L’ONU condanna l’Italia per violazione dei diritti politici

Un pronunciamento storico, frutto della tenacia di 2 cittadini che si sono rivolti al Comitato dei Diritti Umani dell’Onu denunciando la violazione del Patto sui Diritti Civili e Politici da parte dello Stato italiano. Il 29 novembre scorso il Comitato ha accolto, all’unanimità, il ricorso riconoscendo la violazione.

Un procedimento avviato 7 anni fa da Mario Staderini e Michele De Lucia, rispettivamente ex segretario e tesoriere dei Radicali Italiani – tra l’altro Mario da qualche anno è socio di Più Democrazia in Trentino, motivo di orgoglio per la nostra Associazione.

Una battaglia pacata, paziente, in punto di diritto. Nata al singolare, con questo pronunciamento del Comitato la battaglia si è trasformata in una vittoria al plurale: una conquista democratica per tutti i cittadini italiani.
E’ acclarato: agli italiani è stato impedito, in concreto, di partecipare alla vita politica e al governo del Paese attraverso i referendum e le leggi di iniziativa popolare (strumenti previsti dalla nostra Costituzione).
Ora lo Stato italiano è chiamato a porre rimedio, rapidamente – entro giugno 2020.
Il diritti politici sottratti nel tempo devono essere ripristinati. Il Comitato ha dato indicazioni chiare sul dove e come intervenire (cfr. I fatti in breve).

A oggi, ahimè, nulla di quanto richiesto dal Comitato dei Diritti Umani è stato fatto – o quantomeno avviato.
Teniamo la guardia alta, accendiamo una luce su questo tema: l’esperienza ci ha insegnato che le Istituzioni della nostra Repubblica sono poco sensibili al tema della buona democrazia (agli eletti quel che c’è va fin troppo bene!).
Il fatto che il pronunciamento dell’Onu non preveda sanzioni economiche non aiuta e la “reputazione” democratica interessa poco agli eletti.

I FATTI IN BREVE

Il 29 novembre 2019 il Comitato dei Diritti Umani delle Nazioni Unite ha unanimemente concluso (Comm. 2656/2015) che in Italia l’esercizio effettivo del diritto di tutti i cittadini a promuovere referendum è irragionevolmente regolato e, di fatto, impedito da:
1. procedure legislative ingiustamente restrittive e irragionevoli
in particolare, la raccolta firme è impedita dalla previsione di un obbligo per i promotori di far autenticare le firme da un pubblico ufficiale presente al momento della sottoscrizione;
2. sabotaggio da parte delle Istituzioni
inerzia delle Istituzioni a livello nazionale a fronte di molteplici sollecitazioni e denunce; inadempienze da parte di molti Comuni, che rendevano difficoltosa la sottoscrizione e non garantivano corretta informazione.

Il Comitato ha dato all’Italia 180 giorni per porre rimedio alle violazioni riscontrate – causa Covid-19 il termine è stato portato a fine giugno 2020.
Entro questo termine lo Stato italiano dovrà:
1. dare pieno ed effettivo rimedio alle vittime della violazione, incluso atto di scusa formale (Staderini e De Lucia hanno rinunciato al risarcimento economico).
2. Tradurre la decisione del Comitato nelle lingue ufficialmente riconosciute dall’Italia e pubblicarla “diffondendola il più ampiamente possibile”.
3. Prendere misure per evitare in futuro il ripetersi di violazioni simili, incluso modificare la legge che regola i referendum, assicurando che non vi siano più restrizioni irragionevoli alla partecipazione dei cittadini alla vita politica.

In calce le indicazioni per approfondire il tema.
Di seguito (e in rassegna stampa) l’articolo/intervista pubblicato su Corriere del Trentino di martedì 2 giugno 2020.

PER SAPERNE DI PIU’

Intervista a Mario Staderini – 9 maggio 2020, Radio Radicale (14 minuti)
Sito Democrazia Radicale


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