Ricordiamo Stefano Sotgiu attraverso il pensiero e la pratica della democrazia

Nei giorni scorsi ci ha lasciato all’improvviso Stefano Sotgiu. Per Più Democrazia in Trentino questa notizia rappresenta una perdita profonda, non solo sul piano umano ma anche su quello civile e culturale. Stefano Sotgiu, legato anche a questo territorio per le sue radici familiari – il padre era nato e cresciuto a Bolzano dopo che i nonni erano stati sfollati dalla Sardegna durante la Seconda guerra mondiale prima di ritornarvi – è stato una di quelle persone che, in un periodo storico segnato da una forte disaffezione e da una crescente sfiducia verso la politica, non si sono limitate a commentarne la crisi, ma hanno scelto di indagarne le cause e di sperimentare concretamente le strade per cambiarne lo stato delle cose, a partire dal coinvolgimento effettivo dei cittadini.


Presidente dell’associazione di promozione sociale Prossima Democrazia, aveva maturato una vasta esperienza, a livello nazionale e internazionale, nell’elaborazione e nella gestione di politiche partecipative e deliberative. Economista senior ed esperto di processi decisionali inclusivi, aveva affiancato istituzioni locali e regionali, portando avanti una riflessione rigorosa e insieme profondamente pratica su come integrare la democrazia rappresentativa con strumenti di democrazia deliberativa fondati sul sorteggio.

Vogliamo ricordarlo riprendendo e rileggendo oggi il suo intervento di cinque anni fa in occasione delle audizioni sul disegno di legge regionale per l’istituzione delle assemblee dei cittadini estratti a sorte nei comuni del Trentino-Alto Adige / Südtirol. Un contributo di altissimo profilo, come quelli degli altri esperti ascoltati in quella sede, che rimase inascoltato dal legislatore. Anche per questo sentiamo il dovere di riscoprirlo e di rilanciarlo, affinché la sua memoria resti viva insieme alle idee e alle pratiche democratiche che ha contribuito a costruire.

Il suo impegno non era mai astratto: era radicato nei territori, nelle comunità concrete, nelle istituzioni reali, con l’obiettivo di rafforzarne la capacità di decisione collettiva e di restituire senso e fiducia alla partecipazione civica.

Il contesto del suo intervento in Trentino-Alto Adige / Südtirol: il disegno di legge sulle assemblee dei cittadini estratti a sorte

L’intervento di Stefano Sotgiu si colloca nel contesto dell’audizione del 18 marzo 2021 presso il Consiglio regionale della XVI Legislatura, dedicata al disegno di legge n. 32, volto a introdurre nel Codice degli enti locali un nuovo istituto: l’assemblea dei cittadini estratti a sorte.

L’obiettivo della proposta era ambizioso e chiaro: affiancare ai consigli comunali un organismo consultivo e propositivo composto da cittadini selezionati mediante sorteggio stratificato, con l’intento di contrastare la crisi della rappresentanza, ampliare l’inclusività dei processi decisionali e affrontare temi complessi e di lungo periodo sottraendoli alle sole logiche della competizione elettorale.

Le assemblee dei cittadini, nella visione del disegno di legge, non avrebbero sostituito gli organi eletti, ma li avrebbero supportati attraverso pareri, proposte e raccomandazioni su questioni di interesse generale, con l’obbligo per le istituzioni di discutere e deliberare sugli esiti del lavoro svolto dai cittadini.

L’audizione del 18 marzo 2021 rappresentò un momento di confronto tecnico e scientifico di straordinario livello. Intervennero alcuni tra i massimi esperti, a livello nazionale e internazionale, di innovazione democratica basata sul principio del sorteggio.

Nel corso dell’audizione furono affrontati i fondamenti teorici, empirici e metodologici delle assemblee deliberative. Insieme a Stefano Sotgiu presero la parola Paolo Spada per fornire una panoramica internazionale sui “Mini-publics”, spiegando come queste assemblee migliorino la legittimità e l’efficacia delle decisioni politiche; Nenad Stojanović che riportò l’esperienza svizzera (progetto Demoscan), evidenziando l’alto livello di fiducia che i cittadini ripongono in questi organismi rispetto alle istituzioni elette; Alessandro Pluchino, fisico teorico, che dimostrò tramite modelli matematici come l’inserimento di elementi casuali in un’assemblea legislativa ne aumenti l’efficienza complessiva; Rodolfo Lewansky per richiamare i principi dell’OCSE per la buona pratica deliberativa, sottolineando l’importanza dell’informazione e della valutazione; Samuele Nannoni e Lorenzo Mineo – tra i soci fondatori di Prossima Democrazia – per illustrare la geografia delle iniziative italiane e l’esperienza francese della Convention Citoyenne pour le Climat.

In questo quadro di altissimo profilo, il contributo di Stefano Sotgiu si distinse per un elemento essenziale: la capacità di entrare nella “scatola nera” dei processi deliberativi e di spiegare, con precisione e concretezza, come rendere effettiva e non solo formale la partecipazione dei cittadini.

Il contributo di Stefano Sotgiu: il sapere del “come”

Se gli altri interventi avevano affrontato il “perché” e il “dove” delle assemblee dei cittadini, Stefano Sotgiu si concentrò sul “come”. Il suo intervento mise in luce alcuni pilastri fondamentali del suo pensiero.

1. La cura del micro: la qualità è nei dettagli – Per Sotgiu la democrazia deliberativa non funziona per inerzia. La trasformazione delle preferenze dei cittadini, la capacità di ascolto reciproco e la qualità delle decisioni dipendono da una cura meticolosa dei dettagli del processo. La discussione pubblica, sosteneva, richiede una qualità spesso superiore a quella che caratterizza i processi decisionali ordinari delle istituzioni rappresentative.

2. Lo spazio determina la relazione – Un altro concetto centrale del suo intervento era che “lo spazio determina la relazione”. La disposizione fisica dei partecipanti, la scelta degli ambienti, l’ergonomia e la logistica non sono elementi neutri: favorire una disposizione circolare, non gerarchica e non avversariale significa creare le condizioni materiali per un dialogo autentico e non polarizzato.

3. La facilitazione come presidio della libertà – Sotgiu rifiutava l’idea che la facilitazione fosse una forma di manipolazione. Al contrario, la considerava un presidio della libertà e della qualità decisionale. Il suo metodo prevedeva strumenti concreti e rigorosi, come:
– l’uso di interviste “a imbuto”, capaci di accompagnare i partecipanti da domande aperte a scelte puntuali;
– il reframing, per aiutare i cittadini a risalire alle cause profonde dei problemi;
– il red teaming, ovvero l’introduzione strutturata del dissenso, per contrastare il conformismo di gruppo e rafforzare la solidità delle decisioni.

4. Territorio ed empowerment – Il pensiero di Stefano Sotgiu era inseparabile dalla pratica. La sua esperienza di coordinamento di assemblee dei cittadini, anche in piccoli comuni a rischio di spopolamento, dimostrava la sua convinzione profonda: cittadini comuni, se messi nelle giuste condizioni di lavoro, sono pienamente capaci di produrre raccomandazioni di alta qualità e di assumersi responsabilità collettive.

Una voce inascoltata, una memoria da custodire

Come gli altri esperti intervenuti in quell’audizione, anche Stefano Sotgiu non venne ascoltato. Il disegno di legge non ebbe seguito e quell’occasione di innovazione democratica venne lasciata cadere con il silenzio compiacente di chi ora si affanna ad elaborare disamine sulla crisi della democrazia. Ma il valore di quei contributi non si è perso.

Ricordare oggi Stefano Sotgiu significa anche riconoscere una responsabilità: quella di non lasciare che saperi così preziosi restino confinati agli atti di un’audizione. Significa continuare a interrogarsi su come trasformare la democrazia da arena di scontro in spazio di ascolto e deliberazione.

Stefano Sotgiu ci ha lasciato l’immagine di una democrazia che non urla, ma che ascolta e riflette. Un’idea di politica che non consuma il tempo, ma lo custodisce; che non sovrasta la parola, ma la rende possibile. Per questo, per Più Democrazia in Trentino, il suo pensiero resta un patrimonio vivo, da ricordare e da praticare.

* * *

Seguono il resoconto integrale dell’audizione e il testo del disegno di legge oggetto di discussione:

Lascia un commento