Assemblea circoscrizionale su alberi di viale Trento. Gli interventi del Difensore Civico per rompere il silenzio del sindaco Valduga
Nell’ottobre 2017, con una lettera siglata congiuntamente dai rappresentanti dell’associazione Più Democrazia in Trentino e dalla referente del comitato Salviamo gli alberi di viale di Trento, veniva segnalata al Difensore Civico la mancata attuazione delle disposizioni dello Statuto comunale e del regolamento sulle circoscrizioni di Rovereto per quanto riguarda l’iter di trattazione delle decisioni prese dalle assemblee circoscrizionali. Continua a leggere
Giardini Dante di Rovereto. Mancata risposta a opposizione su ampliamento Centro Tennis, richiesto intervento Difensore Civico
Il 21 dicembre scorso abbiamo inviato via posta elettronica certificata un’opposizione alla delibera n.231/2017 della Giunta comunale di Rovereto che riguardava il progetto esecutivo per i lavori di ampliamento del Centro Tennis Comunale di via Lungo Leno Destro. Continua a leggere
Richiesta per valutare gli effetti del FOIA sull’accesso civico
L’approvazione del FOIA (Freedom of Information Act – D.lgs. 97/2016) è stata accompagnata dal messaggio che i cittadini hanno ora diritto di conoscere dati e documenti in possesso della pubblica amministrazione, anche senza un interesse diretto. Continua a leggere
Diritto di petizione a Rovereto. Il sindaco Valduga prospetta una revisione della disciplina
Le iniziative intraprese nell’estate del 2017 dalla nostra associazione per assicurare la piena attuazione del diritto di petizione del Comune di Rovereto hanno determinato un primo transitorio risultato. Nella lettera del Difensore Civico del 24 agosto scorso si è appreso che il sindaco Valduga, in risposta alle nostre osservazioni, intende rimettere in discussione lo svolgimento delle procedure previste per la trattazione delle petizioni presentate all’amministrazione comunale. Continua a leggere
«Sindaci civici» tra retorica e storytelling
E’ noto agli studiosi di semantica e agli scienziati sociali come il significato delle parole chiave usate in politica muta radicalmente nel tempo. Per esempio, è illuminante l’analisi svolta dal ricercatore, giornalista e poeta David Van Reybrouck sul processo di mutamento della terminologia utilizzata per definire il sistema di governo dei Paesi dell’Occidente.
Nell’opera “Contro le elezioni” (Feltrinelli, 2013), attraverso un’accurata indagine retrospettiva degli avvenimenti politici degli ultimi secoli, l’autore olandese ci dimostra come le medesime modalità di selezione della classe dirigente, nell’Ottocento venivano classificate come sistema di aristocrazia elettiva mentre oggi sono comunemente considerate un elemento cardine della democrazia rappresentativa. Continua a leggere
Informativa al Difensore Civico su istanze e petizioni negli enti locali del Trentino
Non avendo ricevuto alcuna comunicazione in merito all’istanza presentata la scorso 22 marzo al sindaco del Comune di Rovereto con la quale si chiedeva di predisporre una relazione e di informare la cittadinanza sull’uso degli strumenti di partecipazione a livello locale, abbiamo ritenuto doveroso redigere e consegnare al Difensore Civico un’informativa in ordine alla trattazione delle istanze e delle petizioni nei comuni del Trentino prodotta sulla base di un paio d’anni di monitoraggio. Continua a leggere
Il Comune di Rovereto non assicura l’esercizio del diritto di petizione
Nel corso dell’estate del 2016 il sindaco Valduga si lamentava per la bassa adesione dei cittadini alla piattaforma digitale per la scrittura dei regolamenti comunali sui beni comuni e sulla convivenza civile e, contestualmente, dichiarava che i cittadini non dovevano più pensare di restare inascoltati. A distanza di pochi mesi i fatti dimostrano che la promessa del primo cittadino e i principi di partecipazione popolare sanciti nello Statuto comunale sono stati disattesi. Gli avvenimenti hanno infatti dimostrato che l’amministrazione comunale non è in grado di assicurare il pieno esercizio del diritto di petizione, arcaico e basilare strumento di partecipazione che consente ai cittadini di denunciare situazioni, esporre necessità comuni o richiedere l’adozione di provvedimenti amministrativi. Continua a leggere
Consegnata istanza al Comune di Rovereto per più informazione sugli istituti di democrazia diretta
Come anticipato nella relazione annuale presentata nel febbraio scorso, eravamo in procinto di consegnare l’istanza rivolta al Sindaco della città di Rovereto Francesco Valduga al fine di chiedere di predisporre una relazione sull’utilizzo degli istituti di democrazia diretta negli anni recenti e di darne opportuna pubblicità. Vi confermiamo di aver inoltrato l’istanza via posta elettronica certificata il 22 marzo scorso. Continua a leggere
Rovereto di nuovo alle prese con il dilemma del quorum
Per la terza volta in 7 anni il Consiglio comunale di Rovereto discute sull’opportunità di eliminare il quorum di partecipazione ai referendum. Nel gennaio 2013 (giunta Miorandi) la discussione fu generata da una proposta di delibera popolare a prima firma di Paolo Michelotto mentre nell’ottobre del 2009 (giunta Valduga senior) furono 3.690 (l’83% dei votanti) i cittadini a votare favorevolmente alla consultazione referendaria per l’abolizione del quorum. Continua a leggere
Trento. Norme d’uso per i referendum comunali
L’associazione Più Democrazia in Trentino esprime soddisfazione sul fatto che la democrazia diretta sia oramai una proposta trasversale agli schieramenti politici anche per le imminenti elezioni comunali. Sottolinea altresì con preoccupazione la conoscenza sommaria e grossolana in materia da parte di alcuni amministratori. Il riferimento d’obbligo è alle dichiarazioni di Alessandro Andreatta al Corriere del Trentino in data 22 aprile. Il sindaco di Trento ha infatti affermato che “nel 2012 sul tema si è espresso il Consiglio comunale, bocciando la soluzione quorum zero perché non giuridicamente sostenibile, ma approvando una riduzione del quorum al 30% contestualmente a un aumento delle firme richieste per l’indizione della consultazione”. Continua a leggere
Il risentimento morale per la violazione dei diritti
«Io ho cercato un sintomo che ci faccia conoscere quando venga leso il diritto in un uomo; e l’ho trovato nel risentimento morale […] Continua a leggere
L’ingiustizia sociale e la genesi delle rivoluzioni
«Di mano in mano che il popolo si istruisce e le facoltà intellettuali e morali si svolgono; di mano in mano che la moltitudine esperimenta dal potere ingiustizie e vessazioni, le quali la risvegliano e con una penosa esperienza la rendono diffidente del potere, la disingannano della credenza che aveva nella illimitata sapienza di chi la governa; si manifesta prima il bisogno di una difesa dei propri diritti e poscia sorge il pensiero della possibilità di averla, e finalmente si tenta di averla, domandando o anzi strappando qualche guarentigia ai dominanti, qualche limitazione del loro assolutismo. Continua a leggere
Convocazione della conferenza di informazione sulla democrazia diretta: martedì 1 luglio
Dopo aver accolto con favore la richiesta del comitato Più Democrazia in Trentino, i capigruppo di PD, PATT e UPT hanno dato il via all’istruttoria per la convocazione della conferenza di informazione sulla democrazia diretta. La sessione di approfondimento dei temi posti all’attenzione dell’agenda politica locale dal ddl 1/XV avrà luogo martedì 1 luglio dalle ore 9:00 alle ore 13:00 presso la sala convegni delle Autonomie Locali in via Torre Verde 23 a Trento. Continua a leggere
Intervista a Cristiano Vecli: un canone alla Duodecima Contrapunto alla Quinta per l’iniziativa popolare
Cristiano Vecli è uno dei membri fondatori del comitato civico Più Democrazia in Trentino. Con quest’intervista ci siamo rivolti a lui per avere delle risposte sullo stato della democrazia e delle riforme che offrissero una chiave di lettura diversa rispetto a quelle standard proposte dalla politica. Cristiano, oltre ad occuparsi dell’attività commerciale di famiglia, è infatti anche consigliere circoscrizionale della città di Rovereto per i Verdi, viaggiatore appassionato di Islanda e batterista della storica band roveretana Red Solution.
Di seguito l’intervista: Continua a leggere
Avversità del PD alla democrazia diretta? Risponde Daniela Filbier
All’inizio del mese di gennaio abbiamo inviato alcune domande (link a piè di pagina) al segretario provinciale del Partito Democratico del Trentino, prof. Michele Nicoletti. A distanza di due mesi e dopo la sua elezione, nonostante le promesse iniziali, non abbiamo avuto nessuna replica. Per avere un’idea dei propositi dei candidati del PD in tema di democrazia diretta abbiamo inoltre intervistato Elisa Filippi, la quale però ha preferito ridirezionare alcune risposte ai vertici del PD poiché riteneva di non trovarsi nel ruolo idoneo per poter rispondere.
A seguito di questi tentativi e sempre al fine di investigare l’attitudine e le contraddizioni del PD in tema di democrazia diretta e partecipazione, ci siamo quindi rivolti a Daniela Filbier. Considerata la sua disponibilità ed il desiderio di affrontare anche le questioni più scomode, le abbiamo posto alcune domande provocatorie che lei ha definito caustiche ma alle quali ci ha degnati di una risposta a differenza dei suoi colleghi di partito.
Ricordiamo come Daniela sia membro del comitato Più Democrazia in Trentino nonché segretaria del circolo PD di Lavis. Continua a leggere
Ruggero Pozzer ribadisce l’appoggio alla democrazia diretta
Ruggero Pozzer è membro costituente del comitato civico di Più Democrazia in Trentino. E’ insegnante di educazione fisica nonché allenatore e istruttore nazionale di vela. Viticoltore per passione di famiglia, negli anni 80’ ha inaugurato con il padre una delle prime aziende agricole biologiche del Trentino. Dal 2000 al 2010 è stato consigliere presso il Comune di Rovereto con i Verdi. Ora è consigliere, sempre per i Verdi, presso la Comunità di Valle della Vallagarina.
Alex: Il tuo appoggio all’iniziativa popolare di Più Democrazia in Trentino è solo l’ultima parte di un percorso iniziato mentre eri consigliere comunale a Rovereto. Puoi raccontare qualcosa in merito?
Ruggero: Devo a Paolo Michelotto l’illuminazione che mi ha trasmesso fin dal 2006 l’interesse per i temi della democrazia diretta. All’inizio mi sono messo a disposizione solo come autenticatore di firme nella mia vesta di Consigliere comunale; andavamo in piazza d’inverno al freddo a raccogliere le sottoscrizioni per i referendum comunali. Conosciute meglio le modalità della democrazia diretta ho condiviso subito la necessità di estendere i suoi principi ad ogni livello, pur sempre in affiancamento alla democrazia rappresentativa. Ora ho scelto di condividere pienamente il percorso con il comitato civico Più Democrazia in Trentino conscio che sia forse l’unica strada civile e incruenta per restituire piena dignità alla politica.
Nonostante gli sforzi per adeguare gli istituti di democrazia diretta alle best practice suggerite dal Consiglio d’Europa , i rappresentanti dei partiti locali roveretani hanno disatteso sistematicamente le aspettative per un miglioramento dei diritti politici. Come giudichi quanto successo a Rovereto in occasione della discussione dell’ultima proposta di deliberazione popolare?
Credo sia doveroso innanzitutto sottolineare come non tutti i partiti locali abbaino attuato questa sorta di chiusura. I Verdi, sia roveretani che trentini, hanno ormai assimilato pienamente il bisogno di aprire le porte agli strumenti “demodiretti”. Così non è invece per le altre forze politiche che esprimono un generalizzato atteggiamento di diffidenza a quanto proponiamo.
Ritengo che le difficoltà che hai ben espresso nella domanda siano dovute a diversi motivi. L’autoreferenzialità della politica tradizionale protratta al punto da credere di essere intoccabile. La paura di perdere i privilegi socio economici riservati agli organi politico-amministrativi. La mancanza di apertura mentale e di coscienza sociale. Più di tutto poi l’influenza dei partiti, ben consci che perderebbero autorità e potere. E’ vero che alcuni rappresentanti tentano di emanciparsi dai rispettivi partiti, ma però con grande difficoltà. Anche leggendo alcune interviste che compaiono prima della mia nel blog, noto senza stupore come alcune espressioni siano sottolineate cautelativamente dalla dichiarazione di “a titolo personale” che significa “pur nel rispetto del parere contrario del partito di appartenenza”.
Nel consiglio comunale di Rovereto, l’unico sostenitore delle ragioni dei cittadini che ha dimostrato buona conoscenza e responsabilità civica è stato appunto un rappresentante dei Verdi, Mauro Previdi. Come mai le altre forze politiche – ad eccezione del M5S che dal momento della sua costituzione sostiene la democrazia diretta ma che ora non è rappresentato – sono così poco propense a valorizzare le diversità ed il contributo dei cittadini?
Mauro Previdi è persona aperta ed intellingente che ha condiviso fin dall’inizio anche le nostre posizione riguardo a questo tema. La sua è politica per servizio e la sua buona fede è dimostrata ancor di più dal suo impegno umanitario in Africa. E’ il soggetto politico ideale per comprendere la bontà sociale del percorso di Più Democrazia. In generale al di fuori di Previdi e di qualche altro consigliere, vedo molta superficialità, impreparazione e poca affinità alla fatica politica.
M5S esprime nelle intenzioni una potenzialità incredibile come movimento di rottura. E’ in questo senso che sostiene la democrazia diretta in contrapposizione totale al sistema. Fare politica significa però saper lavorare anche assieme a chi la pensa diversamente da te, significa rispetto per le posizioni altrui, significa capacità alla fatica dimostrata solo con la gavetta; nessuno inventa nulla ma ciascuno può contribuire.
A livello provinciale dopo aver presentato l’iniziativa in Prima Commissione lo scorso settembre, la proposta del nostro comitato è stata ignorata. Il rischio di un altro flop democratico come accaduto a Trento e Rovereto è evidente. Vista la situazione credi anche tu che sarebbe meglio lasciare che il ddl venga discusso nel corso della prossima legislatura?
Ora o dopo poco cambia, anche a livello provinciale sembra che solo la sensibilità del consigliere dei Verdi e democratici del Trentino, Roberto Bombarda, sia in grado di comprendere la grandiosa potenzialità democratica degli strumenti referendari. Confido che un forte cambiamento alla guida della nostra provincia possa, nella prossima legislatura, diffondere la percezione di quanto sia utile oggi che i cittadini riprendano in mano il controllo della loro sorte con i nostri strumenti.
Rivoluzione Civile sarà presente anche alle Provinciali? Se sì, avete in programma di inserire le proposte del ddl n.328 o parte delle stesse nel vostro programma? Eventualmente quali?
Rivoluzione Civile – Lista Ingroia è un nuovissimo soggetto politico che nasce da un’esigenza attuale, la scomparsa dei temi sociali, legali e ambientali dai tavoli operativi dei partiti. Il suo futuro non si conosce e sarà determinato in parte dall’esito alle prossime elezioni politiche; esito che si prospetta peraltro ottimo dalla lettura dei sondaggi di opinione. Posso garantire che la componente Verde di Rivoluzione Civile farebbe propria senza difficoltà la proposta del ddl n. 328 e conosciute le sensibilità delle altre componenti credo che nulla osti ad una completa condivisione nei progetti del gruppo.
I Verdi hanno dimostrato un interesse genuino per un miglioramento dei diritti politici dei cittadini (vedi Häfner a livello europeo, Dello Sbarba e Heiss in Alto Adige-Sudtirol, Bombarda in Trentino, etc.) considerando gli input provenienti dal basso come un elemento integrante della democrazia rappresentativa. Questo aspetto non risulta esplicitamente nel programma di Rivoluzione Civile se non per un vago accenno alla partecipazione ed alla democrazia. Giustizia e democrazia possono essere perseguite solo da soggetti con doti morali superiori al resto dei cittadini?
Il tema dei diritti politici legati alla democrazia diretta non risulta specificamente scritto per esteso nel programma di Rivoluzione Civile ma si rivela senza dubbio nella filosofia generale; ogni passaggio del programma è un inno alla rivalutazione della persona umana che non può prescindere dalla sua piena consapevolezza e controllo del suo presente e futuro.
E’ dimostrato ormai ogni giorno da scandali e ruberie legalizzate come sarebbe necessario dotare la classe politica di un passaporto di assoluta moralità ed etica. La fiducia nostra è assoluta perché riposta nel garante della coalizione. Antonio Ingroia ha trascorso una vita di lavoro mettendosi in gioco ogni giorno, a rischio della vita, nella lotta al cancro peggiore della nostra Italia, la criminalità organizzata.
Nel 1980 in Apologo sull’onestà nel paese dei corrotti, Italo Calvino scriveva “…Di tanto in tanto, quando meno ce lo si aspettava, un tribunale decideva d’applicare le leggi, provocando piccoli terremoti in qualche centro di potere e anche arresti di persone che avevano avuto fino a allora le loro ragioni per considerarsi impunibili. In quei casi il sentimento dominante, anziché la soddisfazione per la rivincita della giustizia, era il sospetto che si trattasse d’un regolamento di conti d’un centro di potere contro un altro centro di potere.
Cosicché era difficile stabilire se le leggi fossero usabili ormai soltanto come armi tattiche e strategiche nelle battaglie intestine tra interessi illeciti, oppure se i tribunali per legittimare i loro compiti istituzionali dovessero accreditare l’idea che anche loro erano dei centri di potere e d’interessi illeciti come tutti gli altri…” Sembra un passo scritto in questi giorni eppure è vecchio di 30 anni…
E’ la componente animalesca dell’homo homini lupus, dell’uomo che divora l’altro uomo, componente naturale dell’essere umano, oggi come ieri, qualora manchi la cultura della responsabilità. Responsabilità propria e riconoscimento responsabile di quella altrui; queste le soluzioni al problema, distanti anni luce dalla realtà della società italiana di oggi.
Nell’articolo Carnevalata elettorale, non cadere nella trappola pubblicato su Umanità Nova, Tiziano Antonelli sostiene come sia inutile votare poiché la possibilità per ogni lista di entrare in Parlamento è inversamente proporzionale alla sua rappresentatività dei movimenti. Rivoluzione Civile nasce da un malcontento popolare diffuso accorpando movimenti ed appartenenze ideologiche diverse. I propositi sono molto ambiziosi, tuttavia le possibilità che anche solo una piccola parte del programma venga realizzata sono quasi nulle. Puoi offrire delle motivazioni del perché un cittadino dovrebbe votare per Rivoluzione Civile sapendo che nulla (o molto poco) può fare nel contesto parlamentare italiano?
Non credo siano reali le affermazioni proposte nella domanda. Rivoluzione Civile è costituita da persone fortemente rappresentative e rappresentate nei movimenti ambientalisti e sociali del territorio. Persone che credono però non sia sufficiente la testimonianza ma sia necessario mettersi in gioco direttamente nella conduzione delle scelte amministrative; con la certezza di avere un ottimo riscontro elettorale.
Le appartenenze diverse si fondono piacevolmente senza difetto allorquando si citano i quattro principi coerenti con le storie di ciascuno: legalità, lavoro, ecologia, diritti umani.
Un cittadino deve votare Rivoluzione Civile – Lista Ingroia se ritiene necessario mantenere un baluardo che senza compromessi mantenga viva l’attenzione sui temi degli ultimi, dei deboli che costituiscono la componente in oblio nella società.
Le resistenze al cambiamento in Trentino ed in Italia sono forti. I politici attraverso norme da loro approvate senza che i cittadini possano opporsi chiedono rinunce alla famiglie. Però loro stessi non sono disposti a nessun sacrificio difendendo invece strenuamente la democrazia rappresentativa (ed in particolare i loro privilegi). Qual è la chiave di volta a tutto ciò?
Basta smettere di credere alle promesse ed ai buoni propositi. Forse non c’è speranza perché gli elettori cadono sempre nel tranello. E’ sufficiente leggere con attenzione il vissuto di chi si propone, sapendo cosa ha fatto e come si è distinto in tempi non sospetti.
Personalmente sono molto fiero di aver partecipato in piena consapevolezza e convinzione alla raccolta firme per la Proposta di Legge Costituzionale di Iniziativa Popolare “Quorum zero e Più Democrazia”. Mi sono impegnato per la proposta di abolizione del quorum referendario anche a livello nazionale. Ma due punti altrettanto qualificanti del DDL sono la revoca del mandato e l’indennità dei parlamentari decisa dagli elettori.
Nel primo caso si evita di dovere attendere sino a scadenza di mandato per sbarazzarsi di parlamentari che abbiano palesemente mancato la loro promessa elettorale. Avviene mediante una cospicua raccolta di firme nel collegio di pertinenza. E’ un istituto già previsto e già utilizzato in numerosi collegi ad esempio negli USA e in Sud America.
L’indennità di carica decisa dagli elettori è invece un istituto secondo il quale l’elettore, al momento del voto, determina anche l’indennità che secondo lui merita il deputato o senatore. La media delle scelte effettuate da tutti gli elettori determinerà l’indennità di ogni singolo parlamentare. Il cittadino “datore di lavoro” decide lo stipendio del suo “delegato”. Questa è vera democrazia.
Elisa Filippi: le giustificazioni a favore della democrazia rappresentativa
Dopo il post di Stefano Longano che fa il punto sullo stato di arretratezza delle norme sui referendum in Trentino, pubblichiamo le risposte appena ricevute da Elisa Filippi a seguito di un’intervista inviatale il 6 gennaio scorso. Filippi, candidata alla Camera fra i ranghi del Partito Democratico dopo essersi posizionata seconda alle primarie trentine di dicembre, ci tiene a sottolineare come “le risposte naturalmente riflettono solo il mio personale punto di vista, non quello del Partito nella sua totalità.”
Per colmare questa mancanza, nei prossimi giorni confidiamo di ricevere anche le risposte del segretario provinciale del PD, Prof. Michele Nicoletti. Nella nostra intervista avevamo infatti cercato di indurlo ad esplicitare le motivazioni delle resistenze del partito alle riforme sui diritti politici in Trentino.
Nell’attesa di conoscere la linea ufficiale del partito condividiamo il pensiero di Elisa Filippi:
Introduzione alle domande
Nei primi mesi di quest’anno riprenderà la trattazione in Prima Commissione sul ddl di iniziativa popolare n.328 “Iniziativa politica dei cittadini. Disciplina della partecipazione popolare, dell’iniziativa legislativa popolare, dei referendum e modificazioni della legge elettorale provinciale”, e dei ddl di iniziativa consiliare n. 98, 222, 233, 297, 305, 328 e 330/XIV.
Il Disegno di iniziativa popolare promosso dal Comitato “Più Democrazia in Trentino” ha ricevuto il sostegno di oltre 4.000 cittadini della Provincia di Trento. Alla luce del risultato delle recenti Primarie, che La vedono come probabile futura Deputata della Repubblica, il Comitato desidera conoscere la Sua opinione riguardo al tema della democrazia diretta.
Di seguito alcune domande cui La preghiamo di rispondere; le Sue risposte saranno poi pubblicate sia sul blog del Comitato che sulla pagina Facebook. Per completezza e volontà di trasparenza La informo che in contemporanea sottoponiamo un set di quesiti analoghi anche a Michele Nicoletti, Segretario del Partito Democratico del Trentino e futuro Parlamentare. Grazie sin d’ora per la disponibilità
Alex: Nonostante le nomine per le candidature siano state criticate da molti, a livello concettuale il Partito Democratico ha dato un buon esempio lanciando le primarie. Purtroppo però – citando Gad Lerner – “il vertice del Pd per due elezioni di fila (2006 e 2008) ha usufruito del Porcellum per compilare liste di nominati come gli altri partiti. Inoltre il Pd non ha appoggiato come sarebbe stato necessario il referendum abrogativo del Porcellum, in quanto sperava di mettersi d’accordo con Casini per una svolta proporzionale foriera di governi nati da intese parlamentari”. Non trova tutto ciò un po’ contradditorio? Sembra che la democrazia faccia comodo solo quando i risultati siano prevedibili …
Filippi: Personalmente considero la modifica della legge elettorale una priorità assoluta, uno dei primi provvedimenti da adottare qualora fossi eletta. Detto ciò, il Porcellum , sul quale ho un giudizio fortemente negativo, avrebbe comunque potuto dare la possibilità alla politica (ai partiti) di rinnovarsi. Es. regolamenti interni dei partiti x determinare requisiti x entrare nelle liste (genere/età/fedina penale…). Con le precedenti leggi in cui valeva principio di nominatività, il Popolo ha eletto Salvo Lima, Marcello Dell’ Utri, Clemente Mastella etc. Il PD ha sfruttato da parte sua questa possibilità e in queste ultime Primarie/Parlamentarie ha prodotto il più incisivo rinnovamento della storia repubblicana. Proponendo volti nuovi e nuovissimi (+ donne) nelle parlamentarie e adottando un severo codice etico. Niente di paragonabile con gli altri Partiti che oggi affrontano la medesima competizione elettorale.
Rispetto al referendum. Personalmente ero favorevole al referendum, tuttavia la sua inammissibilità era molto probabile come la sentenza della Corte ha dimostrato. La soluzione più razionale era quella di trovare accordo in Parlamento. Nelle democrazie che presuppongono una società articolata, complessa e tendente alla specializzazione dei ruoli sociali come la nostra atti legislativi fondamentali come quelli che contengono la disciplina di elezione dell’organo Costituzionale più importante devono esser decisi in Parlamento.
Inoltre l’art.72 della Costituzione prevede che la legge in materia elettorale è coperta da “riserva di assemblea” quindi può essere approvata solo con procedimento ordinario (per commissione referente) e non possibile con procedimenti alternativi (per commissione deliberante o redigente).
2 – Alcuni – pochi per fortuna – credono che l’unico modo di fare politica sia all’interno di un partito. Come dire che per andare a nuotare in piscina un cittadino si debba necessariamente iscrivere ad una società sportiva. Non sarebbe un vantaggio anche per i partiti (in questo caso per il Pd) conciliarsi con la volontà del popolo e con lo spirito del nostro tempo in un cammino di comprensione reciproca?
Personalmente sono convinta che il ruolo dei Partiti così come previsto in Costituzione sia fondamentale e abbia mostrato propria importanza nel reggere la coesione sociale del Paese in momenti in cui esso attraversava momenti difficili (penso al dopoguerra, ma anche agli anni del terrorismo). Certamente negli ultimi anni abbiamo assistito ad una degenerazione del ruolo dei partiti, della gestione interna e soprattutto del rapporto con l’elettorato. Spesso la classe politica e dirigente ha dato il peggio di se, e i partiti erano i luoghi della cooptazione piuttosto che della scelta, della formazione e dell’elaborazione politica. In conformità ai bisogni e alle esigenze della società in cui viviamo considero che i partiti debbano impegnarsi al massimo per aprirsi alla società, alla partecipazione delle cittadine e dei cittadini.
Evitiamo di costruire recinti e apriamo le porte alle istanze della società per una contaminazione positiva e virtuosa., un arricchimento reciproco.
3 – Il ddl promosso da Più Democrazia in Trentino è stato pensato per integrare le mancanze della democrazia rappresentativa e non certo per sostituirla. Qual è a Suo avviso l’aspetto più avvincente della proposta popolare?
Personalmente trovo che di per se la mobilitazione messa in atto dalla formulazione di questa proposta popolare sia di per se un aspetto avvincente. In un momento in cui la politica fatica ad essere considerata patrimonio comune, questa iniziativa testimonia un nuovo approccio, un nuovo desiderio da parte dei cittadini di contare e di partecipare alla gestione della res publica. In riferimento ai diversi punti proposti credo sia simbolicamente interessante il punto che prevede la cessazione del trattamento economico dei consiglieri che non acconsentono alla pubblicazione della loro situazione patrimoniale. E’ un provvedimento molto semplice, ma eticamente doveroso e di alta valenza simbolica in un momento come quello attuale.
4 – Una giustificazione classica degli oppositori alla democrazia diretta è che il “popolo” è incompetente e quindi non è in grado di riconoscere il bene comune. Nell’era dell’istruzione universale e dell’information technology non Le sembra una giustificazione priva di fondamento?
Sono convinta che un dovere etico e politico di ogni rappresentante politico sia quello di veicolare una corretta e trasparente informazione rispetto ai lavori parlamentari. Per questo impegnerò qualora dovessi essere eletta in Parlamento. Le persone oggi giorno possono certamente accedere a molte informazioni, anche se spesso nel vasto panorama offerto anche da internet può risultare non sempre semplice distinguere l’informazione corretta da quella parziale o faziosa. Allo stesso tempo è indubbio che le persone al giorno d’oggi hanno molte opportunità di essere informate e che ttalvolta utroppo, come avvenuto in passato, casi di incompetenza vera si trovavano piuttosto tra chi sedeva in Parlamento!
5 – Un’altra considerazione dei detrattori della democrazia diretta – ad esempio all’interno del Consiglio Comunale di Trento a maggioranza Pd – è che l’eliminazione degli ostacoli eccessivi per la raccolta delle firme e dei termini di raccolta troppo brevi porterebbe “fisiologicamente” i cittadini ad abusare di questo strumento e ad avanzare proposte dai contenuti insignificanti. Oltretutto, come forse Lei già sa, anche il Comune di Rovereto (Sua residenza) a breve delibererà in Consiglio su questo tema (e ci piacerebbe sapere come il PD in quella sede intende procedere … ).
Non Le pare che una siffatta posizione sia arrogante e poco democratica? Le proposte dei cittadini non dovrebbero essere accolte con entusiasmo?
Dal mio punto di vista il tema si regge su un equilibrio molto delicato. Da una parte l’art1 Costituzione dice che la sovranità appartiene al popolo, ma la esercita nelle forme e limiti della Costituzione e questa (cioè il rispetto della disciplina del referendum abrogativo) è esplicazione di una forma/limite. Da un punto di vista politico, attribuisco notevole importanza all’iniziativa dei cittadini, che a mio avviso, andrebbero consultati più spesso ed in modo più strutturato avviando percorsi di partecipazione attiva: es. percorsi animati da professionisti per la redazione di un bilancio sociale, bilancio di genere, e percorsi di consultazione su temi importanti ad esempio l’utilizzo o la destinazione d’uso di determinate aree.
6 – I partiti politici nella Costituzione italiana sono nominati solo art.49 eppure hanno sostanzialmente monopolizzato il potere lasciando uno spazio esiguo alla democrazia diretta, modalità di espressione più vicina al concetto di volontà popolare (art. 1). I risultati di tale situazione sono stati nefasti soprattutto negli ultimi anni quando la classe politica antifascista è stata sostituita con una classe politica ambiziosa ed egoista con uno scarso interesse verso il bene collettivo. Non dovremmo sforzarci maggiormente per integrare la democrazia rappresentativa con la democrazia diretta?
Riprendo le considerazioni espresse nella domanda numero 2.
7 – I voti dei cittadini che non si recano alle urne per le elezioni non incidono per nulla nel conteggio delle preferenze. A fini elettivi i non votanti sono considerati d’accordo con la maggioranza. Questo non avviene con il referendum con il quorum dove i non votanti vengono assimilati ai contrari. Come interpreta questo diverso modo di ‘contare’ i voti?
Le elezioni sono convocate dal Presidente della Repubblica in carica che chiama il popolo ad esercitare la propria sovranità nell’eleggere i propri rappresentanti. In questo il grado partecipazione al voto non può essere considerato come elemento invalidante le elezioni.
La previsione del quorum di partecipazione per l’approvazione popolare di una proposta referendaria di tipo abrogativo è incardinata nell’assetto costituzionale che prevede la “supremazia” della democrazia rappresentativa, ovvero quella che si esprime nel momento delle elezioni come detto prima. In questo senso la legge del Parlamento può essere abrogata dall’intervento popolare, ma questo non può essere l’intervento di una maggioranza popolare qualsiasi, bensì di una maggioranza qualificata.
Altrimenti si potrebbe assistere al paradosso di vedere abrogata una legge con da una minoranza (es.30%aventi diritto), mentre quella legge è stata emanata da un Parlamento eletto da una maggioranza (es.70%aventi diritto al voto).
8 – In Trentino Alto Adige – Südtirol sono state raccolte più di 13.000 firme (circa il 27% del totale delle firme raccolte) a sostegno dell’iniziativa popolare di modifica costituzionale lanciata dal comitato Quorum Zero e Più Democrazia, iniziativa in attesa di essere discussa dal Parlamento. Qual è la posizione del Pd trentino in riferimento a questa dimostrazione di impegno civico a livello locale?
Credo sia opportuno che a questa domanda risponda in modo autorevole il Segretario del PDT Michele Nicoletti candidato alla Camera.
9 – Il voto popolare potrebbe favorire riforme di importanza cruciali che la democrazia rappresentativa non è in grado di portare a termine. I gruppi di potere e le lobby sono un freno notevole non solo alla partecipazione dei cittadini, ma anche alla possibilità di riformare il sistema. Questo avviene palesemente in Trentino, in Italia e nel resto del mondo. L’esempio più evidente sono le riforme a livello federale negli Stati Uniti d’America dove le riforme proposte da Obama sono state svilite da una serie di ricatti e compromessi al ribasso. Secondo Lei come si può riformare il sistema per attuare le riforme chieste e votate direttamente dei cittadini nell’interesse dei cittadini?
Se la democrazia rappresentativa può essere ostaggio di interessi contrastanti, più o meno trasparenti anche la democrazia diretta può essere oggetto di molte manipolazioni (e.g. scarsa o mala informazione, campagne che fanno leva sull’emotività e non sui fatti). La democrazia rappresentativa premia le responsabilità nel rapporto eletto/elettore che è esercitata a intervalli regolari. Errori ed omissioni possono essere corretti o colmati. La democrazia diretta – espressione del popolo sovrano – è elemento importante per temi di coscienza, grandi temi di società, ma non può sostituirsi al processo di mediazione politica necessario affinchè nelle società complesse si arrivi alla sintesi migliore tra una varietà di interessi convergenti. A volte la classe politica ha anche saputo andare al di la dei sentimenti contingenti della popolazione per scelte di grande civiltà: penso all’abolizione della pena di morte in Francia nel 1981 ad opera della sinistra mentre l’opinione pubblica era ancora maggioritariamente in favore della pena di morte. In Italia grande battaglie civili sono state vinte grazie al ricorso alla volontà popolare. Temi troppo tecnici o la cui soluzione non possa essere proposta in modo binario (sì vs no) secondo me si prestano poco alla democrazia diretta. La quale resta comunque uno strumento irrinunciabile ma che non può sostituirsi alla responsabilità dell’eletto di rappresentare i migliori interessi dei cittadini ed ai cittadini/elettori di esercitare il loro diritto/dovere di controllo sugli eletti ed eventualmente di sanzione con la non rielezione.
Teniamo anche conto che gli strumenti di partecipazione diretta alla democrazia sono delicati e i importanti ed una loro generalizzazione ne sminuirebbe il significato. Le percentuali di partecipazione ai referendum sono andate via via abbassandosi e negli ultimi anni spesso non si è raggiunto quorum (http://it.wikipedia.org/wiki/Consultazioni_referendarie_in_Italia) svilendo cosi l’importanza e la ‘sussidiarietà” dello strumento diretto e mettendone a rischio la legittimità e l’efficacia.
I consigli comunali di Trento e Rovereto rifiutano di adeguarsi agli standard europei di democrazia
La prima cosa che si legge di un articolo è il titolo, e i giornali lo sanno bene. Siamo così abituati a vedere titoli eclatanti che poi non corrispondono al contenuto. In questo caso in realtà avviene forse il contrario. Si potrebbe dire che non solo si rifiutano di adeguarsi, ma probabilmente li ignorano completamente. Recentemente, il 5 Dicembre 2012 per Trento e il 15 Gennaio 2013 per Rovereto, i consigli comunali delle due maggiori città della nostra provincia hanno avuto l’opportunità, su sollecitazione dei cittadini, di abolire i quorum per i referendum municipali. Continua a leggere
Gli statuti comunali di Rovereto e di Lugano. Una breve comparazione dei diritti di iniziativa popolare.
Domani si dovrebbe discutere della proposta di iniziativa popolare per l’abolizione del quorum nei referendum comunali a Rovereto. Nelle discussioni avute con i Consiglieri negli incontri di preparazione che avverso i referendum in generale, e al quorum in particolare, vi sono grandi riserve. E il precedente di Trento non fa ben sperare. Continua a leggere