Firma digitale: una questione di civiltà per il Trentino che vuole includere

* intervento pubblicato su Questo Trentino il 1° marzo 2025

La democrazia non è un meccanismo statico, ma un organismo vivo che richiede costante cura. La recente sentenza n. 3/2025 della Corte Costituzionale lo ha ribadito con forza: le persone con disabilità hanno il diritto di utilizzare la firma digitale per sottoscrivere liste elettorali, referendum e iniziative legislative. Una decisione storica, che chiude un decennio di battaglie portate avanti da associazioni come la Luca Coscioni, ma che in Trentino-Alto Adige rischia di restare lettera morta.

La lezione della Luca Coscioni: quando la tecnologia diventa libertà

L’Associazione Luca Coscioni ha insegnato al Paese che la firma digitale non è un tecnicismo, ma uno strumento di giustizia. Pensiamo a Simone Parma e alla campagna “Firmo quindi Sono”, che denunciò l’assurdità di negare a chi non può muovere una penna il diritto di firmare un documento. O a Carlo Gentili, affetto da SLA, che ha sfidato lo Stato fino alla Corte Costituzionale per vedersi riconosciuto il diritto di sostenere una lista elettorale con una firma digitale. Sono storie di chi ha trasformato la tecnologia in una leva per l’uguaglianza.

I risultati ci sono: dal 2022, oltre un milione di italiani hanno firmato referendum digitali su eutanasia e cannabis. Dal luglio 2024, la piattaforma pubblica per le firme online è realtà. Eppure, mentre l’Italia fa passi avanti, il Trentino arranca.

Il paradosso trentino: diritti riconosciuti, ma non garantiti

Il Codice dell’Amministrazione Digitale (CAD) è chiaro: la firma digitale ha valore legale (art. 20-25), le istituzioni devono accettare documenti elettronici (art. 7), e i cittadini hanno diritto a partecipare attraverso strumenti digitali (art. 9). A livello nazionale, insomma, il quadro c’è. Ma in Trentino-Alto Adige – e nelle sue province – le norme elettorali e referendarie ignorano questi principi.

Nella scorsa legislatura, proposte per colmare il vuoto sono state affossate da un’opposizione trasversale. Un atteggiamento miope, che tradisce una paura: quella di allargare davvero la partecipazione. Perché permettere a uno studente fuori sede di firmare un referendum con un clic è “pericoloso”? Perché negare a un lavoratore all’estero, che ha diritto di voto, la possibilità di sostenere una lista senza dover tornare in patria?

La voce di chi resta escluso: “La tecnologia sia inclusione, non barriera”

«Come persona con disabilità, sostengo questa petizione perché la firma digitale potrebbe cambiare la mia vita democratica», scrive un cittadino trentino. «Oggi non posso firmare una lista elettorale autonomamente: devo affidarmi a qualcuno, rinunciando alla privacy. La sentenza della Corte Costituzionale ha detto che la tecnologia deve includere, non escludere. Le istituzioni locali devono ascoltare».

È proprio questo il cuore della questione: la firma digitale non è un optional, ma un diritto costituzionale. Le persone con disabilità, i lavoratori fuori sede, i giovani e i residenti all’estero non chiedono privilegi, ma di poter esercitare ciò che la legge già garantisce.

“Basta barriere”: la petizione per scuotere il Trentino

Per rompere l’immobilismo, l’11 febbraio scorso l’associazione Più Democrazia in Trentino ha lanciato su Change.org la petizione Basta barriere: firma digitale per la democrazia inclusiva con cui chiede alla Provincia e alla Regione di:

  1. Adeguare le leggi alla sentenza della Corte Costituzionale.
  2. Introdurre sistemi di firma digitale accessibili per referendum, iniziative popolari e candidature.
  3. Allinearsi all’Europa, dove la democrazia digitale è realtà da anni.

Non è una battaglia astratta. L’affluenza alle ultime provinciali (53%) segnala un distacco crescente tra cittadini e istituzioni. La firma digitale può essere un primo ponte: permetterebbe a migliaia di trentini di partecipare senza dover superare ostacoli burocratici anacronistici.

Firmare è resistere: ogni firma conta

In poche settimane, oltre 200 persone hanno già aderito. Ma per far tremare la politica, servono numeri più grandi. Per questo rivolgiamo un appello a tutti i lettori: firmate la petizione. Basta inquadrare il QR Code in questa pagina o andare direttamente alla pagina dedicata alla petizione su Change.org. Non servono competenze tecniche, solo pochi secondi e la voglia di dire: «La democrazia trentina deve includere, non escludere».

La Corte Costituzionale ha tracciato la strada. L’Italia, grazie a chi ha lottato, ha strumenti avanzati. Ora tocca al Trentino decidere: restare un’isola di resistenza al progresso, o diventare un laboratorio di democrazia inclusiva.

La petizione è un atto di fiducia nelle istituzioni. Ma la fiducia, si sa, va meritata.

Paolo Minotto, primo firmatario della petizione
Alex Marini, presidente di Più Democrazia in Trentino

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La TgR Rai di Trento ha parlato della nostra battaglia per la firma digitale!
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