Voto per corrispondenza: è arrivato il momento? Partecipa al nostro sondaggio.

L’espressione del voto è il momento nel quale i cittadini hanno la possibilità di esprimere direttamente e senza intermediari le loro preferenze. Che sia per eleggere i propri rappresentanti, che sia per esprimere direttamente la loro scelta rispetto ad un tema importante nei paesi dove è ammesso il referendum, senza voto non ci sarebbe democrazia.

Il voto, secondo la nostra costituzione ma anche secondo i trattati internazionali, deve essere personale, libero e segreto. Non è sempre stato così. Ci sono tuttora casi dove nelle assemblee il voto si svolge per alzata di mano, o altro meccanismo simile.
In due cantoni svizzeri si vota ancora così, in piazza, alzando la mano.

In generale però si ritiene che la segretezza del voto, e in particolare la possibilità che le autorità e le altre persone non sappiano quale sia il nostro voto, lo renda più libero.

Il meccanismo tradizionale per esprimere il voto segretamente è quello di recarsi presso un seggio elettorale che viene a noi assegnato, dove ci vengono consegnate le schede di voto sulle quali, in una cabina che cela agli sguardi quanto facciamo, esprimiamo le nostre preferenze. Ogni scheda viene poi infilata in un’urna dove, con tutte quelle degli altri votanti, resta fino alla fine del periodo di voto. Alla fine delle persone designate secondo la legge procedono con lo spoglio contando i voti. Non è possibile risalire dalla scheda all’elettore.

Ma recarsi presso i seggi elettorali in una giornata precisa e in un orario definito non sempre è comodo, e spesso ci costringe a organizzare la giornata in modo diverso da quanto avremmo fatto altrimenti. Quel giorno poi per motivi di lavoro, studio o vacanza potremmo non essere nemmeno nelle vicinanze del seggio a noi assegnato.

Per rendere più facile votare, e favorire la partecipazione al voto, in molti Paesi si sono introdotte forme di voto per corrispondenza. All’avente diritto al voto viene inviato per posta – normalmente dal suo comune di residenza, ai residenti all’estero da parte dell’ultimo comune di residenza nel Paese – il materiale di voto almeno tre settimane prima del giorno designato per il voto. Chi vuole votare ha la possibilità di inviare il proprio voto sia per posta sia consegnando la busta con le proprie schede presso il comune o in apposite bussole elettorali che il comune appronta per il periodo elettorale. Il materiale può essere inviato in qualunque momento, basta che arrivi prima del giorno della votazione.

Le schede inviate vengono inserite in un’urna, dove si mescolano con quelle degli altri elettori rendendo così anonimo il voto. Per lo scrutinio si procede come nel caso del voto nei seggi. In alcuni Paesi chi lo preferisce può ancora andare in un seggio a votare. Ci si porta dietro il materiale di voto ricevuto e lo si infila nell’urna personalmente.

In tutti i Paesi che permettono di esprimere il voto per corrispondenza i cittadini apprezzano talmente il sistema che la maggior parte vota per corrispondenza. Tant’è che in molti Paesi che adottano questo sistema si è determinato che fosse inutile allestire i seggi per far votare di persona, e si vota esclusivamente per corrispondenza.

In molti cantoni della Svizzera e in alcuni stati degli USA è così da molti anni.
La cosa interessante da notare è che negli stati dove si vota esclusivamente per corrispondenza si è votato regolarmente anche durante la pandemia Covid-19, che invece in quasi tutti gli stati democratici ha comportato una sospensione dei diritti democratici di voto dei cittadini.

Anche in Italia non è sconosciuto il voto per corrispondenza, ma si applica esclusivamente agli elettori residenti all’estero. L’unica eccezione per ora è la Provincia Autonoma di Bolzano, dove per le elezioni provinciali/regionali è permesso il voto per corrispondenza anche a chi è temporaneamente fuori provincia al momento del voto per motivi di salute, lavoro o studio. Anche qui i dati, confrontati anche con quelli degli elettori all’estero della nostra provincia (ndr: Trento), mostrano che gli elettori apprezzano il sistema e che questo aumenta la partecipazione al voto.

Come associazione da tempo chiediamo che anche in Italia, come in Svizzera, sia permesso il voto per corrispondenza, almeno per le votazioni che gestiamo noi, ossia elezioni e referendum comunali e provinciali/regionali. Non solo si otterrebbe una maggior partecipazione, che è sempre ottimo per la democrazia, ma si potrebbero anche ottenere risparmi significativi nell’allestimento dei seggi e velocizzazioni nelle operazioni di spoglio.

Questo momento ci pare particolarmente favorevole per cercare di convincere i nostri rappresentanti a introdurre il voto per corrispondenza per le imminenti elezioni comunali.
Le elezioni sono state spostate a causa della pandemia, e ancora non sappiamo come si voterà in autunno e quali misure di sicurezza sanitaria saranno previste. Misure che comunque renderanno difficile l’espressione del voto (quanti non andranno al seggio per timore del contagio?), aumenteranno le code e faranno lievitare i costi.

Il voto per corrispondenza è la sola opzione ragionevole per limitare ogni disagio e garantire a tutti la possibilità di esprimersi democraticamente.

Per questo per favore fate circolare questo articolo e chiedete a tutti di partecipare al nostro sondaggio.

Grazie!

Lascia un commento