Conferenza stampa sulla memoria amicus curiae: aprire un dibattito pubblico sulle regole della democrazia trentina

In attesa dell’incontro di presentazione al pubblico programmato per giovedì 23 ottobre a Borgo Valsugana, lunedì 20 ottobre, a Trento, si è svolta la conferenza stampa di presentazione della memoria amicus curiae depositata da Più Democrazia in Trentino nel giudizio di legittimità costituzionale promosso dal Governo contro la legge provinciale che elimina il limite dei due mandati consecutivi per il Presidente della Provincia.
L’incontro, introdotto dal presidente Alex Marini, ha visto la partecipazione del prof. Lorenzo Spadacini (Università di Brescia), dell’avv. Rosa Rizzi (già componente della Commissione dei 12) e del dott. Stefano Longano, co-estensore della memoria.

L’obiettivo dell’iniziativa è stato quello di riportare al centro del dibattito pubblico la questione delle regole democratiche e dei limiti al potere esecutivo, sottolineando la necessità di un confronto trasparente e informato su un tema che riguarda l’equilibrio della forma di governo della Provincia autonoma di Trento.

Alex Marini: un contributo al confronto democratico

Aprendo la conferenza, Alex Marini ha chiarito che la memoria amicus curiae non è un atto “contro” il Presidente in carica né contro una parte politica, ma un contributo al dibattito democratico su una questione cruciale per la tenuta istituzionale della Provincia.
Ha ricordato che l’associazione Più Democrazia in Trentino, è nata nel 2011 promuovendo un’iniziativa popolare sulla democrazia diretta, il quale includeva delle disposizioni anche in materia di limite dei mandati. I fattori che favorirono l’avvio dell’esperienza dell’associazione restano gli stessi: il crescente analfabetismo civico e la progressiva perdita di fiducia nelle istituzioni.
La memoria – ha spiegato – mira a evitare il consolidarsi di una concentrazione di potere “enorme, smisurata e potenzialmente arbitraria” nelle mani di chi governa.
Marini ha inoltre sottolineato il carattere collettivo e scientifico del lavoro, realizzato con il supporto del prof. Spadacini e la revisione giuridica dell’avv. Rizzi, e ha osservato che il fatto di aver dovuto cercare tali competenze al di fuori del Trentino dimostra la riluttanza del contesto locale a discutere apertamente le regole del potere.

Lorenzo Spadacini: l’amicus curiae come strumento di democrazia

Il prof. Lorenzo Spadacini ha spiegato che l’istituto dell’amicus curiae rappresenta una forma innovativa di partecipazione della società civile al giudizio costituzionale, capace di democratizzare l’accesso alla giurisdizione.
Ha precisato che la memoria non intende mettere in discussione l’autonomia provinciale, bensì rafforzarla come strumento della democrazia, e non come privilegio sganciato da essa.
Spadacini ha ribadito che il divieto di un terzo mandato costituisce un principio generale dell’ordinamento italiano, valido per tutti gli esecutivi eletti direttamente, e quindi applicabile anche al Trentino.
Le motivazioni di questo limite, ha spiegato, risiedono nella tutela della par condicio, della libertà di voto, della genuinità della competizione elettorale, nonché nel favorire il ricambio democratico e l’eguaglianza nell’accesso alle cariche pubbliche.

Rosa Rizzi: l’autonomia come processo in evoluzione

L’avv. Rosa Rizzi ha insistito sul fatto che l’autonomia non è un punto d’arrivo, ma un percorso in continua evoluzione che richiede un confronto aperto e maturo.
Ha lamentato la mancanza di dibattito pubblico sul tema del terzo mandato, sottolineando come la memoria abbia cercato di tradurre i principi costituzionali nella realtà trentina.
Nel suo intervento ha richiamato l’attenzione su alcuni aspetti spesso trascurati:
– la partecipazione dei cittadini, espressione del principio di sussidiarietà orizzontale;
– il ruolo della magistratura contabile e amministrativa, che rischia conflitti d’interesse quando i magistrati sono nominati dallo stesso governo provinciale i cui atti devono giudicare.
In chiusura, ha ricordato anche l’episodio della “Tonca” simbolica del governatore Fugatti durante le Feste Vigiliane, interpretandolo come un esempio di satira popolare che riflette la sensibilità democratica della cittadinanza.

Stefano Longano: potere e fiducia nelle istituzioni

Il dott. Stefano Longano ha descritto la realtà concreta della concentrazione di potere in Trentino, dove la Giunta e il suo Presidente controllano una parte rilevante degli stanziamenti di fondi destinati a enti locali, associazioni, organizzazioni di volontariato e società partecipate.
Secondo Longano, questo alimenta la percezione che chi governa possa “comprare i propri mandati” attraverso l’uso discrezionale delle risorse pubbliche.
Ha proposto come modello alternativo il sistema direttoriale svizzero, in cui il legislativo è eletto con metodo proporzionale ed è indipendente dall’esecutivo, garantendo equilibrio, collaborazione e maggiore fiducia nelle istituzioni.

Il dibattito con la stampa

Il giornalista Fabio Peterlongo de L’Adige ha posto l’accento non tanto sul limite dei mandati, quanto sulla distorsione del mandato popolare generata dalla stessa elezione diretta e da una legge elettorale che concentra il potere nelle mani di chi vince con una maggioranza relativa. I relatori hanno risposto sottolineando che:

  • Alex Marini ha convenuto che il problema principale è la mancanza di separazione tra legislativo ed esecutivo, e che l’introduzione dell’elezione indiretta sulla base di un proporzionale con premio di maggioranza senza riforme sostanziali rischierebbe solo di aggirare i rilievi costituzionali.
  • Stefano Longano ha ribadito la necessità di riforme strutturali e correttivi anche a livello comunale.
  • Rosa Rizzi ha segnalato che più della metà dei piccoli comuni trentini ha registrato un’affluenza inferiore al 50%, definendo la situazione “un fallimento clamoroso della democrazia locale”. Inoltre, ha criticato la legge elettorale per i Comuni, che genera disaffezione e senso di esclusione, poiché il premio di maggioranza eccessivo trasmette l’idea che “o sei dei loro o non sei nessuno”.
  • Lorenzo Spadacini ha aggiunto che il vero nodo non è l’elezione diretta in sé, ma il fatto che le assemblee rappresentative non siano più realmente elette come tali, bensì derivate dal voto per il vertice dell’esecutivo, un modello che non trova riscontro in nessuna democrazia moderna.

Nel corso della conferenza stampa gli oratori hanno ribadito che il giudizio davanti alla Corte costituzionale non riguarda soltanto il destino politico di un singolo presidente, ma la qualità della democrazia trentina.
Con la memoria amicus curiae, Più Democrazia in Trentino ha voluto offrire un contributo civico e documentato, invitando la Giunta provinciale a rendere pubblica la memoria difensiva presentata alla Corte costituzionale o, quantomeno, a illustrarne i contenuti, e incoraggiando studiosi e cittadini a partecipare a un dibattito pubblico trasparente sulle regole che definiscono la rappresentanza, i limiti del potere e la forma di governo del Trentino.

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