L’istanza cautelativa oggetto del Ricorso al Capo dello Stato da parte del Comitato di cittadini contiene presupposti sufficienti per un approfondimento volto a determinare la legittimità della richiesta di sospensiva della deliberazione con cui il Comune di Rovereto ha sentenziato l’abbattimento degli alberi di Viale Trento.Questo, in sintesi, il parere espresso dal Consiglio di Stato.
Ma è un parere di peso, peraltro giunto in tempi rapidissimi: il Ricorso straordinario al Capo dello Stato è stato notificato il 20 aprile 2018, il Ministero competente (in questo caso quello delle Infrastrutture e dei Trasporti) ha trasmesso la pratica al Consiglio di Stato l’8 novembre e quest’ultimo, dopo soli 14 giorni!, si è espresso.
Di giustizia lenta, almeno in questo caso, non si può certo parlare.
Il Consiglio di Stato chiede al Comune di Rovereto di produrre argomentazioni più solide a sostegno della supposta illegittimità dell’istanza cautelativa presentata dai Ricorrenti al Capo dello Stato – quelle addotte sinora sono state rigettate.
Cosa poteva fare il Comune di Rovereto per evitare questo incidente?
Stefano Longano ce lo spiega così:
“In pendenza di ricorso con sospensiva il Comune aveva essenzialmente due strade:
a) sospendere i lavori in attesa della pronuncia del Presidente – eventualmente poteva sollecitare il Ministero a inoltrare le carte per il parere sulla sospensiva al CdS.
b) richiedere che la controversia fosse riassunta al TAR di Trento.
In presenza di sospensiva tutti quelli che hanno agito per favorire l’abbattimento lo hanno fatto illegittimamente.”
Cosa ha fatto il Comune di Rovereto
L’Amministrazione ha fatto una scelta diversa: il 22 aprile, a distanza di 48 ore dalla notifica del Ricorso, ha dato esecuzione alla delibera, come se la richiesta di sospensiva neppure esistesse, in totale spregio dello stato di diritto.
E lo ha fatto con inconsueta e superflua veemenza, mobilitando le forze dell’ordine a tutela delle motoseghe in azione. Il fatto che chi rappresenta lo Stato sul nostro territorio si sia mobilitato acriticamente, senza tener conto delle argomentazioni e sollecitazioni dei Ricorrenti e del Comitato Ricorso alberi Viale Trento rende ancora più cupa l’intera vicenda.
Inascoltati
Tutta questa storia è caratterizzata dall’evidente volontà dell’Amministrazione di ignorare qualsiasi contributo, obiezione o contestazione.Intanto le proteste dei cittadini salgono di tono e di frequenza.
Nulla di fatto, come non fosse.
Cosa succede adesso?
L’impegno di Più Democrazia in Trentino
Gli alberi di Viale Trento non ci sono più, sono stati abbattuti.
L’urgenza di difenderli non c’è più, purtroppo.
L’unica urgenza che resta è quella del riconoscimento dello stato di diritto e del valore della partecipazione popolare nelle scelte pianificatorie in una realtà urbana.
* * *
Bene.
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