Dopo le numerose richieste dei cittadini e le sollecitazioni del Difensore Civico a Provincia e Comuni, un’interrogazione parlamentare del deputato Fraccaro, un’interrogazione provinciale del consigliere Degasperi, e una diffida dell’assessorato agli enti locali, il 3 marzo 2016 il Consiglio comunale di Pergine Valsugana ha recepito la legge regionale sui referedum comunali (LR 11/2014) attuando le seguenti modifiche statutarie:
- abbassamento al 5% degli elettori iscritti alle liste elettorali la percentuali di sottoscrizioni per richiedere un referendum e fissata in centottanta giorni la finestra temporale per la raccolta delle medesime;
- abbassamento del quorum partecipativo per i referendum al 20%;
- introduzione del referendum confermativo facoltativo delle modifiche statutarie.
Nella medesima delibera (n.14/2016), il consiglio comunale ha altresì approvato un’ulteriore modifica statutaria, non imposta dalla legge, la quale prevede l’introduzione del voto a maggioranza semplice, e la conseguente abolizione del voto a maggioranza assoluta, per l’approvazione dei regolamenti comunali, del piano regolatore generale, del bilancio di previsione, del conto consuntivo e l’istituzione delle consulte permanenti.
A seguito dell’approvazione di tale provvedimento, entro il trentesimo giorno dalla data di affissione all’Albo pretorio comunale della delibera, così come previsto dalla LR 11/2014, è stata presentata una richiesta di referendum confermativo da parte di un comitato di cittadini, i cui referenti sono Matteo Savastano (tra i sostenitori dell’iniziativa popolare provinciale) e Luciano Eccher mentre tra i firmatari figurano Giovanni Gobber, Libera Gabriele, Stefano Tomaselli, Luciano Olzer e Maria Concetta Lociuro Nicola.
Dalle informazioni a disposizione dell’associazione si tratterebbe della prima richiesta di referendum confermativo statutario comunale della storia repubblicana. Si tratta invece certamente della prima richiesta di questo tipo dall’approvazione della legge regionale n.11 del 9 dicembre 2014.
Tale richiesta ha attirato subito l’attenzione della stampa locale (L’Adige, 6 aprile 2016, di Giorgia Cardini) e ha suscitato le dichiarazioni ostili del sindaco Roberto Oss Emer (L’Adige, 7 aprile 2016 di G.C.).
Sono state proprie le parole del sindaco a stimolare la presa di posizione del direttivo dell’associazione Più Democrazia in Trentino che giovedì 7 aprile ha inviato la seguente nota al giornale L’Adige ripresa dallo stesso il lunedì successivo (L’Adige, 11 aprile 2016) e alla quale ha risposto il sindaco in prima persona con una lettera pubblica (L’Adige, 12 aprile 2016):
Le parole del sindaco di Pergine Oss Emer, con le quali definisce il quorum zero dei referendum statutari un’assurdità, sono affermazioni forti che mettono in evidenza il fastidio della rappresentanza politica nei confronti delle regole di base della democrazia. L’assurdità non è il quorum zero, che è una buona pratica comune a tutti i paesi dell’Europa occidentale nonché caldamente raccomandata dal Consiglio d’Europa, ma il fatto che il massimo rappresentante istituzionale di un comune di 21 mila abitanti, il terzo del Trentino per dimensione demografica, si permetta di giudicare in modo così sprezzante l’ordinamento regionale dei comuni.
Il referendum sulle modifiche statutarie è stata introdotto dal legislatore regionale per permettere ai cittadini di fermare decisioni non conformi alla volontà popolare. E’ uno strumento a tutela della carta fondamentale del comune la cui modalità di attivazione e di svolgimento è analogo al referendum sulle leggi sulla forma di governo previsto dall’articolo 47 dello Statuto di autonomia e al referendum costituzionale disciplinato dall’articolo 138 della Costituzione.
Il Sindaco Oss Emer anziché prendersela con la legge regionale, che peraltro ha recepito con estremo ritardo rispetto alla scadenza del 9 dicembre 2015 e solo due giorni prima del termine perentorio stabilito dalla diffida dell’Assessorato agli Enti Locali, dovrebbe preoccuparsi di far comprendere agli elettori la ratio delle proprie decisioni in ordine all’abolizione della maggioranza assoluta per l’approvazione dei regolamenti comunali, del piano regolatore generale, del bilancio di previsione e del conto consuntivo, visto che nei prossimi mesi saranno chiamati alle urne per giudicarle e non potrà far leva sull’astensionismo per invalidare i risultati.
Infine, in riferimento ai costi per la consultazione referendaria, ricordiamo che questi sono indispensabili per il buon funzionamento delle istituzioni, al pari dell’indennità per la carica pubblica che lui ricopre. I margini per ridurli sono peraltro notevoli visto che, solo a titolo di esempio, l’amministrazione della città Trento, per lo svolgimento di un referendum comunale, stima un costo approssimativo di 1 euro per elettore mentre Oss Emer prevede di spendere quasi il doppio per ogni singolo elettore.
Rassegna stampa:
- 5 mar ’16 – Il Comune dice no al voto dei sedicenni, Trentino, di Roberto Gerola
- 5 mar ’16 – Referendum, quorum più bassi, L’Adige, D.F.
- 6 apr ’16 – «Statuto, si voti sulle maggioranze», L’Adige, di Giorgia Cardini
- 7 apr ’16 – Il sindaco: «Statuto, si voti sulle maggioranze», L’Adige, di Giorgia Cardini
- 11 apr ’16 – «Referendum confermativo Oss Emer troppo sprezzante», L’Adige, redazione
- 12 apr’ 16 – Pergine, il referendum chiesto da tre persone, L’Adige, lettera del sindaco Oss Emer
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