Il consigliere Zeni risponde alle domande del comitato

Piano piano, molto piano, arrivano anche le risposte alle nostre domande ai consiglieri. Certo meglio tardi che mai, e speriamo che anche gli altri 33 trentini in Consiglio si facciano meno timidi, per così dire.

Luca Zeni

Oggi è il turno del capogruppo del PD in Consiglio Provinciale, l’avvocato Luca Zeni. E così la categoria degli avvocati batte per rapidità tutti gli altri. Non sappiamo se sperare negli altri due laureati in giurisprudenza, ma che hanno come professione il segretario comunale o il magistrato amministrativo, o vedere se si faranno avanti altre categorie.
A parte la battuta, la democrazia è prima di tutto confronto, discussione e a volte anche scontro, certo sempre civile, di idee, ideali e proposte.
Dobbiamo quindi sempre apprezzare chi a questo confronto si presta. Speriamo facciano scuola.

Di seguito le risposte alle nostre domande. Qui ovviamente riportiamo solo la domanda secca, ma nel link trovate per ogni domanda una breve introduzione, che è utile leggere insieme alla risposta per capire meglio il contesto.

EDUCAZIONE CIVICA

I.    È d’accordo con questa proposta?

Condivido la necessità di educare i giovani al concetto di “cittadinanza”, perché è da questa consapevolezza che può nascere la sensibilità civica che ci porterà a creare una società informata, responsabile e solidale. In tal senso la democrazia diretta è però uno strumento (non l’unico).
La proposta di dedicare a questa iniziativa una quota del Fondo dovrà in ogni caso essere valutata in termini di fattibilità economica. Stesso dicasi per l’assegnazione di borse di studio.

II.   Crede sia opportuno integrarla/migliorarla? Se si, come?

Alcuni spunti (da sottoporre alla discussione più larga): si può pensare di far rientrare iniziative educative su questo tema nei piani giovani di zona? La PAT già mette a disposizione molte risorse economiche per finanziare le iniziative più disparate …
Riusciamo a conciliare questi concetti di democrazia moderna con le lezioni sull’Autonomia? Perché l’Autonomia di cui dobbiamo parlare è quella della responsabilità, non quella che a partire da legittime peculiarità storiche si barrica a difesa di uno status quo. Tra l’altro, la storia della nostra autonomia è ricca di esempi positivi di democrazia partecipata.
Altro spunto: le ASUC (Pejo, Giudicarie …) – gli usi civici ancora esistono nella nostra Provincia. E lavorano.

PRITANI

III.   Cosa pensa dell’istituto dei Pritani inserito in questa legge?
Questo forse è la proposta più difficile da inserire nel nostro ordinamento. Gli eletti sono tali in quanto scelti democraticamente dai cittadini a fronte di programmi esposti pubblicamente. Un collegio di cittadini che possa sfiduciare l’operato di un Amministratore nel corso del suo mandato è ipotesi che non condivido. Il pericolo di strumentalizzazione è troppo alto. Il nostro sistema già prevede le tutele necessarie per evitare illeciti: pensiamo al TAR, alla magistratura per esempio. In ogni caso la parola resta comunque ai cittadini, che a fine mandato giudicheranno l’operato degli eletti e decideranno se rinnovare loro o meno la fiducia.

IV.   Per quale funzione lo proporrebbe se esistesse ora?
Ancora qualche spunto per la discussione: i pritani di fatto sono assimilabili alle giurie popolari in uso nel common law (Gran Bretagna, America…) Nel nostro contesto sono assimilabili al difensore civico, al garante dei detenuti, ad alcune facoltà della corte dei conti – forse i questori in Parlamento. L’idea di ‘aprire’ queste giurie ai cittadini potrebbe comunque essere interessante, anche perché spesso i Partiti sono fin troppo prudenti nell’esprimere dissenso. Le aree da presidiare sono moltissime: il rispetto delle leggi (per esempio quella sulle nomine, disattesa più volte e che ora è sotto la lente di ingrandimento del M5S), l’utilizzo di ingenti fonti finanziarie provinciali. In buona sostanza un istituto super partes, libero da qualsiasi conflitto di interesse, che può costringere (anzi: aiutare!) gli amministratori ad essere corretti e trasparenti.

PETIZIONI

V.    Quale è la sua posizione su questa proposta?
Condivido senso e obiettivi della proposta. Così pure la sollecitazione ad introdurre strumenti di interazione più moderni (un portale Internet dedicato).
Consapevole che le petizioni non hanno valore legale, ritengo siano uno strumento prezioso per conoscere l’opinione dei cittadini su cose concrete. Esse sono quindi espressione della volontà delle persone e strumento prezioso per capirne le aspettative – e governare meglio.

VI.  Ritiene vi siano modifiche o integrazioni da fare, e se si, quali?
Nessuna integrazione o modifica

DIBATTITO PUBBLICO

VII.   Quali sono a suo parere i pro e i contro del dibattito pubblico per le grandi opere?
Condivido l’opportunità di aprire dibattito pubblico in presenza di grandi opere pubbliche che richiedano grandi investimenti e abbiano grande impatto ambientale. I vantaggi stanno certamente nel fatto che questo percorso, ben regolamentato, conduce verso una sostanziale accoglienza dei progetti da parte dei diversi portatori di interessi e, conseguentemente, alla riduzione/eliminazione di ostacoli nella fase esecutiva. Il fattore tempo potrebbe essere una criticità. Ritengo comunque, in forza dei buoni esempi in altre realtà, che il tempo utilizzato in questa fase preliminare potrà essere facilmente recuperato nelle fasi successive.

VIII.  Per quali opere pensate o in corso di valutazione sarebbe disponibile a chiedere subito un serio dibattito pubblico anche in assenza di obblighi di legge?
Metroland – TAV/TAC (linea del Brennero)

IX. Non ritiene che sia proprio l’assenza di volontà di confronto con la popolazione che molte opere in Trentino richiedono anni per essere anche solo iniziate?
In Trentino non si contano molti casi di ritardi nella realizzazione – quelle che a tutt’oggi sono ancora in sospeso il più delle volte lo sono o per questioni burocratiche (tempi degli appalti, ricorsi, …) o per questioni finanziarie

X.  Potrebbe essere una spiegazione per la mancanza di confronto il fatto che la possibilità di dire “decido io”, ossia esercito un potere, sia spinta maggiore per il politico che non la volontà di trovare soluzioni ai problemi?
L’assunto è forte e insinua un approccio alla Politica intesa come luogo di Potere, nel senso di “siccome posso, faccio”. Sarebbe ottuso da parte mia negare che in Italia purtroppo gli esempi a sostegno di tale assunto sono numerosi. D’altro canto mi rendo conto, e le vicende politiche più recenti lo dimostrano, che molto è cambiato. Che le istanze di partecipazione sono cresciute. Che la distanza tra i cittadini e i Partiti è aumentata tantissimo. Che la credibilità della Politica (e dei politici) è ai minimi storici. Per tali ragioni, espresse qui in estrema sintesi, ritengo che il modo di fare Politica che fino a ieri ha funzionato (incluso l’approccio ‘top-down’) ora è abbondantemente superato e non è più accettato. Per noi del PD, che rappresentiamo un partito di centro-sinistra, quella che abbiamo di fronte è una sfida: crediamo nella democrazia rappresentativa – che riteniamo irrinunciabile – ma dovremo aprirci a nuove modalità di partecipazione che sappiano attrarre e includere anche, e soprattutto, coloro che sono al di fuori dei partiti e chiedono cittadinanza attiva.

INIZIATIVA POPOLARE E REFERENDUM CONFERMATIVO

XI.  Cosa pensa della iniziativa popolare?
La possibilità di avere ddl di iniziativa popolare, come del resto è la proposta in oggetto, è molto importante. Nel ddl ci sono alcuni aspetti tecnici da rivedere (ad esempio sull’ammissibilità della proposta), ma al di là di questo si tocca un punto importante: una proposta di iniziativa popolare ha il diritto o no di essere discussa in aula? Oggi è innegabile che l’inerzia tende a non far approdare in aula le proposte, e occorrono iter più rigorosi. Se si introduce un automatismo però servono delle soglie maggiori delle sole 2500 firme.

XII.  Cosa pensa dei referendum confermativi?
Mi pare una possibilità interessante, anche se la sospensione degli atti amministrativi prima ancora di aver raccolto le firme mi pare una scelta troppo forte. Anche le soglie per gli atti amministrativi sono molto basse.

XIII.  Quale è la sua posizione sui 3 punti qualificanti della proposta sul referendum (materie, firme, quorum)?
Sicuramente la proposta ingloba davvero moltissime materie, e spesso le soglie sono molto basse. Sul tema del quorum, comprendo bene la ratio e non sono contrario, naturalmente se questo si accompagna a un numero di firme alto per evitare che piccole minoranze organizzate possano incidere in maniera molto forte.

XIV.  Quali emendamenti pensa eventualmente di proporre?
valuterò insieme al Gruppo consiliare.

LEGGE ELETTORALE E REVOCA DEL MANDATO

XV.  Quali è la sua posizione nei confronti delle norme che prevedono la revoca del mandato da parte dell’elettorato?
Non condivido – vale quanto detto per i pritani

XVI.  Cosa pensa del limite dei mandati?
Condivido il principio del limite dei mandati, ma lo quantifico in 3 (come previsto dallo statuto del PD), 2 per i ruoli di governo.

XVII.  Quale è la sua posizione sull’anagrafe pubblica degli eletti e dei nominati e cosa dovrebbe contenere a suo parere?
La trasparenza è un elemento qualificante della buona politica. Condivido quindi l’anagrafe pubblica degli eletti, convinto che un buon livello di trasparenza possa contribuire a migliorare il rapporto tra cittadini e politica. La proposta di introdurre sanzioni in caso di mancato rispetto della norma è interessante. Sono più che disposto a discuterla.

XVIII. E’ d’accordo con questi 3 articoli, ed eventualmente quali eliminerebbe o emenderebbe, e in questo caso, come?
Mi pare sbagliato che soli 5000 elettori possano proporre una mozione di sfiducia al Presidente della Provincia eletto direttamente dai cittadini.
Sul limite di mandato ho già risposto.
Sulla situazione patrimoniale condivido, già oggi è prevista ma le sanzioni sono molto blande, anche se sono state rafforzate nel corso di questa legislatura.

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3 pensieri su “Il consigliere Zeni risponde alle domande del comitato

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