Iniziativa popolare Quorum Zero e Più Democrazia: intervista a Paolo Michelotto

Nelle settimane scorse è stata depositata presso la Cancelleria della Corte di Cassazione la proposta di legge di iniziativa popolare Quorum Zero e Più Democrazia. Dopo mesi di lavoro collettivo la proposta è ora nella fase della raccolta firme.
Tra i promotori dell’iniziativa nazionale c’è anche Paolo Michelotto, il quale da anni è attivo nella promozione della democrazia diretta su diversi fronti. Michelotto è peraltro membro fondatore del comitato Più Democrazia in Trentino. Per questa ragione ne abbiamo approfittato per contattarlo personalmente e raccogliere delle impressioni in esclusiva sull’iniziativa nazionale.

Partiamo da una domanda di carattere personale, come sono nati e come si sono sviluppati la tua passione ed il tuo impegno per la promozione della democrazia diretta?
PM: Ho sempre avuto la sensazione che ci fosse qualcosa di più in democrazia di quello che ci raccontavano. Ho cominciato a curiosare, girare nelle biblioteche, fare viaggi in Svizzera e in Baviera, mi sono confrontato con altri “insoddisfatti” della qualità della nostra democrazia e piano piano sono cominciate ad emergere storie diverse, esempi non utopici o filosofici di pratiche democratiche dove i cittadini contano davvero. E una volta entrati in quel mondo non si può più uscirne facendo finta di nulla… Ed ogni giorno arriva una nuova scoperta e un nuovo esempio e si rafforza la voglia di avere una democrazia migliore anche nelle nostre città e nel nostro paese. E non si finisce più. La democrazia è un processo di conoscenza e di esperienza che non termina mai.

Dopo le esperienze a livello locale di Vicenza e Rovereto, come è nata l’idea di un’iniziativa popolare a livello nazionale? Chi sono gli ideatori del progetto?
PM: Già dal 2008 giro l’Italia per presentare il libro “Democrazia dei cittadini” che è una raccolta degli esempi di democrazia diretta che funzionano nel mondo. Nel 2011 con altre persone appassionate di questo tema abbiamo realizzato la Settimana della democrazia diretta con data centrale il 2 giugno. Decine di città coinvolte e decine di gruppi interessati. Si è creata una rete di persone che parlavano delle stesse cose e con le stesse sensibilità. Così quando il 14 giugno 2011 ho scritto un appello a tutti i miei contatti per scrivere insieme un proposta di legge di iniziativa popolare per togliere il quorum e migliorare di strumenti di democrazia diretta in Italia, in molti mi hanno risposto. E da lì è nato tutto il percorso che ci ha impegnato per 8 mesi nella stesura “democratica” dei 18 articoli finali del progetto di legge, che abbiamo depositato il 13 febbraio 2012 a Roma presso la Cancelleria della Corte di Cassazione. Per cui io ho lanciato il sasso, ma i tempi erano maturi e moltissime persone l’hanno raccolto l’invito, ricordarli tutti siamo in troppi, ma siamo tutti elencati nel blog www.quorumzeropiudemocrazia.it nella pagina chi siamo.

Che iter avete seguito per delineare i punti fondamentali dell’iniziativa? Come li avete affinati?
PM: Siamo partiti da un’idea già elaborata, la proposta di legge del Sen. Peterlini che è stata depositata nel 2009. Ad essa abbiamo aggiunto lo strumento della revoca e l’idea di introdurre l’obbligo per tutti gli enti locali di avere gli strumenti di democrazia diretta efficaci senza quorum. Poi nel corso degli 8 mesi in cui si siamo ritrovati di persona e in riunioni online, abbiamo modificato moltissimo il progetto iniziale ed aggiunto il meglio che potevamo trarre dagli esempi nel mondo. E’ stato un processo lento, democratico, dove è stato scremato l’essenza di quello che volevamo, ma dove tutti i 18 articoli sono alla fine condivisi da tutto il gruppo dei promotori. E i contenuti sono “dirompenti” come ha scritto il prof. di Dir. Cost. Michele Ainis su L’Espresso:

  • Quorum zero in tutti i referendum.
  • Revoca degli eletti, che previa raccolta di un numero elevato di firme, possono essere sottoposti a votazione di revoca del mandato (come in California, Svizzera, Venezuela, Bolivia).
  • Indennità dei parlamentari stabilita dai cittadini al momento del voto.
  • Referendum propositivo (come in California)
  • Iniziativa di legge popolare a voto popolare (come in Svizzera), passa in parlamento, dove può essere accettata, rifiutata oppure generare una controproposta, ma poi viene votata dai cittadini).
  • Iniziativa di legge popolare a voto parlamentare con obbligo di trattazione in parlamento in 12 mesi. Se ciò non accade diviene referendum e va al voto popolare.
  • Referendum confermativo (come in Svizzera). Tutte le leggi create dal parlamento, prima di entrare in vigore, possono essere poste a votazione popolare, previa raccolta delle firme necessarie.
  • Referendum obbligatori in alcune tipologie di leggi in cui i rappresentanti hanno un conflitto di interessi (es. finanziamento partiti, leggi elettorali) e sui trattati internazionali e sulle leggi urgenti.
  • Petizione con obbligo di risposta entro 3 mesi.
  • Nessun limite di materie referendabili (come in Svizzera), tutto ciò che può essere discusso dai rappresentanti, può essere messo a referendum e votato dai cittadini.
  • Cittadini autenticatori (oltre alle figure previste oggi per legge).
  • Utilizzo di firme elettroniche (come per la Iniziativa dei Cittadini Europei).
  • Obbligo di introduzione di strumenti di democrazia diretta a livello locale senza quorum.
  • Possibilità da parte dei cittadini di modificare la costituzione (come in Svizzera dal 1891).

Ora che avete depositato la proposta di legge dovrete raccogliere almeno 50.000 firme, sarà entusiasmante ma anche faticoso, come pensate di riuscirci?
PM: In realtà speriamo di raccogliere molte più firme. E questo dovrà venire dall’impegno di liberi cittadini di tutta Italia che si impegneranno in questa proposta. Già in 128 città ci sono state offerte d’aiuto. Spero che il numero aumenti giorno per giorno. Del resto la democrazia bisogna conquistarsela passo dopo passo. Nulla viene regalato. Chi gestisce oggi il potere in qualsiasi contesto, non lo cederà facilmente. È un normale atteggiamento umano. Ma anche i diritti dei cittadini lo sono. L’importante è che loro abbiano la consapevolezza di ciò che spetta loro e molti segni mostrano che questa consapevolezza è sempre più diffusa.

La vostra non è semplicemente una voce critica, è soprattutto un’idea creativa per rinnovare la democrazia italiana, credi che i rappresentanti politici nazionali abbiano le capacità e l’interesse di confrontarsi e di dare una risposta concreta alle vostre proposte?
PM: Non credo che i nostri rappresentanti abbiano qualche interesse a sostenere queste proposte. Non quelli che governano e che sono dentro al parlamento. Ma non perché siano malvagi o corrotti. Semplicemente funziona così in tutto il mondo. Chi ha il potere lotta per mantenerlo strettamente nelle proprie mani. I cambiamenti avvengono quando chi non ha potere, raggiunge sufficiente forza e consapevolezza per esigerlo. E questo è il tempo in Italia. In Svizzera è successo 160 fa, in California 100 anni fa, in Baviera 17 anni fa, in Italia i tempi cominciano ad essere maturi oggi.

Lasciando da parti i possibili sviluppi del futuro iter legislativo nazionale, l’iniziativa popolare “Quorum zero e Più Democrazia” come potrà influire sulla vita democratica negli enti locali territoriali italiani?
PM: Sarà di stimolo per portare avanti iniziativa simili a livello locale. Già in varie città si sta iniziando la raccolta firme contemporanea a livello locale e nazionale. E tutto ciò crea consapevolezza ed accelera il processo con cui alla fine avremo una migliore democrazia anche in Italia.

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3 pensieri su “Iniziativa popolare Quorum Zero e Più Democrazia: intervista a Paolo Michelotto

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