Ancora sugli effetti economici delle scelte dei cittadini

Sull’importanza di avere nelle forme di governo democratico una maggiore partecipazione diretta dei cittadini le opinioni possono essere ovviamente differenti. Però alla fine quello che conta sono i risultati. O almeno così dovrebbe essere per chi si fà guidare più dalla ragione che dall’ideologia.

Tra gli argomenti che vengono spesso portati da coloro che avversano la democrazia diretta uno di quelli più ricorrenti è che il processo di voto costa. Questo è indubbiamente vero, però come sempre la questione del costo vede solo un lato della medaglia. Se guardassimo solo ai costi non faremmo nulla. Anche mangiare ha un costo.
Quello che conta è il rapporto tra i costi e i benefici di una certa attività. Per quanto riguarda l’iniziativa popolare, in un articolo precedente ho già portato i risultati degli studi a favore delle forme di democrazia diretta presenti in Svizzera, in particolare dei loro positivi effetti economici su spesa pubblica, debito pubblico, efficienza dei servizi pubblici e crescita economica.
Ma vi è un’altro dato interessante che viene da uno studio di Besley e Coate del 2003 (London School of Economics e Cornell University rispettivamente) sulle nomine nelle autorità di regolamentazione dei servizi pubblici negli Stati Uniti.
Negli Stati Uniti i servizi pubblici sono generalmente gestiti da società private, sotto il controllo di Public Utilities Commission statali. Lo stesso modello che noi abbiamo per esempio dopo la liberalizzazione dei servizi di fornitura energetica con l’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas.
Ogni stato americano decide come nominare questi commissari, e vengono utilizzati due metodi:

  • nomina dei commissari da parte del Governatore, normalmente con conferma da parte degli organi legislativi
  • nomina dei commissari tramite elezione da parte dei cittadini, normalmente in parallelo alle elezioni presidenziali e di mid-term.

Nel loro articolo Besley e Coate  hanno analizzato se vi fossero differenze nel costo dei servizi pubblici in funzione del meccanismo scelto per la nomina.
Il risultato di questa analisi è che i costi dei servizi pubblici sono più bassi quando queste commissioni sono elette dai cittadini che quando esse sono nominate dai politici.
A prima vista questo risultato sembrerebbe controintuitivo. Infatti il Governatore, i deputati e i senatori possono sentire il parere di esperti nel settore e interrogare direttamente i candidati alla nomina. Possono quindi farsi un opinione più informata sulle capacità e sulle intenzioni di coloro che intendono nominare rispetto ai cittadini, che mediamente sceglieranno sulla base delle dichiarazioni pubbliche dei candidati e su quanto riportato dagli organi di informazione.
Eppure il risultato è che i cittadini sono più efficaci a scegliere i commissari dei loro rappresentanti eletti. Infatti il costo dei servizi pubblici regolamentati, quali per esempio elettricità, gas, scarichi fognari, acqua potabile, è mediamente inferiore quando i commissari sono eletti dai cittadini di quando sono di nomina del Governatore.
Non provo a dare una spiegazione a questo risultato. Quanto mi sovviene sarebbe poco lusinghiero per i rappresentanti eletti. Però è sicuramente una prova che invalida le tesi di coloro che ritengono che i rappresentanti eletti, grazie al fatto che possono informarsi e approfondire le questioni meglio del cittadino medio, siano migliori nel decidere sulle questioni concrete.
Non è certo possibile fare a meno dei rappresentanti eletti, ma dare ai cittadini la possibilità di intervenire direttamente e con facilità nei processi decisionali decisamente conviene non solo alla democrazia in se, ma anche alle tasche di tutti.

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