I consiglieri della Provincia di Trento hanno obiezioni sulla nostra proposta? Sempre gradite perché ci permettono di approfondire

Trovo che le obiezioni, le osservazioni, siano sempre una parte interessante quando si parla di Democrazia Diretta perché sono uno stimolo ad approfondire e un invito a rispondere con ragionevolezza. Forse con un processo decisionale inclusivo, sarebbe tutto più semplice compreso il dibattito ma non ci resta che perseverare.

È assolutamente discutibile come sostiene il Consigliere Nerio Giovanazzi, che la riduzione del quorum al 20% sia un rimedio alla perdita di credibilità patita dalla politica negli ultimi anni. Chi lo ha detto è fuori tema.

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Il quorum non c’entra nulla con la credibilità della politica né a zero né a cento. Condivido anche il no al testo blindato e il si alla discussione senza tempi contingentati su cui riflette il Consigliere. Naturalmente questo avrebbe un senso se il Consiglio provinciale intendesse presentare un controprogetto. Sarebbe il Popolo però a dover decidere tra le opzioni. Gli aventi diritto di voto si pronuncerebbero nel contempo sull’iniziativa e sul controprogetto. Questo è ciò che accade dove queste istituzioni sono pratica corrente. Non sono mai gli eletti a decidere in esclusiva su una iniziativa Popolare. La proposta in questione è la testimonianza di come sia viva e vitale nella popolazione la voglia di politica. Forse quello che manca è un contatto attivo e costante tra rappresentanti e rappresentati e questa proposta andrebbe proprio a colmare questo gap.

Anche per la Consigliera Manuela Bottamedi ho una domanda. Quali sono i cambiamenti del mondo e le vicende della politica italiana che hanno mostrato in modo chiarissimo che la Democrazia Diretta è fallimentare. Ha qualche esempio concreto? Unknown-3.jpegIo non ho visto tutta questa sperimentazione di Democrazia Diretta e qualche esempio concreto e reale può aiutarci a capire. Ci sono invece regolari eventi svizzeri a confermare la bontà dei processi decisionali inclusivi e io di esempi reali ne ho diversi. 

Perché mai in assenza di regole che proprio questa proposta avanza, il comitato non dovrebbe ridurre il testo a pochi articoli essenziali pur di cercare quasi disperatamente di dare un senso compiuto ad un lavoro durato anni? 

Con profondo dispiacere sottolineo come la Democrazia Diretta non sia stata rispettata in Italia negli ultimi lustri. I referenda sull’acqua ne sono la prova evidente. Il risultato, è stato ignorato dalla politica. Non dico corretto con nuove leggi, no, semplicemente ignorato. Lei  può non condividere le scelte che fece il Popolo ma come disse il Padre costituente Costantino Mortati: “il Popolo non si consulta non dà pareri, il Popolo decide.” Il condizionale nel nostro caso è d’obbligo ma sottoscrivo le parole di Mortati e rimango in attesa di qualche indizio sul fatto che la Democrazia Diretta sia fallimentare per sua natura.

La questione quorum sollevata dai Consiglieri Gianpiero Passamani, Unknown-4.jpegAlessandro Savoi Unknown-5.jpege Walter Kaswalder ritorna spesso ed è sempre un piacere rispondere. A Walter Kaswalder che pone la questione della necessità di garantire una massa critica di elettori alzando il quorum rispondo con dati concreti a timori più che leciti ma privi di riscontro. A pochi chilometri dai confini c’è il Paese che più di tutti al mondo pratica la Democrazia Diretta a quorum zero naturalmente e la percentuale dei votanti è interessante. Ad ogni votazione partecipa meno del 50% degli aventi diritto ed è uno studio dell’Università di Ginevra a chiarire. In un anno l’80% degli aventi diritto partecipa ad una votazione e il 90% una volta ogni quattro anni. Che ne pensa Consigliere Kaswalder?Unknown-6.jpeg

Ma possiamo guardare anche ai fatti di casa nostra cari Consiglieri. Nel 2016 per la prima volta nella storia dell’Italia Repubblicana due referenda nello stesso millesimo. Ad aprile quello con il quorum che è stato vinto dal NO senza bisogno di argomentare le proprie ragioni ma semplicemente con l’invito all’astensione proprio per non raggiungere il quorum. Cosa che si è verificata. Più che lecito invitare a non votare se le regole lo prevedono e la realtà ci soccorre con i fatti. Pochi mesi di distanza, lo stesso anno, e neanche a farlo apposta un raro esempio di referendum senza quorum. Sfido i Consiglieri a trovare un solo articolo di qualsivoglia giornale che abbia invitato all’astensione in quel frangente. Guardate il numero di votanti ai due appuntamenti e poi ne parliamo.

 

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