
In un tempo in cui la distanza tra cittadini e istituzioni sembra crescere, il Comune di Valdaone rappresenta un caso concreto di come la democrazia partecipativa possa trovare spazio reale dentro un’amministrazione locale. Con l’avvio del “Consiglio Grande”, un’assemblea popolare consultiva, Valdaone ha trasformato un principio statutario in uno strumento operativo, capace di riportare le persone al centro delle decisioni pubbliche.
Lo Statuto comunale (art.3) stabilisce che l’azione dell’amministrazione deve basarsi su programmazione, partecipazione e trasparenza. I cittadini – anche già a partire dai 16 anni – non sono visti come semplici destinatari delle decisioni, ma come soggetti attivi, in grado di proporre idee, sollevare problemi e contribuire al benessere della comunità.
Questo orientamento ha trovato forma concreta nell’impegno elettorale “Avanti per Valdaone”, che prevedeva l’istituzione di un’assemblea pubblica strutturata e regolare: il Consiglio Grande.
Il quadro regolamentare: come funziona esattamente il “Consiglio Grande”
Il 20 ottobre 2025 il Consiglio comunale ha approvato un regolamento dettagliato che dà piena attuazione all’articolo 6, comma 7 dello Statuto (Regolamento comunale per la democrazia partecipata – delib. del Consiglio Comunale nr. 43 dd. 20.10.2025). Questo regolamento definisce nel dettaglio finalità, convocazione, organizzazione e valore delle decisioni.
Art. 9 – Finalità
L’assemblea pubblica serve a:
– discutere proposte, problemi e iniziative di interesse collettivo;
– creare uno spazio di informazione reciproca tra Comune e cittadinanza.
Non si tratta quindi di una semplice “serata informativa”, ma di un luogo in cui si costruisce conoscenza condivisa e si orientano le politiche pubbliche.
Art. 10 – Istituzione formale del Consiglio Grande
Il regolamento istituisce il Consiglio Grande come assemblea popolare generale e permanente. È un istituto di democrazia diretta di tipo consultivo, stabile nel tempo e richiamabile ogni volta che emergono temi rilevanti.
Art. 11 – Convocazione: doppio canale
L’assemblea può essere convocata:
1. dal Sindaco, quando ritiene opportuno presentare programmi, aggiornamenti o temi di interesse generale;
2. dai cittadini, con almeno 100 firme autenticate di residenti dai 16 anni in su. In caso di convocazione popolare:
– i promotori hanno diritto all’uso gratuito di spazi e attrezzature comunali;
– la richiesta deve contenere chiaramente il tema da trattare.
Il Comune deve pubblicizzare la seduta con tempestività utilizzando i propri canali, anche digitali.
Art. 12 – Svolgimento e decisioni
Il regolamento chiarisce diversi aspetti cruciali:
– Presidenza: se convocata dal Sindaco, la presiede il Sindaco o un delegato;
se convocata dai cittadini, presiede uno dei promotori.
– Verbalizzazione: i presenti scelgono uno o più cittadini incaricati di redigere il verbale, che diventa un atto ufficiale da protocollare entro 30 giorni.
– Partecipazione: Aperta a tutti i residenti dai 16 anni, con piena libertà di espressione e intervento.
– Esperti esterni: Possono partecipare solo come relatori, se ritenuto utile.
– Ambito territoriale: L’assemblea può essere dedicata anche a singole frazioni o zone del Comune.
– Assenza di quorum: L’assemblea si tiene validamente indipendentemente dai presenti. Questo evita che lo strumento si paralizzi.
– Votazioni: Normalmente per alzata di mano; su richiesta della maggioranza dei presenti, possono essere segrete. È ammessa anche la consultazione telematica.
– Valore delle decisioni: le conclusioni non sono vincolanti, ma devono essere riportate nel verbale e tenute in considerazione dall’Amministrazione.
Si tratta quindi di uno strumento strutturato, che garantisce ordine, trasparenza e un coinvolgimento reale, non simbolico.
Il primo Consiglio Grande: 7 novembre 2025 a Bersone
Il Sindaco Giorgio Bontempelli ha convocato e presieduto la prima seduta, che si è tenuta nel teatro comunale di Bersone e ha coinvolto circa 50 cittadini. Sono stati affrontati temi concreti come l’ampliamento della rete di teleriscaldamento, lo stato dei lavori sulla pubblica illuminazione e consultazione sui nuovi punti luce nonché l’avanzamento del progetto di efficientamento dell’acquedotto, finanziato dal PNRR.
Dopo la presentazione dell’amministrazione, la parola è passata ai cittadini: domande, osservazioni e proposte che sono state raccolte nel verbale ai sensi del regolamento e che saranno considerate nel seguito dell’azione amministrativa.
L’amministrazione ha già annunciato che il percorso continuerà con nuove assemblee.
Perché questo modello ha margini di sviluppo, anche oltre Valdaone
Il concetto del Consiglio Grande non è una semplice “assemblea pubblica”, ma un istituto permanente, regolato e attivabile anche dai cittadini. Nonostante la soglia di 100 firme autenticate possa essere impegnativa e rappresentare un ostacolo per i cittadini, il suo valore è duplice:
- ridare dignità e centralità alla parola dei cittadini, soprattutto nei momenti più delicati (lavori pubblici, disagi temporanei, scelte di pianificazione);
- ricostruire fiducia: l’amministrazione ascolta, la comunità partecipa, il dialogo diventa trasparente e verificabile.
In un contesto generale in cui la partecipazione viene spesso scoraggiata o relegata a procedure formali, Valdaone dimostra che i Comuni possono scegliere un’altra strada: aprire spazi, costruire comunità, valorizzare l’intelligenza civica.
Il Consiglio Grande è un termometro civico: misura ciò che la cittadinanza vive e riporta queste esigenze al centro delle decisioni pubbliche.
Una buona pratica che deve diventare anche buona amministrazione
C’è però un elemento critico che non può essere ignorato: l’esito del primo Consiglio Grande di Valdaone è stato conosciuto solo attraverso l’articolo di Marco Maestri su L’Adige il 9 novembre scorso. Alla data del 10 dicembre 2025, né l’avviso di convocazione né il verbale dell’assemblea risultano pubblicati sul sito istituzionale del Comune.
Questa mancanza rappresenta un evidente contrasto con i principi di trasparenza, accessibilità e partecipazione informata che stanno alla base dello stesso regolamento che ha istituito il Consiglio Grande.
Inoltre, la mancata pubblicazione dei documenti relativi alla pubblica assemblea non è in linea con quanto previsto dalle norme sul procedimento amministrativo, che richiedono pubblicità e accesso agli atti e dalla più recente Raccomandazione europea sulla partecipazione dei cittadini ai processi decisionali, che invita Stati ed enti territoriali ad assicurare:
– pari opportunità di partecipazione per tutte le persone;
– riduzione dei divari digitali e fisici;
– accessibilità linguistica e multicanale;
– restituzione trasparente e tracciabile dei risultati;
– accountability e valutazione dell’efficacia dei processi partecipativi.
Il caso di Valdaone dimostra che la volontà politica di aprire spazi partecipativi c’è, ed è un segnale importante. Ma perché la partecipazione sia effettiva e non solo simbolica, è essenziale garantire che gli atti siano pubblicati e facilmente reperibili, i processi siano documentati in modo chiaro e continuo e la comunità possa verificare come le indicazioni emerse vengano considerate nelle decisioni finali.
L’amministrazione è sulla buona strada, ma, come abbiamo già suggerito, può fare di più: rendere accessibili processi e documenti è il passo necessario per trasformare il Consiglio Grande da buona pratica promettente a strumento pienamente funzionante di democrazia locale, capace di responsabilizzare chi governa e restituire fiducia ai cittadini.
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