La democrazia diretta consente una maggior partecipazione dei cittadini alle decisioni politiche. Però questa partecipazione viene sempre ad un prezzo. In termini meramente monetari effettuare un referendum costa, e fare 3 o 4 tornate referendarie all’anno, come in Svizzera, ha certamente un suo costo.
Ma ha anche dei vantaggi, sempre in termini economici? Le analisi fatte dimostrano che si, dove vi è democrazia diretta, e in particolare dove sono ammesse iniziative popolari in tema di fiscalità, si riscontrano i seguenti vantaggi:
- l’apparato pubblico è più efficiente e i servizi pubblici costano meno (circa del 20%)
- il PIL pro capite è maggiore (circa per il 5%)
- vi è minor evasione fiscale
- vi è una minor corruzione percepita, ed è tanto minore quanto più basso è il numero di firme necessario per lanciare un iniziativa
- vi è una maggior soddisfazione e appagamento personale
Sembra quasi un miracolo, ma questi sono i dati. Nonostante le evidenze empiriche, purtroppo ancora oggi molti, soprattutto tra chi è impegnato in politica, ritiene che aumentare le possibilità di partecipazione dei cittadini alle decisioni abbia più svantaggi che vantaggi. Eppure inefficienza della macchina pubblica, bassa crescita, evasione fiscale e corruzione sono i grandi mali dell’Italia, e, sebbene in misura forse più ridotta, anche del Trentino.
Nell’amministrare la cosa pubblica, i politici dovrebbero tenere in conto unicamente il bene comune anzichè gli interessi di parte. Ed è più facile che lo facciano quando il controllo dei cittadini non è limitato alle elezioni dei rappresentanti.
Chi fà politica per ideali dovrebbe tener conto delle evidenze e supportare queste forme di partecipazione diretta dei cittadini che hanno mostrato la loro efficacia. Chi lo fà per ambizione, brama di potere o interesse personale posso capire continuerà ad avversarle.
Per i riferimenti agli studi su questi temi, si può fare riferimento alla preziosa guida alla democrazia diretta di Bruno Kaufmann et altri.
Ieri, dopo l’incontro con Bruno Kaufmann, abbiamo avuto modo di parlare con lui di vari temi. Uno è stato quello dei costi. Il suo commento è stato breve e definitivo: “se la democrazia diretta fosse economicamente svantaggiosa, gli Svizzeri non la avrebbero”. La stessa organizzazione degli industriali svizzera, che era sempre stata scettica sull’efficacia economica, di fronte ai dati è divenuta una dei maggiori supporter della democrazia diretta.
Qui (http://www.economiesuisse.ch/it/themen/awp/wirtschaftspolitik/pagine/_detail.aspx?artID=komm_schweiz_20110722) potete trovare per esempio il comunicato stampa di Economie Suisse in occazione della festa nazionale di quest’anno, il Primo Agosto.
Come vedete, al di là del tono celebrativo, la democrazia diretta è uno dei capisaldi della prosperità economica svizzera.
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Ma gli svizzeri hanno una coscienza civile che giù per l’Italia ce la sogniamo
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Sottoscrivo quanto detto da Fabio più sotto. Esiste una diretta correlazione tra il senso civico e le possibilità di intervento diretto dei cittadini nelle decisioni.
Un esempio è quello dell’evasione fiscale a cui accenno nell’articolo. Le comparazioni sono fatte tra cantoni e municipalità Svizzere, quindi teoricamente con coscienza civile analoga. Eppure le stime dell’evasione fiscale sono del 30% inferiori, non proprio pochissimo, dove il referendum è ammesso anche in materia fiscale e tributaria.
Un’altra analisi, più qualitativa in questo caso, ha trovato che la coscienza politica del cittadini svizzero medio, misurata come la conoscenza dei temi dell’agenda politica corrente, ossia leggi in corso di discussione, era superiore a quella del politico medio tedesco. Anche qui la differenza è difficilmente ascrivibile ad una marcata differenza di coscienza civile.
L’introduzione degli strumenti di democrazia diretta, magari accompagnata da un federalismo serio, farebbe miracoli anche in Italia.
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Grazie a Stefano Longano, che ho conosciuto tramite gli amici di Mehr Demokratie di Bolzano.
Strumenti di Democrazia Diretta e crescita del senso civico sono CORRELATI e sono due componenti che si alimentano l’una dell’altra…
È evidente che una società con scarso senso civico tenderà a usare male gli str4umenti di Democrazia Diretta, ma è evidente anche che usandoli mkale la stessa società riceverà indietro il male che lei stessa ha deciso con la Democrazia Diretta.
Quindi chi DECIDE e chi SUBISCE le conseguenze (positive o negative) delle decisioni… sono le stesse PERSONE e quuesto le costringe a CRESCERE in senso civico…
Insomma… sminuire o dare addosso agli STRUMENTI (pratici, operativi!) della DD, usando la argomentazione “il Popolo (italiano in questo caso!) non è pronto e rischierebbe di usarli male!” NON è corretto e a me fa pensare ad una ipocrita difesa del potere partitico.
SArebbe come dire:
“Siccome non sai andare in bicicletta, la bicicletta è un MALE per Te!”
Quando invece l’unica cosa che ha senso dire e fare è:
“SICCOME non sai andare in bicicletta… l’unica è che ti alleni andandoci molto spesso, in modo che impari!”
Mi spiego?
Un abbraccio a tutti i Cittadini Sovrani.
Fabio Castellucci
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