«Salve sono Anna, buongiorno signor Presidente, vorrei farLe una domanda che si discosta un po’ dal referendum. Volevo chiederLe che cos’è per Lei la Democrazia?».
La domanda viene posta da una studentessa dell’ateneo La Cattolica di Milano il 14 novembre all’allora Presidente del Consiglio Matteo Renzi invitato a tenere una lezione sulle riforme costituzionali.
La risposta di Renzi è chiara: la Democrazia è rappresentativa. Nei social c’è stato chi ha scritto che il Presidente non abbia saputo rispondere, ma secondo me risponde con precisione. Eleggere o essere eletti è il massimo cui può aspirare una cittadina o un cittadino.
Renzi parte dall’etimo “potere del Popolo” chiarendo che l’esercizio di questo potere ha subìto modifiche importanti nel corso dei secoli fino ad essere oggi, la democrazia rappresentativa, la miglior realizzazione.
Notare che si parlava del referendum senza quorum che si sarebbe celebrato di lì a tre settimane. Sottolineo come quel tipo di referendum, valido con qualsiasi numero di votanti, sia la massima espressione della Democrazia: è certo infatti, che in quell’occasione IL POPOLO AVRÀ L’ULTIMA PAROLA ma per Renzi la Democrazia è rappresentativa. Altro che domanda che si discosta dal referendum. La giovane pone una questione fondamentale e il leader risponde da par suo, da elitista.
Torniamo alla domanda che, visti i pareri discordanti sulla valutazione della risposta, risulta una domanda per tutti e, ripartendo dall’etimo citato anche da Renzi: “Democrazia uguale potere del Popolo”, ritengo sia utile soffermarci sulla parola potere.
Hannah Arendt, filosofa e studiosa di teoria della politica, chiarisce che «Il potere scaturisce fra gli uomini quando agiscono assieme, e svanisce appena si disperdono».
Secondo la classica definizione sociologica di Max Weber: «Il potere è la possibilità che ha un individuo, agendo nell’ambito di una relazione sociale, di far valere la propria volontà anche di fronte a un’opposizione».
Più specificamente in politica, il potere pubblico è definito da Raymond Aron come «La consegna ad uno o ad alcuni della capacità (riconosciuta legittima) di stabilire regole per tutti, di imporre a tutti il rispetto di queste regole o in conclusione di prendere decisioni obbligatorie, in fatto o in diritto, per tutti».
Io semplifico e dico che il potere c’è l’ha chi decide. Se il Popolo non ha l’ultima parola ho molti dubbi a sostenere che sia nelle sue mani.
La nostra comunità vive e pratica la democrazia rappresentativa ed è naturale che sia considerato non solo dal segretario del Partito Democratico ma dalla stragrande maggioranza delle persone, il migliore dei mondi possibili. Esiste però, ai nostri confini, una piccola Europa nel cuore dell’Europa stessa dove il Popolo oltre ad eleggere come facciamo noi, ha sovente e regolarmente L’ULTIMA PAROLA su qualsiasi argomento si sia sentito la necessità approfondire.
La differenza tra le due soluzioni la possiamo sintetizzare con un esempio concreto. Sappiamo che l’Italia intende acquistare aerei caccia F35. L’impegno economico è ingente e questo ha sollevato perplessità. L’unico strumento disponibile a chi si oppone è la protesta. Infatti le manifestazioni non si contano ma l’esecutivo procede come meglio crede. Accade la stessa identica situazione nel Paese limitrofo. Il Governo vorrebbe acquistare aerei caccia Gripen (questa l’unica differenza: Gripen anziché F35). Li il Popolo anziché protestare può intervenire e decidere. La delibera popolare bocciò l’azione dell’esecutivo (vedi anche post del maggio 2014). Problema risolto.
Tra l’avere strumenti per decidere a suffragio universale una scelta importante della comunità e avere solo la possibilità di protestare per cercare di fare pressione sui governanti, passa una sostanziale ed evidente differenza. Perché nessuno parla degli strumenti disponibili al Popolo svizzero non è dato sapere ma l’esempio è lì, reale e limpido. Loro oltre che eleggere ogni 4 anni il loro parlamento, perfettamente bicamerale, votano su singole questioni tre quattro volte ogni anno. Viene fatta manutenzione alla democrazia rappresentativa con regolarità grazie a continue consultazioni Popolari.
Che ne pensate?
In Svizzera e negli USA, oltre ad avere la possibilità di intervenire direttamente con iniziative e referendum il popolo può scegliere i propri rappresentanti ogni 4 anni, in realtà nel caso degli States ogni 2 visto che dovremmo considerare le elezioni di midterm. A mio avviso 5 anni sono un’infinità, ulteriormente accentuata per il fatto di non poter intervenire nel processo legislativo con strumenti di democrazia diretta
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