Per una democrazia migliore: le tappe finali dell’iniziativa popolare sulla democrazia diretta

Questa informativa ha l’obiettivo di aggiornare i soci della APS Più Democrazia in Trentino e i 4000 firmatari sull’iter finale del disegno di legge di iniziativa popolare sulla democrazia democrazia diretta e sulla proposta di compromesso avanzata dal comitato promotore dell’iniziativa popolare alla Giunta e al Consiglio della Provincia Autonoma di Trento.

Da qui sino alla conclusione dell’iter i promotori utilizzeranno il blog dell’Associazione Più Democrazia in Trentino quale canale informativo.

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Come preannunciato nei giorni scorsi dai Presidenti di Giunta e Consiglio provinciale e come emerso dai report pubblicati dall’ufficio stampa del Consiglio nelle ultime ore, i referenti del comitato promotore si sono confrontati con i rappresentanti degli organi rappresentativi provinciali per trovare un modo di portare a conclusione l’iter della proposta di legge 1/XV, peraltro già trascinata dalla legislatura precedente visto che il testo originale (328/XIV) fu presentato nel luglio del 2012.

Dopo la conclusione, nell’ottobre del 2017, dell’attività del gruppo di lavoro informale che ha lavorato in seno alla Prima commissione, la ripresa improvvisa della trattazione del disegno di legge è stata resa possibile per iniziativa dei promotori dell’iniziativa popolare.

Obiettivo originario del comitato era migliorare gli strumenti della legge esistente (LP 3/2003), che rispondono a precise previsioni dell’art. 47 dello statuto di autonomia, allineandoli alle migliori pratiche internazionali e in particolare al codice di buona condotta in materia di referendum. I promotori si sono mossi tenendo in considerazione questi punti fermi.

Preso atto delle posizioni della Giunta espresse nel corso degli ultimi 6 anni per voce dell’assessore Gilmozzi, dello scarso interesse dei consiglieri provinciali ad affrontare il tema nonché dei limitati poteri riconosciuti dalle leggi esistenti ai promotori dell’iniziativa, è stata formulata una proposta di compromesso che, giocoforza, rinunciava a diverse innovazioni contenute nel disegno di legge con l’obiettivo di riuscire ad approvare almeno le modifiche legislative di base.

Nella logica di soddisfare tutte le parti istituzionali del processo decisionale i promotori hanno pertanto cercato di centrare un obiettivo minimo ma sostanziale per la democrazia locale nella prospettiva di poter ripartire con altre iniziative da uno stadio più avanzato.

Di seguito una sintesi puntuale delle tappe finali:

16 aprile 2018 > su caparbia iniziativa e con la mediazione della presidente dell’associazione Più Democrazia in Trentino Daniela Filbier, il primo firmatario e il relatore del disegno di legge, rispettivamente Alex Marini e Stefano Longano, incontrano il presidente del Consiglio provinciale Bruno Dorigatti presso Palazzo Trentini. L’obiettivo è quello di sondare la possibilità di portare in aula il disegno di legge prima del termine della consiliatura coronando l’intenso e proficuo lavoro prodotto in 6 anni di confronto ed evitare un fallimento che avrebbe messo in cattiva luce l’operato delle istituzioni provinciali per l’incapacità di dialogare con la cittadinanza.

Il presidente Dorigatti si assume l’impegno di organizzare un incontro con il presidente della Giunta Ugo Rossi.

25 giugno 2018 > Marini, Longano e Filbier, in rappresentanza del comitato promotore e dell’associazione, incontrano presso il Palazzo della Provincia il presidente Rossi e Mauro Gilmozzi, l’assessore che ha rappresentato la Giunta nei lavori in commissione e nel gruppo di lavoro informale costituito dopo l’approvazione del parere della Commissione di Venezia 797/2014.

Preso atto dell’impossibilità di trovare un accordo complessivo sull’intero testo di legge, il primo firmatario avanza un’ultima proposta di compromesso per individuare un punto di caduta minimo che prevede:

a) l’abbassamento del quorum di partecipazione al 20% senza incremento delle firme necessarie a richiedere un referendum;

b) la costituzione di una commissione permanente per la valutazione dell’ammissibilità dei quesiti referendari;

c) l’estensione dei tempi utili per la convocazione di referendum provinciali e per la presentazione di richieste di referendum;

d) un impegno della Giunta ad attivarsi nei confronti del Governo per semplificare le procedure di autenticazione e di certificazione delle firme;

e) lo stralcio delle rimanenti proposte.

Il presidente Rossi, riconoscendo l’impegno e la volontà di mediazione dei proponenti, ritiene si tratti di una proposta ragionevole e si impegna a sottoporre il tema ai gruppi consiliari.

29 giugno 2018 > Marini, Longano e Filbier incontrano i funzionari del servizio legislativo della Giunta provinciale per valutare i profili giuridici della proposta e per acquisire gli elementi tecnico-legislativi necessari per una corretta formulazione degli emendamenti utili a modellare il testo di legge nell’auspicata ipotesi che le forze politiche provinciali ritenessero condivisibile la proposta di compromesso avanzata dai proponenti con il parere favorevole del presidente Rossi.

7 luglio 2018 > Una volta valutata l’ammissibilità e la procedibilità delle proposte emendative, il primo firmatario Marini informa i componenti del comitato civico apartitico promotore dell’iniziativa popolare provinciale sulla democrazia diretta chiedendo di esprimere una posizione di consenso e/o dissenso sulle modalità con cui si intende procedere. Paolo Michelotto, Andrea Casna, Giovanni Ceri, Alessio Hueller, Roberto Bombarda, Ruggero Pozzer, Giacomo Bonazza, Cristiano Vecli e Daniela Filbier rispondono confermando il loro pieno sostegno confidando che questo compromesso possa essere il primo passo verso una democrazia migliore. Non si registrano posizioni contrarie.

Marini e Longano sottoporranno quindi alla riunione dei capigruppo di venerdì 13 luglio e alla seduta della Prima commissione programmata il giorno successivo i punti rispetto ai quali il comitato promotore ha espresso una posizione di consenso.

12 luglio 2018 > il primo firmatario e il relatore del disegno di legge – Marini e Longano – presentano il contenuto del compromesso ai presidenti dei gruppi politici del Consiglio provinciale.

Pur con qualche dubbio su un abbassamento del quorum al 20% la maggioranza dei capigruppo riconosce la bontà del tentativo di portare a termine l’iter legislativo ed evitare che l’iniziativa popolare decada. Bottamedi (Forza Italia) e Giovanazzi (Amministrare il Trentino) esprimono contrarietà alla proposta: la prima per una presunta mancanza di legittimazione dei proponenti a rappresentare i 4000 firmatari mentre il secondo per una presunta forzatura con cui il presidente del Consiglio intende calendarizzare il testo di legge di iniziativa popolare.

Dorigatti replica facendo notare come la Presidenza del Consiglio abbia portato la calendarizzazione della proposta di legge in ogni riunione dei capigruppo nel corso dell’intera legislatura. Questa è l’ultima occasione possibile.

I promotori sottolineano che lamentarsi perché viene colta in extremis questa occasione, senza aver agito perché lo fosse prima, è evidentemente del tutto strumentale. Fanno inoltre notare che è sempre stata garantita la massima pubblicità e informazione verso i firmatari e l’intera cittadinanza riguardo agli esiti del confronto con i rappresentanti politici. Più serio sarebbe dire che si preferisce che il disegno di legge venga seppellito senza nemmeno essere discusso in pubblico. Probabilmente per evitare di dover rendere conto ai cittadini delle proprie posizioni. Qui il resoconto dell’ufficio stampa del Consiglio provinciale.

13 luglio 2018 > i promotori illustrano il contenuto degli emendamenti ai componenti della Prima commissione permanente. Il presidente Rossi esprime parere favorevole alla formulazione degli emendamenti. La Prima commissione mette ai voti le singole proposte emendative e procede all’approvazione della totalità delle stesse (43 emendamenti soppressivi + 7 emendamenti sostitutivi).

Con particolare riferimento all’emendamento relativo al quorum Marini richiama le raccomandazioni della Commissione di Venezia per la rimozione dello stesso e la possibilità riconosciuta dalla Corte Costituzionale (sentenza 372/2004) ai Consigli regionali di definire liberamente la soglia del quorum. Longano sottolinea come le consultazioni referendarie senza quorum svolte in Italia abbiano avuto una maggiore affluenza e una maggiore legittimazione popolare rispetto alle consultazioni dove è previsto il quorum e molto spesso anche rispetto alle consultazioni elettorali. Savoi (Lega) e Simoni (Progetto Trentino) esprimono voto contrario all’abbassamento del quorum al 20%, Passamani (UPT) si astiene mentre Civico e Borgonovo Re (PD) e Ossana (PATT) esprimono voto favorevole.

Il testo, così come riformulato in virtù della proposta di compromesso, sarà sottoposto a una nuova seduta dei capigruppo al fine di valutare la programmazione di una seduta aggiuntiva del Consiglio provinciale entro la fine di agosto e di rimettere la decisione definitiva ai consiglieri provinciali. Qui il resoconto dell’ufficio stampa del Consiglio provinciale.

* * *

In attesa dei prossimi cruciali passaggi i promotori manifestano il dispiacere di non aver ottenuto l’eliminazione definitiva del quorum e l’introduzione del referendum confermativo. Prendono atto che nella situazione data non sarebbe stato possibile procedere altrimenti.

Credono che il compromesso raggiunto, e che a breve potrebbe diventare legge, sebbene non completamente rispondente alle richieste iniziali, tenga conto di risultati che attraverso altre strade sono stati ottenuti in questi anni nella Provincia di Trento, grazie anche all’azione costante e puntuale di Più Democrazia in Trentino.

Ritengono infine che il compromesso vada comunque nel senso del miglioramento delle norme esistenti.

Infine, da quanto fino ad ora emerso, purtroppo, ritengono che sarà difficile ottenere una larga intesa, considerato che si è manifestato un corale gruppo di minoranza che è contrario non solo alla proposta di iniziativa popolare in sé, ma anche agli standard delle democrazie occidentali. A tal riguardo auspicano pertanto che la maggioranza dei consiglieri, che si sono dichiarati favorevoli a questo compromesso, si impegnino seriamente a farlo diventare norma provinciale.

Alex Marini, Primo firmatario – Stefano Longano, Relatore

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