Audizioni ddl democrazia diretta: Scuola Promozione Sociale, sindacati e fondazione Ahref

direct democracyMartedì 4 marzo ha avuto luogo la seconda seduta della Prima Commissione dedicata alle audizioni del ddl 1/XV. Sono stati ascoltati ed hanno partecipato al dibattito sintetizzato dall’ufficio stampa del Consiglio Provinciale:

I rappresentanti della Scuola di preparazione sociale hanno inoltre prodotto la memoria intitolata “Questa legge è un’opportunità” che è stata allegata agli atti consiliari e che riportiamo integralmente:

Lo iatus tra cittadini e istituzioni è gigantesco e ormai strutturale: occorre mettere in atto un circolo virtuoso che ribalti il circolo vizioso. Questa legge è un’opportunità: il circolo virtuoso è una “AMMINISTRAZIONE CONDIVISA”, che richiede una sperimentazione per nuovi rapporti tra istituzioni e cittadinanza.
7 ragioni su cui riflettere:

a) Un ausilio alla democrazia rappresentativa: questa legge può diventare oltre che una fornitura di presidi alla partecipazione dei cittadini, un aiuto alla capacità di governare i processi, un aiuto a rispondere efficacemente alle domande poste alle istituzioni. Attenzione a non confondere questi istituti di partecipazione con un sondaggio d’opinione. Ciò che serve è aggredire davvero i problemi.

b) La sussidiarietà: la delega nella attuale democrazia rappresentativa andava bene per la “società” deprivata che usciva dalla guerra, oggi c’è una competenza dentro la società che deve trovare la strada per essere integrata. Oggi la delega secca non è più adeguata alla complessità dei problemi del territorio. La modifica dell’articolo 118 con l’aggiunta del comma 4 è andata nella direzione giusta e richiede un nuovo atteggiamento delle istituzioni. “Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà”

c) Cittadinanza competente: questi processi “cambiano” i cittadini, facendoli diventare attivi e attori. La condivisione di informazioni e di conoscenza diventa capacitazione dei cittadini e attiva processi di identificazione (vedi cittadini che dopo essere intervenuti per le decisioni di una pezzo del loro territorio se ne curano con molto più attaccamento). I cittadini devono essere aiutati a partecipare per fornire un consenso informato e mettere in atto processi di sostegno alle decisioni. Abbiamo ormai una casistica grandissima dei vantaggi di una democrazia condivisa dentro il territorio toscano… ma non solo

d) Velocità dei mutamenti sociali: la modalità democratica attuale basata sul solo voto (democrazia puntuale) non è un rapporto sufficientemente coinvolgente. Un appuntamento ogni 5 anni rappresenta una dinamica troppo lenta rispetto alla dinamicità della società; ci vogliono istituti partecipativi che avvicinino i cittadini durante il mandato.

e) Intelligenza incrementale: Non dobbiamo ideologizzare né la democrazia rappresentativa, né quella partecipativa, ci possono essere processi partecipativi che hanno un esito contrario, ma se cittadini che si organizzano e rappresentanti istituzionali entrano in rapporti costruttivi, si attiva un’intelligenza diversa per il governo del territorio, la cosiddetta intelligenza incrementale: più punti di vista sviluppano più capacità.

f) Potere sul tavolo: ogni processo di attivazione della partecipazione deve prevedere “potere sul tavolo”, altrimenti la gente non partecipa, non perde tempo… (l’eventuale non accettazione deve essere motivata e sufficientemente informata)

g) Usi civici e ASUC: C’è una ragione in più in Trentino, ricco della autonomia che riguarda la tradizione degli usi civici, le ASUC che caratterizzano una abitudine alla partecipazione nel governo dei “beni comuni” (per es. di una gestione autonoma delle Giudicarie si parla fin dall’anno 1027, anno dell’istituzione del principato vescovile di Trento durante il sacro romano impero).

Anche Maurizio Valentinotti, rappresentante della FENALT (Nuova Federazione Autonoma Lavoratori del Trentino), ha depositato delle osservazioni in una nota scritta da allegare agli atti consiliari:
Osservazioni FENALT ddl democrazia diretta

In attesa della conferenza di informazione che precederà la discussione del ddl in Aula, l’incontro ha rappresentato un’occasione per approfondire i temi affrontati nel corso delle audizioni del 26 febbraio con Pierre Garrone, il quale ha rilevato come l’iniziativa popolare sia in linea con le raccomandazioni del Consiglio d’Europa, e con Paul Blokker, che ha inserito le proposte del comitato in una prospettiva più ampia comparandolo alle esperienze di riforma istituzionale in atto in Irlanda e Islanda.

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