Fingere di essere democrazia o essere democrazia?

La democrazia partecipativa aumenta la vitalità di quella rappresentativa? Realizza davvero alcune di quelle che Bobbio definiva promesse non mantenute? Porsi domande scomode e ragionare senza pretendere di trovare risposte “giuste” è uno splendido esercizio di intelligenza.

Il paper che proponiamo è un esercizio esemplare in tal senso.
A offrire questo prezioso contributo è Alessandra Algostino, Professoressa ordinaria di Diritto costituzionale presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Torino (vedi Curriculum Vitae e Pubblicazioni).
Il paper è stato pubblicato nel numero 12 del 29 aprile 2020 di Federalismi.it, rivista di diritto pubblico italiano, comparato, europeo – una pubblicazione che vale la pena seguire peraltro.

Già dal titolo dell’intervento Participatory democracy and its dark sides – La democrazia partecipativa e i suoi lati oscuri, si intuisce l’intento di Algostino: ragionare sulla effettiva efficacia di questa forma di democrazia.
Alcune parole dall’abstract:
” … si riflette sul concetto di democrazia partecipativa, nella prospettiva del suo inserimento nello spazio di due principi e, insieme, obiettivi da rendere effettivi, attraverso i quali si articola l’essenza della democrazia: la sovranità popolare e la partecipazione”.

Molteplici i quesiti che Algostino pone, argomentando sempre “Costituzione e Pratica alla mano”: la democrazia partecipativa quanto è davvero partecipata? Quanto è istituzionalizzata e/o indirizzata? La partecipazione si realizza (solo) in budget partecipativi? L’obiettivo della deliberazione è eliminare/lenire i conflitti o favorire la partecipazione dei cittadini? Discutendo di metodi di organizzazione del potere quanto si sposta l’attenzione dal diritto di partecipazione (nella prospettiva del coinvolgimento dei cittadini, in una chiave di emancipazione), alla governabilità (inscritta in una logica decisionale), come segno di efficacia della decisione?

La democrazia si distingue per la sua sconfinata ambizione e, allo stesso tempo, per la sua imperfezione, per essere una rete di conquiste, ma anche di cadute e smentite drammatiche. Nell’incompletezza e, come in tutti i fatti umani, nella reversibilità della democrazia, la sua espressione “partecipativa” è inclusa nella luce e nelle ombre. Così Alfio Mastropaolo.

L’articolo pubblicato su Federalismi.it è in lingua inglese; auspicando di fare cosa gradita mettiamo a disposizione la versione italiana, messa a punto con l’aiuto di google translator. Non sono state tradotte le numerose note esplicative e i riferimenti bibliografici che potrete verificare e recuperare nella versione inglese.

Articolo originale in lingua inglese
Articolo tradotto in lingua italiana
Intero numero 12 di Federalismi.it

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