Nel periodo compreso fra la fine di aprile ed i primi di agosto chi si è trovato a passeggiare nella zona del centro storico di Trento si è imbattuto in almeno un’occasione nei banchetti per la raccolta firme di Quorum Zero. Di questa serie infinita di banchetti dove sono stati distribuiti più di dieci mila volantini, Gianni Ceri è stato uno degli organizzatori responsabili insieme all’instancabile Matteo Rigotti.
Sotto il gazebo di Quorum Zero sono state raccolte migliaia di firme a sostegno dell’iniziativa popolare di modifica costituzionale, del disegno di legge di iniziativa popolare provinciale e della proposta di deliberazione comunale. Fra queste la più impegnativa è stata decisamente quella nazionale per la quale dopo sei mesi intensi è stato raggiunto il numero di firme necessarie proprio nei giorni a ridosso della scadenza.
E’ stato un finale al cardiopalma che si poteva seguire in diretta sulla pagina dedicata di Facebook e che si è concluso con la trasferta a Roma degli organizzatori per consegnare 52.680 sottoscrizioni.
Pochi giorni dopo questo grande successo cogliamo l’occasione per chiedere a Gianni qualche impressione, il quale dopo mesi di attività campale ha le idee molto chiare su quelle che sono le aspettative, le paure e le certezze dei cittadini che si sono rivolti ai banchetti.
I banchetti di Trento hanno contribuito con circa la metà delle firme raccolte a sostegno dell’iniziativa provinciale come ti senti per questo risultato?
Soddisfatto. I cittadini di Trento hanno contribuito a sostenere quest’iniziativa in maniera significativa.
A tuo avviso quali sono stati i vantaggi e gli svantaggi nel combinare le tre iniziative per migliorare gli strumenti della democrazia diretta (comunale, provinciale e nazionale) in un’unica raccolta firme?
Vantaggi tanti nel senso che le persone potevano contribuire e firmare tutto in una volta sola. Svantaggi pochi, solo un po’ di coda al banchetto alle volte e qualche difficoltà a riportare i dati senza errori.
Nei banchetti c’è la possibilità di parlare direttamente con i cittadini e tastare il polso del loro umore. Come hai percepito i cittadini trentini? Entusiasmo, fiducia nel cambiamento o rassegnazione?
Tutt’e tre le cose, ma con la certezza che la proposta provinciale verrà discussa si percepiva pure un certo entusiasmo.
Quali sono le ragioni che ti hanno spinto a dedicare tante energie a queste iniziative civiche?
Credo che sia ora di cambiare totalmente la politica, permettendo ai cittadini di prendere parte in prima persona alla gestione della res publica, che è di tutti noi e di cui noi siamo sovrani, come recita la Costituzione nell’art. 1.
In qualità di portavoce dell’iniziativa nazionale Quorum Zero e Più Democrazia, quali risultati sono raggiungibili nel breve periodo in termini di diffusione del messaggio? E nel lungo periodo quali sono le aspettative che il percorso legislativo vada a buon fine?
La diffusione del messaggio è un impresa difficilissima, perchè la maggior parte (se non tutti) i media nazionali non dimostrano di essere sensibili al tema e per varie ragioni non ne danno risalto nonostante le nostre ripetute sollecitazioni.
Le aspettative sono scarse, perché le persone presenti al Parlamento hanno storicamente dimostrato una incapacità e una volontà di non recepire le proposte di leggi di iniziativa popolare, peraltro previste dalla Costituzione. Chiediamo pertanto a tutti i cittadini che credono in un cambiamento della politica nazionale e locale di sostenere con tutto ciò che è nelle loro forze la battaglia di sollecito che faremo, assieme a loro, affinché il successo di questa iniziativa popolare abbia coronamento.
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