Legge Referendum Trentino: intervista a Zaquini

leonello zaquiniIntervista video a Leonello Zaquini, cittadino italiano residente in Svizzera e membro del Consiglio generale del Comune di Le Locle (Cantone Neuchatel). Nell’intervista sono state sottoposte all’attenzione di Zaquini le norme che attraverso la Legge del 5 marzo 2003 n.3 regolano l’istituto del referendum nella Provincia Autonoma di Trento. Ecco una sintesi delle risposte e il video:

Soglia delle firme per la richiesta di referendum (in Trentino è il 2%): il 2% è un valore accettabile ma la modalità per la raccolta delle firme è inadeguata.

Quorum (in Trentino è al 50% contro un’affluenza elettorale del 62% alle ultime elezioni): il 50% degli aventi diritto al voto è un valore inconcepibile perché si conteggiano anche le persone che non votano. E’ meglio non votare che sbagliarsi a votare o votare in modo fazioso come suggerisce il partito del cuore. Il quorum favorisce un atteggiamento incivile degli elettori.

Referendum confermativo (in Trentino esiste solo il referendum confermativo facoltativo per leggi sulla forma di governo e su referendum): il referendum obbligatorio è importantissimo e dovrebbe essere la prima cosa da recepire in Italia. Ad esempio chi è stato eletto non può legiferare su se stesso scrivendo una legge elettorale. Le legge elettorali vanno ratificate obbligatoriamente dai cittadini senza dover raccogliere i voti. Ma anche le leggi che determinano il superamento di una certa soglia di spesa e anche le iniziative popolari qualora non vengano discusse nei termini di legge.

Referendum propositivo (all’estero noto come iniziativa popolare mentre in Trentino esiste una formula che non prevede effetti giuridici certi): è fondamentale che l’organo legislativo abbia l’opportunità, se lo ritiene opportuno, di produrre una controproposta che affini l’iniziativa popolare. La democrazia rappresentativa e la democrazia diretta devono lavorare in combinazione. In Svizzera, quando i rappresentanti politici devono prendere una decisione pensano: “ e se i cittadini prendono l’iniziativa?”. Questo è fondamentale per non avere un divario tra rappresentanti politici e corpo elettorale.

Informazione e opuscolo informativo (in Trentino non esiste): strumento essenziale che con un linguaggio chiaro e sintetico descriva il problema, esprima i temi a favore e quelli contrari all’iniziativa. In Svizzera con 6 pagine per tema i cittadini si fanno un’idea poi i giornali amplificano il dibattito.

Data delle consultazioni referendarie (in Trentino viene fissata solo dopo la convalida delle firme): le date vanno fissate preventivamente perché la correttezza sta alla base della democrazia. I giochetti sulle date che accadono in Italia sono assurdi.

Modalità di raccolta delle firme (in Trentino i passaggi sono vidimazione moduli, autentica firme e richiesta certificati elettorali alle amministrazioni): la legislazione italiana in materia di raccolta delle firme è allucinante. In Svizzera il procedimento per la raccolta delle firme è caratterizzata dalla semplicità. E’ sufficiente la firma su un foglio di carta evitando di dover “trascinare il notaio in piazza”.

IL DDL DI PIU’ DEMOCRAZIA IN TRENTINO IN MATERIA DI REFERENDUM
e l’intervista a Zaquini:

2 pensieri su “Legge Referendum Trentino: intervista a Zaquini

  1. Molto efficace questa intervista. Attraverso l’espereinza concreta si comprende benissimo quali siano le difficoltà culturali da superare. In termini pratici tutto sarebbe abbastanza semplice da fare. Basterebbe averne la volontà! Grazie Alex

    "Mi piace"

  2. Pingback: Il cittadino italo-svizzero Mauro Baldo racconta la democrazia diretta | Più Democrazia in Trentino

Lascia un commento