Come anticipato nella relazione annuale presentata nel febbraio scorso, eravamo in procinto di consegnare l’istanza rivolta al Sindaco della città di Rovereto Francesco Valduga al fine di chiedere di predisporre una relazione sull’utilizzo degli istituti di democrazia diretta negli anni recenti e di darne opportuna pubblicità. Vi confermiamo di aver inoltrato l’istanza via posta elettronica certificata il 22 marzo scorso.
Il testo dell’istanza era stato articolato nell’autunno del 2016 dopo aver constatato le difficoltà dell’amministrazione comunale nel coinvolgere la cittadinanza nel progetto IoPartecipo, con il quale il comune di Rovereto chiese la collaborazione dei cittadini alla riscrittura del regolamento sulla gestione dei beni comuni e del regolamento sulla convivenza civile (qui le piattaforme per le consultazioni online su beni comuni e su convivenza civile).
L’istanza è stata consegnata ai sensi dell’articolo 16 del regolamento per l’esercizio dei diritti di informazione e di partecipazione dei cittadini, il quale prevede la possibilità di rivolgere formale richiesta scritta rivolta al sindaco da parte di singoli cittadini, associazioni od organismi di partecipazione, per chiedere ragioni sui singoli aspetti dell’attività amministrativa e che alla stessa debba essere data risposta entro trenta giorni dal ricevimento.
A piè di pagina la rassegna stampa relativa all’iniziativa IoPartecipo.
Di seguito il contenuto integrale dell’istanza:
Rassegna su iniziativa Io Partecipo:
- 23 ago 2016 – E-democracy, l’adesione dei cittadini è bassa – di Silvia Pagliuca (Corriere del Trentino – titolo in prima)
- 23 ago 2016 – L’analisi di Marini: «L’ente pubblico migliori la sua trasparenza» – di Silvia Pagliuca (Corriere del Trentino)
- 24 agosto 2016 – L’iniziativa di Rovereto. Il cittadino va ascoltato – editoriale di Nicola Lugaresi (Corriere del Trentino)
- 29 settembre 2016 – «Io Partecipo» dibattito a Rovereto. Democrazia diretta, il primo bilancio – di Andrea Rossi Tonon (Corriere del Trentino)
- 30 settembre 2016 – I cittadini non pensino più che resteranno inascoltati – di Linda Pisani (Corriere del Trentino)
(versione testuale)
ISTANZA
(ai sensi dell’art.16 Reg. com. per l’esercizio dei diritti di informazione e di partecipazione dei cittadini)
Relazione sull’utilizzo degli strumenti di democrazia diretta a livello comunale dal 1993 ad oggi
I firmatari della presente istanza si rivolgono al Sindaco del Comune di Rovereto ai sensi dell’articolo 16 del Regolamento comunale per l’esercizio dei diritti di informazione e di partecipazione dei cittadini
Premesso che
L’amministrazione comunale di Rovereto ha dichiarato a più riprese di credere nella partecipazione e nel coinvolgimento popolare e ha dato avvio ad iniziative come “Finestra sulla città”, incontro mensile con la cittadinanza presso l’Urban Center, e “IoPartecipo”, piattaforma digitale per la stesura del nuovo regolamento di convivenza civile e di quello dei beni comuni. L’intento è stato lodevole, tuttavia le risorse impiegate non hanno prodotto i risultati attesi. È evidente come i consigli comunali non suscitino l’interesse della popolazione; l’incontro mensile presso l’Urban Center abbia conseguito risultati modesti in termini di presenze, mentre l’iniziativa online “IoPartecipo” non abbia minimamente soddisfatto le aspettative più conservative.
La freddezza della comunità locale nei confronti delle suddette iniziative ha messo a nudo la distanza fra cittadini e amministratori, attestando un fenomeno di ampia portata che va oltre il ruolo svolto dall’amministrazione in carica. Emerge quindi l’esigenza di esaminare con maggiore metodicità le cause e i fattori che favoriscono lo sviluppo del fenomeno della sfiducia nelle istituzioni e dello scarso livello della partecipazione popolare nella gestione della cosa pubblica. Una valutazione delle modalità di utilizzo degli strumenti in vigore per garantire la partecipazione popolare ai processi decisionali appare pertanto indispensabile. Il fine deve essere quello di maturare maggiore consapevolezza e conoscenza riguardo al citato fenomeno al fine di perfezionare e rendere più accessibili e funzionali gli strumenti di partecipazione, stimolando così un coinvolgimento popolare genuino e sostenibile.
Come sottolineato anche dal Garante della Privacy, le istanze, le petizioni, le proposte e le iniziative popolari sono dirette a promuovere o sollecitare interventi per migliorare la vita della comunità locale, e devono essere ritenute pubbliche, sia perché riguardano l’attività dell’amministrazione locale, sia perché danno impulso ad un procedimento amministrativo. Devono pertanto essere conosciute dalla generalità dei cittadini che ne sono coinvolti.
I referendum sono invece strumenti con cui il popolo, che dal relatore della Parte II della Costituzione italiana Costantino Mortati fu definito “il più qualificato organo politico dello Stato democratico”, rappresentano le più autorevoli e vincolanti decisioni politiche previste dall’ordinamento giuridico italiano.
È comunemente accettato che tutte le fattispecie degli strumenti sopra menzionati devono avere una procedura di trattazione rigorosa con riferimento alle procedure di controllo di regolarità formale, registrazione, classificazione, pubblicazione e comunicazione dell’esito di trattazione degli stessi. Ciò per adeguare la prassi amministrativa ai principi di buona amministrazione consolidati nel patrimonio del diritto europeo e che, sinteticamente, si riferiscono a: termine ragionevole per l’adozione delle decisioni; obbligo di indicare i motivi delle decisioni, tutela dei dati e notifica della decisione.
Il mancato rispetto dei principi di buona amministrazione deve essere scongiurato perché non aiuta i cittadini a comprendere e tutelare i loro diritti, nello specifico i diritti di partecipazione, e perchè non contribuisce a promuovere l’interesse pubblico e la formazione di un’amministrazione aperta, efficiente e indipendente
PER CHIEDERE:
quale sia stato nel dettaglio l’utilizzo degli strumenti di democrazia diretta a livello comunale – istanze, petizioni, proposte e iniziative popolari – dal 1993 (anno di approvazione della LR 1/1993 TAA) e quali i risultati ad esso correlati. In particolare si richiede l’elenco di istanze, petizioni, proposte di delibera di iniziativa popolare e richieste di referendum presentate, su quali argomenti, se gli atti relativi alla trattazione e le risposte dell’amministrazione siano consultabili; se i termini di risposta previsti dal regolamento siano stati rispettati; se siano numerate e catalogate al pari – ad esempio – delle interrogazioni e delle mozioni, se esista un archivio accessibile alla cittadinanza dove reperirle;
anche sulla base di quanto riportato in narrazione, di integrare il portale Io partecipo per dare compiuta informazione di tutti gli strumenti di partecipazione previsti dallo statuto, incluso il loro utilizzo e le risultanze anche passate;
di promuovere, anche con una assemblea pubblica, tutti gli strumenti previsti dallo Statuto per favorire la partecipazione
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