«Di mano in mano che il popolo si istruisce e le facoltà intellettuali e morali si svolgono; di mano in mano che la moltitudine esperimenta dal potere ingiustizie e vessazioni, le quali la risvegliano e con una penosa esperienza la rendono diffidente del potere, la disingannano della credenza che aveva nella illimitata sapienza di chi la governa; si manifesta prima il bisogno di una difesa dei propri diritti e poscia sorge il pensiero della possibilità di averla, e finalmente si tenta di averla, domandando o anzi strappando qualche guarentigia ai dominanti, qualche limitazione del loro assolutismo.
Allora è incominciato nella società civile che vuole migliorare il suo ordinamento, un lavoro importante, ma difficile, un lavoro lungo, graduato che richiede dei secoli a compirsi, e che si riduce alla soluzione di questo problema: “In che maniera si può ottenere che il governo civile dia a tutti i cittadini sufficienti guarentigie, le quali assicurino la giustizia delle sue disposizioni”.
Quando il governo resiste a questo lavoro che si opera nel popolo, specialmente quando resiste in un modo artificioso ed astuto, che è una resistenza più durevole, allora viene il momento in cui vi ha rivoluzione. Se il lavoro di cui parliamo, che rende il popolo voglioso di guarentigie si va operando in tutta la massa del popolo stesso, la rivoluzione è democratica. Se si va operando soltanto nella classe più elevata, che è quella che solitamente arriva la prima ad un grado di istruzione sufficiente per conoscere il dispotismo governativo, vi ha rivoluzione aristocratica.
Molte rivoluzioni aristocratiche v’ebbero in Europa dopo che ella fu illuminata dal cristianesimo, e le ultime furono quelle che accaddero nella Inghilterra: la prima rivoluzione democratica, quella almeno che abbia avuto un grande effetto popolare, fu la francese; le resistenze dei Borboni l’occasionarono».
di Antonio Rosmini – Della naturale costituzione della società civile
a cura di F. Paoli, Grigoletti, Rovereto 1887
Analisi che non fa una grinza. Unica mia preoccupazione che per cambiare le cose inevitabilmente ci sia una rivoluzione con le conseguenze che si possono immaginare. Chi detiene il potere prima di mollarlo ……
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Nel 1850 le pubblicazioni di Rosmini furono messe all’indice mentre nel 2007 l’hanno fatto beato. Quella che proponiamo noi è una rivoluzione culturale della politica, speriamo che non sia necessario un secolo e mezzo per portarla a termine ma pochi anni. Non abbiamo bisogno di beati ma di cittadini consapevoli… ops di politici consapevoli volevo dire.
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Rosmini … attualissimo!
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