Il potere dei referendum: la voce degli elettori oltre le linee dei partiti

Le recenti elezioni statunitensi del 2024 hanno dimostrato, ancora una volta, l’importanza dei referendum come strumento per esprimere la volontà popolare, anche in netta contrapposizione con le scelte presidenziali o le linee politiche dominanti dei partiti di maggioranza. Come evidenziato nell’articolo di The Intercept Voters Overwhelmingly Chose to Protect Abortion — Even When They Didn’t Choose Harris, in molti stati americani gli elettori hanno approvato misure per proteggere i diritti riproduttivi, aumentare il salario minimo o legalizzare le droghe leggere, sfidando le posizioni ufficiali del Partito Repubblicano o Democratico.

Questi esempi mettono in luce un aspetto fondamentale della democrazia diretta: anche in stati dove prevalgono governi con visioni conservatrici, spesso radicate in una concezione tayloristica del lavoro – che tratta il lavoratore e il consumatore come semplici ingranaggi del sistema produttivo – i cittadini possono decidere autonomamente di migliorare le proprie condizioni di vita e tutelare i propri diritti.

In Italia, negli ultimi anni, ci sono stati tentativi per discutere e decidere su questioni di interesse collettivo. Pensiamo ai quesiti referendari sulla cannabis e sull’eutanasia promossi dall’Associazione Luca Coscioni, che non hanno però superato il vaglio di ammissibilità della Corte Costituzionale. Quello che manca, tuttavia, non è la volontà popolare, ma la capacità della classe politica di rivedere le norme che regolano i processi partecipativi. È necessario affermare il diritto all’iniziativa popolare, introdurre la possibilità di proporre norme e non solo di abrogarle, garantire procedure aperte per la raccolta delle firme, assicurare modalità di voto che non ostacolino la partecipazione e promuovere misure di trasparenza e informazione istituzionale sui quesiti sottoposti al voto.

I referendum, in Italia e nel nostro piccolo Trentino come negli Stati Uniti, rappresentano un’opportunità per riportare il cittadino al centro della vita democratica e superare l’inerzia della politica tradizionale, riaffermando la centralità della volontà popolare.

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