Il profilo del peggiore analfabeta possibile

Bertold Brecht

“L’analfabeta politico” di Bertold Brecht

Il peggiore analfabeta
è l’analfabeta politico.
Egli non sente, non parla,
nè s’importa degli avvenimenti politici. 

Egli non sa che il costo della vita,
il prezzo dei fagioli, del pesce, della farina,
dell’affitto, delle scarpe e delle medicine
dipendono dalle decisioni politiche. 

L’analfabeta politico è così somaro
che si vanta e si gonfia il petto
dicendo che odia la politica. 

Non sa l’imbecille che dalla sua
ignoranza politica nasce la prostituta,
il bambino abbandonato,
l’assaltante, il peggiore di tutti i banditi,
che è il politico imbroglione,
il mafioso corrotto,
il lacchè delle imprese nazionali e multinazionali. 

Bertolt Brecht

di Maria Columbro, 21 agosto 2012:

La nostra civiltà è intrisa di un profondo analfabetismo, eppure tutti sanno leggere e scrivere.

Bertolt Brecht, grande poeta e drammaturgo della prima metà del ’900, traccia il profilo del nuovo analfabeta, per l’appunto l’analfabeta politico, il peggiore della categoria.

Oltre la porta di casa tutto ciò che c’è è affar che non riguarda se stessi. Eppure questa ignoranza produce effetti drammaticamente deleteri perché fa regredire l’uomo da cittadino a suddito il quale non fa altro che apprendere apaticamente e subire le decisioni dall’alto.

Brecht ci riporta anche degli atteggiamenti esteriori del nostro analfabeta. “Si vanta e si gonfia il petto dicendo che odia la politica”.

La frase è tipica e, ahimè, troppo diffusa nella nostra società. La politica è affare di tutti e non si manifesta solo in senso stretto prendendo parte a questo o quel partito politico. Essere politicizzati significa comprendere di far parte di una società complessa, di una realtà che non può e non deve rimanerci indifferente.

“Zoon politikon” diceva Aristotele, l’uomo è un “animale politico” e questa caratteristica è insita nella natura dell’essere umano.

Rimanere indifferenti dinanzi alla società in cui si vive, riempendosi la bocca di espressioni come: “la politica è sporca”, “lo stato è corrotto”, è già tutto deciso”, ci preclude di essere parte attiva, di avere un ruolo.

Chi non pone rimedio alla propria ignoranza politica non sa scindere il bene dal male di una comunità. Brecht in maniera probabilmente anche molto forte fa una carrellata di esempi lampanti delle conseguenze del considerare la politica altro da sè, fuori dalla propria sfera di interessi.

“Il bambino abbandonato,la prostituta, l’assaltante, il mafioso corrotto” sono solo alcuni esiti.

Certamente la politica oggi non ci invita ad un suntuoso banchetto, ma nello stesso tempo non possiamo non partecipare alla mensa perchè i piatti non sono di nostro gradimento.

L’opinione e la volontà di tutti sono nutrimento vitale per una società libera e democratica, e nessuno può arrogarsi il diritto di considerarsi escluso.

di Maria Columbro

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Un pensiero su “Il profilo del peggiore analfabeta possibile

  1. Anche Tucidide dando voce a Pericle ben prima di Brecht e di Maria Columbro sembra avvalorare il loro punto di vista: “Noi siamo tutti nello stesso momento privati cittadini e pubblici impiegati; per noi l’uomo che evita di essere coinvolto negli affari dello stato non è semplicemente qualcuno che pensa agli affari suoi, ma un cittadino inutile.”
    La citazione è tratta da “l’elogio della democrazia” scritto da Tucidide nelle “storie” e prosegue con una disarmante chiarezza e semplicità che mi sento in dovere di ricordare. La frase successiva infatti è “Se pochi di noi sono capaci di dare vita a una politica, siamo tutti capaci di giudicarla.” Quel “siamo tutti capaci di giudicarla” sottende che gli ateniesi avessero gli STRUMENTI per farlo. Questi strumenti non sono disponibili al preteso “peggior analfabeta possibile”. Questo è fondamentale per porre chiarezza sulla questione. Mi sembra che la riflessione dei giorni nostri sia una condanna un po’ impietosa a chi si fa i fatti suoi e basta. Non possiamo dimenticare che a differenza dei cittadini ateniesi anche se informati e documentati possiamo solo chiedere, supplicare, protestare e manifestare. Se molti dopo essersi informati e aver chiesto e manifestato senza ottenere alcunché si sono arresi e pensano solo ai propri affari è veramente così riprovevole? Assegnare all’ignorante politico responsabilità che non ha, visto che non può partecipare alle decisioni importanti che riguardano la comunità, mi sembra ingeneroso e fuorviante. Prima otteniamo gli strumenti per decidere insieme e poi, solo allora, potremo anche noi come Pericle dire “cittadino inutile” a chi non partecipa mai ad una decisione chiesta dagli altri cittadini.
    Emanuele Sarto

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