Iniziativa popolare sulla democrazia diretta: il presidente della Prima commissione Mattia Civico chiede ai capigruppo di riconsiderare la loro decisione

La settimana scorsa i capigruppo del Consiglio provinciale di Trento avevano deciso di cassare definitivamente il disegno di legge sulla democrazia diretta optando per non portare in aula il testo concordato con il promotori in Prima commissione. Sebbene la portata della proposta iniziale fosse stata sensibilmente ridimensionata per poter andare incontro alle preoccupazioni di chi temeva un’escalation democratica nel governo provinciale, i capigruppi avevano comunque ritenuto bloccare l’iter del disegno di legge decretandone di fatto la morte. A riaccendere le speranze, però, dopo il tentativo del consigliere Degasperi, ci ha pensato il presidente della Prima commissione Mattia Civico. Nella giornata di ieri il consigliere Civico ha lanciato il seguente appello al presidente Dorigatti e ai capigruppo:

Gentile Presidente Dorigatti,

Gentili colleghi capigruppo,

qualche giorno fa, come presidente della prima commissione, ho presentato la relazione di maggioranza che dovrebbe accompagnare il testo di legge di iniziativa popolare sulla democrazia diretta in Consiglio.

Sono a conoscenza e consapevole del fatto che la capigruppo ha già deciso che tale disegno di legge non sarà calendarizzato, ma mi preme comunque accompagnare la relazione con due considerazioni più di ordine politico.

Il disegno di legge, già presentato nella scorsa legislatura, ha avuto il sostegno e la spinta di molti cittadini, che si attendono coinvolgimento e protagonismo nelle scelte della politica. In una stagione come questa, dare un segnale di definitiva chiusura (il testo decadrà a fine legislatura e dunque e se così sarà definitivamente accantonato) non mi pare né utile né saggio. Per nessuno.

Per molti mesi in commissione abbiamo lavorato con il comitato proponente per arrivare ad una mediazione e devo a tal proposito sottolineare l’approccio costruttivo e responsabile sia dei consiglieri sia del comitato proponente.

La commissione ha recentemente concluso i propri lavori riconsegnando ai capigruppo un testo fortemente ridimensionato ma che ha il suo centro nella ridefinizione del quorum referendario, nell’intenzione di inserire nel nostro ordinamento uno strumento volto al massimo coinvolgimento dei cittadini nelle consultazioni referendarie (è evidente che l’attuale quorum disincentiva la partecipazione ed è altrettanto palese che un quorum più basso o zero-come nel caso del referendum costituzionale- può sostenere efficacemente la motivazione al voto dei cittadini).

L’aula è sovrana e quella uscita dalla commissione non è certo una proposta “blindata“.

Credo sarebbe un segnale positivo se la conferenza dei capigruppo riconsiderasse la propria decisione, verificando la possibilità di ulteriore condivisione, consegnando all’aula la responsabilità di decidere.

In caso contrario dovremmo tutti prendere atto che questa legislatura si chiude purtroppo con elementi di insufficiente attenzione nei confronti delle iniziative popolari.

Cons. Mattia Civico

RELAZIONE DI MAGGIORANZA


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