Samuele Daves è laureato in giurisprudenza a Trento, con una carriera internazionale nel mondo della moda e con diverse esperienze all’estero, oggi ama concentrarsi sugli sviluppi antropologici e sul lifestyle, di cui la politica è parte essenziale.
• Nel corso della tua esperienza come candidato per il M5S alle provinciali del 2013 hai parlato spesso di democrazia diretta. Come nasce questo tuo interesse per un maggior coinvolgimento dei cittadini nelle decisioni della politica?
Ritengo che il senso della Democrazia sia in re ipsa il coinvolgimento diretto di tutti gli appartenenti ad una comunità, il loro coinvolgimento e direttamente la loro responsabilità. Ciascuno di noi deve sentirsi parte di un sistema e decidere per e con esso. Non si può delegare e poi scandalizzarsi o protestare. Bisogna impegnarsi tutti e in prima persona direttamente nella decisione e gestione dei Beni Comuni.
A tal proposito mi piace ricordare e citare un testo di uno dei miei maestri più brillanti, che condivido pienamente: Beni Comuni di Ugo Mattei.
• Nella scorsa legislatura oltre all’iniziativa popolare di Più Democrazia in Trentino è stata promossa anche l’iniziativa Firmalove. I rappresentanti delle associazioni che l’hanno promossa hanno delle riserve nei confronti degli strumenti referendari. Ritengono che il voto popolare possa limitare i diritti acquisiti. Per questa motivazione preferiscono riporre fiducia nei rappresentanti politici. Si tratta di una posizione che privilegia le opportunità rispetto ai principi?
Si tratta di una visione parziale che troppo spesso caratterizza le associazioni di categoria. Personalmente ho sempre preferito il confronto aperto e nel mondo con i propri rischi e anche le possibilità d’insuccesso. Se si ritiene che l’inserimento all’interno di qualsiasi comunità comporti il rispetto della dignità del diritto è la comunità stessa la depositaria di tale potenzialità non certo la ristretta cerchia di politici (che peraltro spesso scendono a compromessi ridicoli in materia, si pensi alla recente proposta di legge Scalfarotto) e lo strumento referendario è la soluzione più corretta. Del resto le grandi conquiste in materia etica (si pensi al divorzio e soprattutto all’aborto) si sono avute tramite lo strumento referendario nonostante situazioni storiche che non sembravano troppo propizie ad esse.
• La California ha riconosciuto “il contratto domestico di associazione” già nel 1999 mentre gli stati del New England (Vermont, Connecticut e Massachusetts fra gli altri) sono stati fra i primi al mondo a permettere le unioni civili tra coppie dello stesso sesso e a consentirne il matrimonio. Sia in California che nel New England la democrazia diretta è molto sviluppata, nel primo caso con gli strumenti del referendum e dell’iniziativa popolare a voto popolare e nel secondo caso con i cosiddetti town meetings. Sembra evidente una relazione causale positiva tra diritti politici e diritti civili. Concordi con quest’ipotesi?
Come già evidenziato concordo nel ritenere che la partecipazione diretta con intelligenza e professionalità della res pubblica sia il fattore determinante. Il rispetto di chi partecipa attivamente in una comunità esprimendo i propri diritti politici non può esimere gli altri a riconoscerne i diritti civili in un propositivo rispetto reciproco.
• Emma Goldman sosteneva che le donne non hanno bisogno di contare su una coalizione come fanno i gruppi con una mentalità simile – gli uomini! – per far valere le loro posizioni e per impostare politiche pubbliche. Meglio il sorteggio. A distanza di 100 anni in Trentino si parla ancora di quote rosa senza peraltro includere nuove categorie sociali che vanno oltre i comparti stagni del maschio-femmina. Aveva ragione Goldman a proporre la demosortecrazia?
Certamente l’idea della Goldman è una provocazione chiara contro una gestione machista del potere, con i limiti che tale prospettiva ha e soprattutto ha avuto in passato.
Attualmente i sociologi sono concordi nel considerare la società in cui viviamo liquida, anche sessualmente. I ruoli sono molto cambiati e parlare di quote rosa è quanto di più anacronistico ci possa essere anche perché implica una dicotomia sessuale ampiamente superata e di cui io sono peraltro un esempio palese.
Il valore della persona a prescindere dalla sua sessualità deve prevalere sempre e la società ha oggi tutti i mezzi per consentirlo e a questo si deve mirare anche politicamente.
• Nonostante ci siano ben tre testate giornalistiche televisive, tre quotidiani locali, un settimanale ed un discreto numero di riviste periodiche, non si può dire che la libertà di informazione in provincia di Trento sia particolarmente sviluppata. Tale situazione è la causa o l’effetto della deriva autoreferenziale della politica locale?
In realtà è la parte esterna di un circolo vizioso che continua ad autoalimentarsi in un costante meccanismo causa-effetto. L’informazione è oggi necessariamente collusa e consociativa per sopravvivere e non si modificherà.
L’unica possibilità di opposizione a questa viziosità è la libertà e la possibilità che offre la rete. Credo che anche la nascita di blog critici potrebbe agevolare moltissimo a scardinare questo sistema informativo.
• Magnadora, clientelismo, diritti LGBT, potere clericale, democrazia diretta, libertà di informazione e immigrazione sono solo alcuni dei temi tabù che caratterizzano il Trentino e che apparentemente ne limitano il progresso economico e sociale. Quanto tempo ci vorrà per abbatterli?
Il problema grosso del Trentino è l’agio egoistico in cui ci si crogiola da troppo tempo e il benessere economico che lo ha caratterizzato.
La maggior parte delle persone inserite nel sistema non desidera il cambiamento ma la profonda crisi economica della società attuale porterà dei forti cambiamenti sociali ed economici a breve anche qui.
E il Trentino dovrà necessariamente sviluppare una diversa Economia (es. un’economia di comunione) e un’apertura sociale verso il nazionale e internazionale molto più marcata.
I tempi sono quasi maturi.
Lettera di Samuel(l)e Daves
TRENTINO INCIVILE CON NOI TRANSGENDER
L’Adige, 2 ottobre 2014
Pingback: Resoconto della seduta del 17 giugno: approvato ordine del giorno per il rinvio integrale ddl all’Aula | Più Democrazia in Trentino