«La prima condizione fondamentale per il rinascimento della democrazia è lo sviluppo di una coscienza di sovranità. Il termine sovrano proviene dal latino superamus e significa “stare al di sopra di tutto”. Mentre nell’assolutismo il re era il sovrano e stava sopra a tutto, a partire dall’illuminismo e dalle rivoluzioni borghesi il sovrano dovrebbe essere la popolazione generale. Ma la pretesa teorica trova difficilmente applicazione nella realtà, perchè gli unici diritti sovrano esercitati dai cittadini sono l’elezione di partiti e il voto su modifiche rilevanti della Costituzione. E’ troppo poco per una sovranità vera, che dovrebbe comprendere almeno che il sovrano:
- possa eleggere un determinato governo;
- possa rimuovere un governo;
- possa correggere una proposta di legge del parlamento;
- possa portare delle leggi al voto;
- possa modificare la Costituzione per propria iniziativa;
- possa eleggere direttamente una convenzione;
- possa controllare e gestire direttamente fornitori di servizi importanti;
La coscienza della sovranità è sviluppata talmente poco che la maggior parte di noi non si rende nemmeno conto che ci manca ancora questo strumento fondamentale di un vero sovrano. Nelle scuole non impariamo queste cose. Durante le mie conferenze chiedo spesso quale strumento dovrebbe essere il primo preso in mano da un “sovrano” che sta “al di sopra di tutto”. Nella maggior parte dei casi percepisco soltanto un silenzio imbarazzato. Qualche volta si parla di “elezioni”. E solo poche volte si sente timidamente: “Votare una legge?”.
Se il sovrano stesse veramente “al di sopra di tutto” e l’unico obiettivo della democrazia fosse l’applicazione della sua volontà – della volontà comune – il sovrano dovrebbe anche poter proporre e votare una legge con le proprie forze! Attualmente questo non è possibile nè nei paesi membri dell’UE nè nell’Unione Europea stessa, perchè vi è il monopolio della nostra rappresentanza: negli stati nazionali c’è il monopolio di governi e parlamenti, nell’Unione Europea della Commissione, del Consiglio e del Parlamento. L’aggiunta della democrazia diretta a quella indiretta (“rappresentativa”) sarebbe un’applicazione conseguente del principio della suddivisione dei poteri. Una divisione più chiara dei poteri potrebbe portare un sensibile aumento di democrazia e maggiore fiducia in questa forma di stato».
di Christian Felber
L’economia del bene comune – Un Modello economico che ha futuro, 2012
(dal capitolo 6 – L’evoluzione della democrazia) – video