Coinvolgere i trentini nel mondo per una democrazia più aperta e inclusiva

Pedestrians on zebra crossing. Free public domain CC0 photo.

La petizione popolare n. 6/XVII, attualmente all’esame della Prima Commissione del Consiglio provinciale, chiede di introdurre anche in Trentino la possibilità di sottoscrivere digitalmente referendum, iniziative popolari e liste elettorali provinciali. Si tratta di una proposta che non solo modernizza le procedure democratiche, ma che può contribuire ad ampliare la partecipazione e a rafforzare il legame tra la nostra comunità e i molti trentini che vivono, studiano o lavorano lontano dalla provincia.

Molti di loro hanno sottoscritto la petizione proprio perché desiderano continuare a partecipare alla vita pubblica del territorio d’origine. Sono cittadini che, pur vivendo nel “villaggio globale”, mantengono rapporti, affetti e interessi stretti con la comunità trentina. Riconoscerli come parte attiva della nostra democrazia non è un gesto simbolico, ma un atto di giustizia costituzionale.

Oggi qualsiasi cittadino italiano, compresi gli elettori iscritti all’AIRE, può sottoscrivere digitalmente un’iniziativa popolare o un referendum nazionale con SPID o Carta d’Identità Elettronica, mentre, paradossalmente, un trentino residente all’estero non può fare altrettanto per partecipare alla vita politica provinciale o locale.

Incidentalmente la petizione solleva un’ulteriore questione questione che riguarda gli emigrati trentini. La Costituzione italiana, all’articolo 48, sancisce il diritto di voto per tutti i cittadini, inclusi quelli residenti all’estero, e la legge n. 459 del 2001 ne ha previsto l’esercizio per corrispondenza nelle elezioni politiche e nei referendum nazionali.

A livello provinciale, tuttavia, questi stessi diritti non trovano ancora piena attuazione. La legge elettorale della Provincia di Trento (L.P. 2/2003), all’articolo 83, prevede da oltre vent’anni la possibilità di votare per corrispondenza per i cittadini iscritti all’AIRE, ma la norma non è mai stata resa operativa. Una mancata attuazione che, nel tempo, è stata accompagnata anche da una scarsa attenzione da parte di chi avrebbe dovuto farsi interprete e promotore dei diritti politici degli emigrati trentini.

La vicina Provincia di Bolzano, con la L.P. 14/2017, ha già superato questo limite, consentendo ai propri cittadini residenti all’estero di votare per corrispondenza: un precedente virtuoso che dimostra quanto sia possibile — e doveroso — colmare questo divario.

Secondo i dati più recenti, gli elettori iscritti all’AIRE aventi diritto al voto per le elezioni provinciali sono 28.953 (6,5% dei 441.723 aventi diritto totali), a cui si aggiungono altre decine di migliaia di studenti e lavoratori fuori sede che spesso non possono rientrare per firmare o votare. Questa esclusione pesa non solo sui loro diritti, ma anche sulla vitalità democratica del Trentino: l’astensionismo “apparente” dei residenti all’estero è una costante mentre cresce inesorabilmente il numero di studenti e lavoratori fuori sede che non votano e non possono sottoscrivere iniziative popolari, referendarie e liste elettorali.

Riconoscere il diritto alla firma digitale e dare finalmente attuazione al voto per corrispondenza provinciale significherebbe rendere l’Autonomia trentina più coerente con i propri principi, più vicina ai cittadini e più capace di valorizzare l’apporto di una comunità globale che continua a sentirsi parte del Trentino.

In una società che cambia, non possiamo permetterci di lasciare indietro chi, pur vivendo altrove, conserva nel cuore e nella mente la volontà di contribuire al bene comune della propria terra — dove sono rimasti affetti, interessi e beni, materiali e immateriali, che fanno del Trentino una comunità viva nel mondo.

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Rassegna stampa: Il Dolomiti – Firma digitale per referendum e iniziative popolari, Più Democrazia punta alla petizione. Marini: “Chi vive lontano deve poter partecipare alla vita pubblica trentina”

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