
L’istanza cautelativa oggetto del Ricorso al Capo dello Stato da parte del Comitato di cittadini contiene presupposti sufficienti per un approfondimento volto a determinare la legittimità della richiesta di sospensiva della deliberazione con cui il Comune di Rovereto ha sentenziato l’abbattimento degli alberi di Viale Trento.
Questo, in sintesi, il
parere espresso dal Consiglio di Stato.
E’ un parere preliminare questo, non certo un pronunciamento conclusivo.
Spetterà al Presidente della Repubblica, previo parere del Presidente del Consiglio dei Ministri, emettere l’eventuale sospensiva.
Ma è un parere di peso, peraltro giunto in tempi rapidissimi: il
Ricorso straordinario al Capo dello Stato è stato notificato il 20 aprile 2018, il Ministero competente (in questo caso quello delle Infrastrutture e dei Trasporti) ha trasmesso
la pratica al Consiglio di Stato l’8 novembre e quest’ultimo, dopo soli 14 giorni!, si è espresso.
Di giustizia lenta, almeno in questo caso, non si può certo parlare.
Il Consiglio di Stato chiede al Comune di Rovereto di produrre argomentazioni più solide a sostegno della supposta illegittimità dell’istanza cautelativa presentata dai Ricorrenti al Capo dello Stato – quelle addotte sinora sono state rigettate.
L’amministrazione dovrà perciò dimostrare che l’istanza di sospensiva è giuridicamente illegittima e al tempo stesso che la deliberazione di abbattere gli alberi è stata assunta in osservanza dei presupposti giuridici; e dovrà farlo molto velocemente, dato che l’adunanza per esaminare l’Affare 01799/2018 è in calendario il prossimo 19 dicembre.
Cosa poteva fare il Comune di Rovereto per evitare questo incidente?
Stefano Longano ce lo spiega così:
“In pendenza di ricorso con sospensiva il Comune aveva essenzialmente due strade:
a) sospendere i lavori in attesa della pronuncia del Presidente – eventualmente poteva sollecitare il Ministero a inoltrare le carte per il parere sulla sospensiva al CdS.
b) richiedere che la controversia fosse riassunta al TAR di Trento.
In presenza di sospensiva tutti quelli che hanno agito per favorire l’abbattimento lo hanno fatto illegittimamente.”
Cosa ha fatto il Comune di Rovereto
L’Amministrazione ha fatto una scelta diversa: il 22 aprile, a distanza di 48 ore dalla notifica del Ricorso, ha dato esecuzione alla delibera, come se la richiesta di sospensiva neppure esistesse, in totale spregio dello stato di diritto.
E lo ha fatto con inconsueta e superflua veemenza, mobilitando le forze dell’ordine a tutela delle motoseghe in azione. Il fatto che chi rappresenta lo Stato sul nostro territorio si sia mobilitato acriticamente, senza tener conto delle argomentazioni e sollecitazioni dei Ricorrenti e del Comitato Ricorso alberi Viale Trento rende ancora più cupa l’intera vicenda.
Inascoltati

Tutta questa storia è caratterizzata dall’evidente volontà dell’Amministrazione di ignorare qualsiasi contributo, obiezione o contestazione.
Già nel autunno 2017 Più Democrazia ha fatto
appello al Difensore Civico, segnalando il mancato rispetto da parte dell’Amministrazione delle prescrizioni statutarie. Un carteggio lungo e di scarsa soddisfazione. Il Difensore Civico ha aperto ben 2 fascicoli sulla vicenda: (i) per violazione delle disposizioni dell’assemblea circoscrizionale e della Convenzione di Aarhus
(F.687/2017); (ii) per diniego di accesso civico generalizzato in violazione del FOIA D.lgs 43/3013 (
F.162/2018).
Intanto le proteste dei cittadini salgono di tono e di frequenza.
Nulla di fatto, come non fosse.
Cosa succede adesso?
Prossima tappa fondamentale è il 19 dicembre: il Consiglio di Stato, riunito in adunanza, esaminerà in punta di diritto le motivazioni dei Ricorrenti e dell’Amministrazione e alfine esprimerà un parere definitivo che metterà a disposizione del Capo dello Stato.
Nel caso in cui il pronunciamento del Consiglio di Stato confermasse la legittimità delle argomentazioni dei Ricorrenti e accogliesse l’istanza principale (ossia l’annullamento delle delibere), il Comune di Rovereto si troverà ad affrontare un problema molto serio, le cui conseguenze potrebbero essere pesanti.
Non andiamo oltre per ora, consapevoli della delicatezza della questione e del fatto che spetterà comunque al Capo dello Stato prendere una decisione.
Aspettiamo perciò il 19 dicembre, con il conforto di un parere preliminare a noi favorevole ma senza inopportune aspettative.
L’impegno di Più Democrazia in Trentino
L’interesse della nostra Associazione va al di là del merito, ossia della “giustezza” dell’una o dell’altra posizione riguardo la necessità/opportunità di tagliare gli alberi di Viale Trento. Nel rispetto delle opinioni di ciascuno, quello che ci muove e su cui ci siamo concentrati è stato, ed è tuttora, il rispetto dei diritti politici dei cittadini.
Il nostro impegno è concreto: l’Associazione è tra i Ricorrenti (rappresentata legalmente dalla Presidente) e anche uno dei nostri Soci, Alex Marini, è tra i Ricorrenti (a titolo personale).
Gli alberi di Viale Trento non ci sono più, sono stati abbattuti.
L’urgenza di difenderli non c’è più, purtroppo.
L’unica urgenza che resta è quella del riconoscimento dello stato di diritto e del valore della partecipazione popolare nelle scelte pianificatorie in una realtà urbana.
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