Da Roma giungono segnali importanti per la nostra Associazione.
A inizio ottobre il Ministro Riccardo Fraccaro ha presentato il Progetto di riforma costituzionale che riguarda (anche) i Referendum.
Le novità di maggior rilievo per noi sono l‘introduzione del referendum propositivo (e delle relative procedure di ammissione e confronto parlamentare sulla proposta) e l’abolizione dei quorum per il referendum abrogativo.
Queste proposte sono nel programma di governo e la maggioranza parlamentare c’è (almeno sulla carta). L’incognita meno ponderabile sta nel procedimento di doppia lettura, che richiede tempo e durata della legislatura.
Le proposte avanzate sono al tempo stesso incisive e “semplici”, il che potrebbe ridurre i tempi di permanenza in Commissione e accelerare l’iter parlamentare.
Il nostro auspicio è che la discussione progredisca rapidamente, portando benefiche conseguenze culturali e politiche anche a livello locale.
L’approccio a questa nuova stagione di riforme costituzionali è apprezzabile: interventi mirati, puntuali, misurati, parsimoniosi.
Non uno sconvolgimento massiccio della Costituzione quindi, bensì interventi specifici volti a migliorare concretamente l’esercizio del diritto politico dei cittadini.
Un elemento di valore, sottolineato dal Ministro Fraccaro anche nel video di presentazione alla camera dei Deputati del progetto di Riforma (vedi qui, dal minuto 14:30 al minuto 27:07), è l’aver ribadito che la democrazia diretta non sostituisce quella rappresentativa, ma la integra e la qualifica, rendendola più efficiente e autenticamente rappresentativa.
Purtroppo la consapevolezza e la conoscenza di forme di democrazia diverse e complementari rispetto a quella rappresentativa non sono patrimonio comune delle forze politiche. Non in Italia, non in Trentino – nonostante la Svizzera disti pochi chilometri in linea d’aria e le pratiche di autogoverno e di autodeterminazione delle Comunità trentine siano Storia.
Ogniqualvolta si affronta il tema del cambiamento di prospettiva riguardo alla partecipazione democratica, i Rappresentanti – pressoché tutti – procedono con logiche di appartenenza partitica, in senso strettissimo.
La democrazia è di tutti e per tutti. Cerchiamo di ricordarlo e di impararlo.
Ma soprattutto facciamo che sia.