Egr. Alberto Faustini – Direttore del Trentino
Il 17 giugno scorso nella Prima commissione legislativa si è concluso l’iter del ddl di iniziativa popolare 1/XV sulla democrazia diretta. Durante la discussione in pochi si sono espressi sul testo di legge con un no secco. In molti invece hanno dimostrato di essere sensibili alle proposte avanzate da Più Democrazia in Trentino. Nonostante ciò, la situazione resta liquida e di difficile intepretazione. L’ordine del giorno approvato ha infatti previsto il rinvio del testo di legge al Consiglio provinciale, il quale si pronuncerà nella sessione programmata per la metà di luglio.
A questo punto, credo che possa risultare utile e proficuo avviare una riflessione su una serie di ipotesi e di scenari che si potrebbero verificare nei prossimi giorni. Trovo quindi opportuno trovare delle risposte ai seguenti quesiti.
Il primo è come e se tutti i consiglieri provinciali procederanno con la lettura degli atti prodotti in occasione delle audizioni convocate finora. Ricordo come l’iter si sia svolto a cavallo della XIV e della XV legislatura ed abbia raccolto spunti e testimonianze di valore non affatto trascurabili. Fra gli altri, è stato ascoltato anche Pierre Garrone, il funzionario della Commissione di Venezia che ha redatto il Codice di Buona Condotta in materia di Referendum, documento adottato nel 2008 dal Consiglio d’Europa in seduta plenaria con il voto favorevole della delegazione italiana. Garrone ha descritto puntualmente le diverse raccomandazioni elencate nel citato codice e non ha esitato a definire il quorum come uno strumento dannoso per la democrazia.
Il secondo è se i consiglieri parteciperanno alla conferenza di informazione con la volontà di confutare i classici pregiudizi e i luoghi comuni sulla democrazia diretta e con l’attitudine di comprendere il potenziale contenuto nella proposta di legge. In tal senso, sarà interessante capire se coglieranno il senso della sfida per un adeguamento dei diritti popolari agli standard internazionali ed alle migliori pratiche.
Il terzo quesito riguarda gli assessori. Sarà intrigante sapere se, in sede legislativa, interverranno e voteranno liberamente secondo coscienza o se saranno assoggettati all’indirizzo del presidente e alle decisioni collegiali dall’organo esecutivo. Nel programma di coalizione non esiste alcuna linea programmatica volta a limitare la partecipazione popolare per cui potrebbero decidere di concedersi libertà di voto. Di certo, il supporto di alcuni assessori potrebbe determinare il successo dell’iniziativa volta a rafforzare gli istituti di partecipazione vigenti nell’ordinamento provinciale.
Il quarto pone un interrogativo sul ruolo del Partito Democratico. Si presenterà compatto ed in linea con la posizione che i consiglieri Zeni e Civico hanno preso in commissione? Trasmetterà anche in sede istituzionale l’apertura espressa il 16 giugno dall’assemblea provinciale del partito? In alternativa, se il PD si allineerà all’inflessibilità del presidente Rossi e di parte della Giunta, la proposta popolare verrebbe totalmente snaturata.
L’ultimo quesito è se – in assenza di un accordo all’interno della coalizione di maggioranza ma soprattutto in mancanza di una condivisione con i gruppi di opposizione – le forze politiche decideranno di procedere con un referendum propositivo ed eventualmente con quali modalità. Tale ipotesi è già stata presa in considerazione sia da Zeni che da Simoni. Per giunta, trattandosi a tutti gli effetti di un rinnovamento della forma di governo, il coinvolgimento dell’intero corpo elettorale non può essere escluso a priori.
Rivolgo a Lei tali domande sicuro che il suo contributo possa innalzare la qualità del dibattito sulla riforma dei diritti politici, la cui importanza non può essere inferiore al dibattito sulle quote rosa o a quello tra le forze politiche in tema di vitalizi.
Continuando a coltivare la speranza che il suo giornale possa dare un consono risalto ai temi in oggetto, porgo i più cordiali saluti.
Alex Marini
Primo firmatario ddl 1/XV
PS. Lettera inviata domenica 22 giugno – Non pubblicata
In aprile fu L’Adige a non pubblicare una lettera del comitato
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