
Con la pubblicazione delle motivazioni della sentenza n. 211/2025 della Consulta sul limite dei mandati del Presidente della Provincia di Trento, emerge con chiarezza la coerenza tra il ragionamento della Corte costituzionale e le argomentazioni sviluppate da Più Democrazia in Trentino nella memoria amicus curiae ammessa nel giudizio.
La Corte ribadisce che il limite ai mandati non è una misura contingente, ma un temperamento di sistema dell’elezione diretta, necessario per evitare spinte plebiscitarie e una concentrazione personalistica del potere tipica delle forme di governo iperpresidenziali.
Viene inoltre confermato il richiamo agli standard democratici internazionali, in particolare alle raccomandazioni della Commissione di Venezia, valorizzate nel corso degli anni dall’associazione, chiarendo che l’autonomia speciale non può tradursi in una deroga ai diritti politici fondamentali.
Significativo anche il riferimento della Corte ai modelli della Provincia di Bolzano e della Valle d’Aosta, dove si è scelto di privilegiare forme di governo collegiali rispetto a vertici monocratici eletti direttamente, a tutela del pluralismo e della rappresentanza.
«La sentenza non indebolisce l’autonomia – sottolineano Alex Marini e Stefano Longano di Più Democrazia in Trentino – ma ne riafferma la qualità democratica. Senza adeguati contrappesi, l’autogoverno rischia di trasformarsi in concentrazione di potere».
Cogliendo l’occasione per ringraziare il prof. Lorenzo Spadacini e l’avv. Rosa Rizzi per l’assistenza scientifica e legale fornita nella fase di predisposizione della memoria, l’associazione ribadisce la necessità di aprire una riflessione pubblica sulla forma di governo provinciale e comunale, affinché l’autonomia sia davvero uno strumento di partecipazione, equilibrio istituzionale e fiducia democratica.
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