La settimana scorsa i relatori del comitato Più Democrazia in Trentino grazie all’assistenza tecnica dei funzionari dell’ufficio legislativo del Consiglio provinciale hanno prodotto la bozza 2.0 del disegno di legge provinciale di iniziativa popolare sulla democrazia diretta.
Rispetto alla bozza 1.0 il testo è stato accorpato ed alcuni articoli sono stati spostati. La nuova struttura presenta quindi un testo più ordinato rispetto a quello iniziale che era magmatico ed impreciso. Questa versione è ancora provvisoria nonostante ci si stia avviando verso quella definitiva.
Alcune modifiche sostanziali sono state apportate. Ad esempio, il meccanismo che era stato previsto per la trattazione delle petizioni è stato semplificato. Il referendum confermativo obbligatorio è stato eliminato poiché in contrasto con lo Statuto di autonomia. La revoca degli eletti è stata trasformata in uno strumento più compatibile con l’ordinamento vigente: una mozione di sfiducia di iniziativa popolare.
La parte dei referendum va in ogni caso riorganizzata per renderla più logica ed armonica. Inoltre alcune definizioni ed alcuni dettagli tecnici andranno esaminati nuovamente quando tutte le questioni sostanziali saranno state risolte.
In un documento condiviso on-line si stanno raccogliendo i pareri dei membri del comitato su alcune questioni come i titoli da dare alla legge, il genere da utilizzare nel testo, il nome da dare alle giurie popolari ed il mantenimento o meno dei rimborsi delle spese per la raccolta delle firme. Per ovviare a questa questione controversa, si spera di trovare il modo di coinvolgere i Comuni nella procedura di pubblicizzazione delle iniziative popolari e di raccolta delle firme così da risolvere alla radice il problema.
Si informa infine che l’iniziativa del nostro comitato è stata segnalata sul sito dell’organizzazione Democracy International e che il comitato ha appoggiato ufficialmente l’iniziativa Quorum Zero e Più Democrazia, che tra le altre cose ha organizzato delle giornate di raccolta delle firme a livello nazionale alle quali anche Più Democrazia in Trentino conta di partecipare: 14 aprile, 5 maggio e 2 giugno.
Ho visto, grazie a un mio studente trentino, la bozza di normativa cui state lavorando: complimenti. Vorrei solo segnalare che la lr 69/07 della Toscana non prevede solo il Dibattito Pubblico, che citate, ma anche molto di più, e a mio avviso, di molto meglio. Mentre la procedura del Dibattito pubblico per grandi interventi non é mai stata usata ancora in Toscana, abbiamo fatto ormai un centinaio di processi partecipativi locali, su una varietà di temi, richiesti da enti locali, cittadini e scuole. Questi processi prevedono un certo grado di empowerment dei cittadini, il cui coinvolgimento influenza le scelte pubbliche (mentre nel Dibattito pubblico alla francese non vi é alcun obbligo di tener conto delle opinioni espressi dalla società). Posso affermare che la lr 69 della Toscana costituisce oggi un esempio molto innovativo di tentativo di tradurre la teoria della democrazia deliberativa in prassi istituzionale. Qualora voleste saperne di più, segnalo i miei Rapporti annuali e altro, nel sito: http://www.consiglio.regione.toscana.it
Cordiali saluti
Rodolfo Lewanski, Autorità regionale per la Partecipazione della Toscana
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Egr. Rodolfo Lewanski, la ringrazio per il commento e per i suggerimenti. Ci siamo ispirati alla legge Toscana sul dibattito pubblico perché questo specifico aspetto poteva conciliarsi sia con il nostro disegno di legge sulla democrazia diretta sia con un disegno di legge sulla concertazione che è prossimo alla discussione in consiglio provinciale. Peraltro, per diverse ragioni, i membri del comitato Più Democrazia in Trentino sono stati incerti sull’opportunità di inserire o meno delle norme sul dibattito pubblico all’interno di questo disegno di legge.
Ci siamo documentati anche sui processi partecipativi locali che sono stati promossi negli ultimi anni in Toscana ma in questa iniziativa popolare abbiamo ritenuto utile focalizzare l’attenzione solo sugli aspetti relativi agli strumenti di democrazia diretta in senso stretto.
La trasparenza è la base fondamentale per decisioni collettive consapevoli. Il dibattito pubblico è stato inserito per garantire maggiore trasparenza nella discussione relativa alle grandi opere poiché in Trentino non è una prassi informare i cittadini riguardo a tali tematiche. L’esempio più significativo è la mancanza di una discussione pubblica riguardo a Metroland, un sistema ferroviario locale ad alta velocità che sarà messo in cantiere fra pochi anni. L’ideazione e la progettazione sono state effettuate senza nessun tipo di coinvolgimento popolare. Lo stesso è stato fatto per altre opere come le caserme militari di Mattarello o la riqualificazione dell’area ex-Micheline.
Ci siamo chiesti come mai in Toscana non sia ancora stato utilizzato lo strumento del dibattito pubblico. L’ipotesi sostenuta nel nostro ambito è che attraverso strumenti di democrazia diretta efficaci ed una normativa complementare del dibattito pubblico, sia possibile esplicitare gli interlocutori ed i centri di influenza definendone chiaramente le loro posizioni. Solo in questo modo è possibile scendere a patti con loro e garantire il bene collettivo in un mutuo interesse reciproco.
A brevissimo potremo mettere a disposizione on-line il testo definitivo della nostra proposta di legge di iniziativa popolare e la relazione accompagnatoria. Se in futuro la nostra proposta sarà approvata il passo successivo sarà automatico poiché i cittadini avranno nelle loro mani strumenti efficaci per interagire con la PA. L’amministrazione sarà infatti costretta ad attivare processi effettivamente partecipativi, prendendo spunto dall’esperienza Toscana, per trovare soluzioni realmente condivise dai cittadini.
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