di Stéphan Hessel e Edgar Morin: “E’ innegabile che esistano dei processi di degenerazione inaridimento della democrazia. La deriva oligarchica è uno di questi, ma ce ne sono altri. All’origine di queste derive c’è anche la perdita del coinvolgimento civico, che si traduce per esempio nell’assenza di democrazia cognitiva, ovvero nell’incapacità dei cittadini di acquisire conoscenze tecniche e scientifiche che permetterebbero loro di capire e di affrontare problemi sempre più complessi.
I bisogni materiali, economici e tecnici sono enormi, e bisogna sicuramente essere in grado di soddisfarli. Ma ve ne sono altri – a cominciare da quello di essere riconosciuti come essere umani a tutti gli effetti – di cui risentono maggiormente coloro i quali, sotto il dominio della redditività e della competitività, sono trattati come oggetti, come numeri, ignorati, dimenticati, offesi, umiliati, disprezzati, «cestinati». La politica del viver bene ha lo scopo di combattere non solo le miserie materiali, ma anche le ristrettezze morali, le forme di solitudine, le umiliazioni, il disprezzo, il rifiuto, le incomprensioni (per questo si rende necessario, sin dalle elementari, l’insegnamento della comprensione dell’altro).
La riforma del pensiero politico dovrebbe infine contemplare e affrontare i problemi fondamentali e globali, che sono inseparabili dalle riforme di umanizzazione e riumanizzazione della società fin qui proposte. Tali riforme sarebbero a un tempo il prodotto e il motore della politica del viver bene. Questa nuova politica aprirebbe una prospettiva, dunque un’aspettativa, e coinvolgerebbe la nazione a partecipare, unita, alla sua realizzazione.
L’impulso a questa grande riforma verrà dai cittadini, appena questi percepiranno che essa risponde ai loro bisogni e alle loro aspirazioni. Nei nostri paesi sclerotizzati dalla burocrazia, la vitalità viene dal basso. Ne è stata un’efficace dimostrazione il notevole successo ottenuto dal nostro appello a indignarsi (Stéphan Hessel, “Indignatevi!”, 2011), accolto non solo in Francia, ma anche nel resto del mondo, come un invito a rischiare, a mattere in discussione politiche di austerità inaccettabili. Cambiamento individuale e cambiamento sociale sono indissociabili, ciascuno da solo è insufficiente. La riforma della politca, la riforma del pensiero, la riforma della società, la riforma del modo di vivere contribuiranno insieme a una metamorfosi della società. La prospettiva di un avvenire radioso è morta, ma possiamo aprire la strada a un futuro possibile… []”
estratto da:
Stéphan Hessel e Edgar Morin “Il cammino della speranza”, Chiarelettere editore srl, 2012
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