Il Consiglio provinciale di Bolzano approva la mozione per portare l’educazione civica nelle scuole superiori

educazione civica responsabilita socialeLa provincia di Bolzano punta sulla strumento educativo per costruire una cittadinanza vigile e attiva scegliendo di percorrere una strada opposta a quella tracciata dal presidente della giunta trentina Rossi. Lo fa su indirizzo dell’assemblea legislativa, la quale, il 2 dicembre scorso, ha approvato una mozione presentata dal consigliere Paul Köllensperger con 32 voti favorevoli e solo 2 astenuti.

Qui il testo della mozione 394/2015:

Introduzione della materia di educazione civica e politica nelle scuole superiori nella Provincia autonoma dell’Alto Adige

Una cittadinanza vigile e consapevole è il fondamento di una democrazia in salute. L’introduzione di una materia quale “educazione civica e politica” va esattamente in questa direzione: avvicinare i più giovani ai fondamenti della politica, del diritto pubblico e costituzionale, dell’economia per aiutarli a crescere cittadini attivi, responsabili e con un forte senso civico.

I dati parlano molto chiaro: da anni ormai l’affluenza alle elezioni di ogni grado è in calo e l’astensionismo è diffuso soprattutto tra i giovani. Le cause vanno cercate anche in una superficiale percezione dell’importanza della democrazia e delle sue istituzioni. Per avvicinare i giovani alla politica e introdurli alla sua complessità e per trasmettere la consapevolezza che la politica scrive le regole che condizionano le nostre vite, la scuola e all’interno di essa l’insegnamento dell’educazione civica, resta la via maestra.

La conoscenza delle istituzioni, partendo da quelle internazionali come l’ONU e l’Unione europea, a quelle nazionali e soprattutto locali, come la propria regione, provincia e il comune in cui si abita, accresce la capacità dei giovani cittadini di orientarsi in un mondo complesso fatto di norme, diritti e doveri. Sia in Italia che in Alto Adige le lacune in quest’ambito sono molto evidenti. Di fatto “educazione civica e politica” non esiste in quanto materia scolastica e anzi la riforma Gelmini, riducendo pesantemente la materia “diritto ed economia” che ne rispecchiava i contenuti pressoché in ogni ordine di scuola superiore, ne ha minato la base su cui costruire un percorso di apprendimento permanente ai sensi anche della raccomandazione di cui sopra.

Questa necessità appare ancora più impellente se riferita alla raccomandazione 962 del Parlamento europeo e del Consiglio europeo del 2006 inerenti le competenze chiave dell’apprendimento permanente. “La competenza civica e in particolare la conoscenza di concetti e strutture sociopolitiche (democrazia, giustizia, uguaglianza, cittadinanza e diritti civili) dota le persone degli strumenti per impegnarsi a una partecipazione attiva e democratica”, vi si legge. Sempre nella stessa raccomandazione 962 si sostiene che tale insegnamento sia necessario per “comprendere le dimensioni multiculturali e socioeconomiche delle società europee e il modo in cui l’identità culturale nazionale interagisce con l’identità europea”.

I risvolti negativi della mancata introduzione degli studenti agli strumenti dell’agire politico, sono stati evidenziati da uno studio pubblicato nel 2012 dall’Eurydice (l’Agenzia esecutiva per l’istruzione, gli audiovisivi e la cultura). Secondo lo studio Eurydice in Italia, nell’ambito dell’area interdisciplinare “Cittadinanza e Costituzione” lanciata nel 2008 e attualmente in corso, tutti gli insegnanti dovrebbero includere obiettivi legati alla cittadinanza e alla Costituzione nell’insegnamento della loro materia o area tematica. Dovrebbero inoltre realizzare progetti didattici mirati all’approfondimento della conoscenza della Costituzione italiana da parte degli alunni e allo sviluppo dei valori della cittadinanza attiva. La definizione molto vaga dei concetti e il fatto che non vi sia un’indicazione sulle ore di lezione o sull’insegnante specifico a cui è affidata la disciplina, ne fa un’area didattica pressoché ignorata e scarsamente insegnata con continuità e coordinamento. Nella maggior parte dei casi, i contenuti dell’area interdisciplinare “Cittadinanza e Costituzione” – qualora sia prevista – rientrano nell’ambito dell’offerta formativa della materia storia-geografia, dove però prevalgono soprattutto gli aspetti meramente cronologici.

Ma quale sarebbe il contenuto dell’area interdisciplinare “Cittadinanza e Costituzione”? L’obiettivo sarebbe quello di creare legami tra la scuola e la sfera civile, politica e sociale, indicati dalla legge 23 novembre 2012, n. 222. Si tratta però di un’area trasversale e non a sé stante e l’oggetto di studio di fatto comprende l’approfondimento di temi quali il pronto soccorso, l’educazione stradale e l’educazione ambientale.

Il più recente disegno di legge n. 2994 del 27 marzo 2015, meglio noto come legge sulla “Buona Scuola”, prevede al suo interno più autonomia alle scuole e il rafforzamento delle materie di diritto ed economia. Il terzo comma, lettera d), dell’articolo 2 recita: “Il comma definisce una cornice di obiettivi nazionali che le scuole sono tenute a osservare nella determinazione del proprio fabbisogno e nella definizione della programmazione dell’offerta formativa. Gli obiettivi sono finalizzati a garantire una serie di competenze, di conoscenze e di stili di apprendimento degli studenti quali: potenziamento delle conoscenze e delle competenze in materia di diritto e di economia, inclusa la conoscenza dei principi e delle azioni di cittadinanza attiva; sviluppare competenze di cittadinanza attiva e democratica attraverso la valorizzazione dell’educazione interculturale e alla pace per il rispetto delle differenze e il dialogo tra le culture; sostenere l’assunzione di responsabilità nonché la solidarietà e cura dei beni comuni e la consapevolezza dei diritti e dei doveri; potenziamento delle conoscenze in materia di diritto e di economia, di alfabetizzazione economico-finanziaria, di educazione all’autoimprenditorialità.”

La stessa bozza di riforma, attualmente in discussione nella Camera dei Deputati, prevede che siano potenziati gli insegnamenti giuridici ed economico-finanziari, insieme all’educazione all’auto-imprenditorialità. L’educazione civica ritorna centrale per l’educazione alla pace, al rispetto e al dialogo tra le culture. All’interno vi sono anche accenni anche alla conoscenza dei diritti e dei doveri, nonché della tutela dei beni comuni.

Ciò premesso,

il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano impegna la Giunta provinciale:

1. a incaricare un istituto di ricerca super partes, in collaborazione con l’Intendenza scolastica e la Libera Università di Bolzano, di fare uno studio per valutare la situazione attuale riguardo l’insegnamento dell’educazione civica e politica nelle scuole in Alto Adige;

2. presentare i dati raccolti in questo studio nel corso di un incontro pubblico, proponendo anche un paragone con altri Paesi quali, ad esempio, Austria, Svizzera e Germania;

3. alla luce anche dei risultati di cui sopra intervenire a favore di una reintroduzione, ai sensi delle indicazioni normative esistenti, della materia di diritto ed economia come disciplina base per l’apprendimento permanente dell’educazione civica e politica che comprenda gli elementi necessari per una comprensione multidisciplinare delle complesse dinamiche politiche, economiche, sociali.

Qui la cronaca della discussione a cura dell’ufficio stampa del Consiglio provinciale di Bolzano (2 dicembre 2015):

Paul Köllensperger (Movimento 5 stelle) ha quindi presentato la mozione n. 394/15: Introduzione della materia di educazione civica e politica nelle scuole superiori nella Provincia Autonoma dell’Alto Adige. Sottolineando come una cittadinanza vigile e consapevole è il fondamento di una democrazia in salute, e che avvicinare i giovani ai fondamenti della politica, del diritto pubblico, e costituzionale, dell’economia li aiuta a diventare cittadini attivi e responsabili, che la raccomandazione 962 del parlamento europeo del 2006 sostiene che la competenza civica e la conoscenza di strutture e concetti sociopolitici dota le persone di strumenti per impegnarsi a una partecipazione attiva e democratica, nonché che la legge sulla “Buona scuola” prevede più autonomia alle scuole e il rafforzamento delle materie di diritto ed economia, il consigliere chiedeva (1) di incaricare un istituto di ricerca super partes, in collaborazione Intendenza scolastica e LUB, di fare uno studio per valutare la situazione attuale riguardo l’insegnamento dell’educazione civica e politica nelle scuole in Alto Adige; (2) di  presentare i dati raccolti in questo studio nel corso di un incontro pubblico, proponendo anche un paragone con altri Paesi quali, ad esempio, Austria, Svizzera e Germania; (3 – emendato) di adoperarsi per rafforzare le competenze in materia di educazione civica e politica, uso dei media e partecipazione, e a presentare le misure necessarie a questo scopo anche nell’ambito di una revisione delle indicazioni provinciali.
Brigitte Foppa (Gruppo Verde) ha annunciato l’appoggio del suo gruppo, che da sempre sostiene la partecipazione attiva e la democrazia diretta. L’educazione civica a scuola non c’è più, se non in forma opzionale, se non, paradossalmente, nelle scuole materne, dove ogni mattina si fa il cosiddettoMorgenkreis in cui i bambini prendono parola: essa va rafforzata. Secondo Bernhard Zimmerhofer (Süd-Tiroler Freiheit), la mozione é interessante: é importante avere cittadini informati e interessati alla politica, anche perché attualmente c’è un grande deficit di conoscenza. Egli ha quindi sottolineato l’importanza di introdurre opportunità di democrazia diretta, in modo da non lasciare ai cittadini un’unica opportunità di decidere ogni 5 anni. In Isvizzera i cittadini, abituati a partecipare,  hanno una grande formazione politica. Secondo Dieter Steger (SVP) é importante favorire la partecipazione elettorale e valutare le conoscenze della popolazione in termini di istituzioni democratiche, perché questo é segno di una democrazia sana. La disaffezione alla politica causa l’avvicinamento a figure forti, e questo è pericoloso. È importante discutere di questi temi sia nelle famiglie che a scuola. La mozione va nella direzione giusta: é importante rilevare lo status quo e inserire le materie previste nelle cuole: “Il punto (3) é formulato in maniera perfetta”. Pius Leitner (Die Freiheitlichen) ha sostenuto la proposta ma invitato anche a introdurre come materia la storia dell’Autonomia, che molti nuovi politici non conoscono. La scuola ha il compito di educare dei cittadini responsabili, e ci si rammarica della disaffezione alla politica: questo succede quando mancano certe conoscenze, anche su come si vota. Forse i punti (1) e (2) non sono nemmeno necessari, si sa che esiste un deficit. Secondo Sigmar Stocker (Die Freiheitlichen), la mozione è importante: se infatti c’è una riduzione della partecipazione elettorale, in futuro ci sarà anche un calo dal punto di vista della partecipazione alla politica attiva, come candidati. Positivo é il riferimento all’uso dei media, che bisogna imparare a utilizzare per farsi un’idea obiettiva degli eventi. Importante é però fare in modo che le informazioni trasmesse siano neutrali. Sven Knoll (Süd-Tiroler Freiheit) ha evidenziato che i cittadini vengono ritenuti bravi se non intervengono e problematici se protestano, e aggiunto che é giusto che i giovani sappiano di più sul sistema democratico. Attualmente, giovani che si impegnano in politica nella scuola vengono criticati, e ci sono insegnanti che criticano certe iniziative come indossare magliette con la scritta “Dem Land Tirol die Treue”. Quindi i dubbi sulla obiettività delle informazioni, sollevati da Sigmar Stocker, sono giusti. Knoll ha rilevato anche che pochissime persone conoscono l’Euregio, che potrebbe far parte delle materie di studio, e che nei Paesi nordici ci sono festeggiamenti per i neo maggiorenni con manifestazioni ad hoc e l’omaggio di libri, che si potrebbero riprendere anche in provincia. Maria Hochgruber Kuenzer (SVP) ha chiarito che l’Ufficio di presidenza del Consiglio, di cui fa parte, si occupa di fare una breve illustrazione dlel’istituzione alle classi in visita, e che personalmente invita i ragazzi a fare uso del loro diritto elettorale, che non é una cosa ovvia. Alcune classi arrivano molto preparate, altre meno. L’interesse politico deve essere destato, non c’é naturalmente, e se non si trasmettono i valori della democrazia tramite l’educazione civica, altri valori di affermeranno. Secondo Andreas Pöder(BürgerUnion-Südtirol-Ladinien) la proposta é positiva, ma il problema é che generazioni di docenti di sinistra hanno promosso una sorta di indottrinamento, mancando tra l’altro di fornire informazioni fondamentali, come la differenza tra Consiglio e Giunta. Quanto riguarda la Heimat é stato presentato come posizione di destra. Ai bambini, che devono essere educati alla democrazia, si dovrebbero poter presentare tutti i partiti, senza timore di dimostrare che ci sono posizioni e partiti diversi.

Il dibattito prosegue nel pomeriggio, a partire dalle 14.30.

È ripresa nel pomeriggio di oggi la discussione (avviata questa mattina) della mozione n. 394/15, Introduzione della materia di educazione civica e politica nelle scuole superiori nella Provincia Autonoma dell’Alto Adige, con cui Paul Köllensperger (Movimento 5 stelle) chiedeva (1) di incaricare un istituto di ricerca super partes, in collaborazione Intendenza scolastica e LUB, di fare uno studio per valutare la situazione attuale riguardo l’insegnamento dell’educazione civica e politica nelle scuole in Alto Adige; (2) di  presentare i dati raccolti in questo studio nel corso di un incontro pubblico, proponendo anche un paragone con altri Paesi quali, ad esempio, Austria, Svizzera e Germania; (3 – emendato) di adoperarsi per rafforzare le competenze in materia di educazione civica e politica, uso dei media e partecipazione, e a presentare le misure necessarie a questo scopo anche nell’ambito di una revisione delle indicazioni provinciali.
Ulli Mair (Die Freiheitlichen) ha appoggiato la mozione, compresa la parte (3) emendata, ha chiesto però di inserire la storia, geografia, cultura e dei costumi della provincia (Landeskunde), utile anche per i giovani nuovi concittadini, per capire che la democrazia non é fatta solo di diritti ma anche di obblighi.  In Germania vengono fatte anche domande specifiche sulla storia del Land. Secondo Oswald Schiefer (SVP), queste materie sono importanti per la comunità. Gli eventi di celebrazione dell’entrata nella maggiore etá, citati da Knoll, ci sono da anni in Bassa Atesina, e proprio in questa occasione egli ha notato come é difficile avvicinare i giovani a questi temi. Questi eventi per i giovani si tengono però solo in alcuni comuni, non in tutta la provincia.Alessandro Urzì (L’Alto Adige nel cuore) ha chiesto votazione separata di premesse e parte deliberante, perché altrimenti sarebbe necessario andare a indagare le cause della situazione. Quanto previsto nella parte deliberante é invece sostenibile. Egli ha chiesto però di fare attenzione ad evitare  condizionamenti da parte di chi propone l’educazione politica.
L’ass. Philipp Achammer ha annunciato appoggio alla parte dispositiva emendata. Il comma 3 originario (reintroduzione di diritto ed economia come disciplina di base per l’apprendimento dell’educazione civica e politica) non era condivisibile, perché il Governo Berlusconi con la ministra Gelmini ha abolito questa materia di insegnamento. nelle scuole secondarie si é già promosso l’insegnamento interdisciplinare di questa materia. In primavera la legge sulla scuola andrà di nuovo rielaborata per adattarla alla nuova norma statale. Non si può, comunque, delegare tutto alla scuola; la parte dispositiva si può accettare, compreso il riferimento a uno studio. In quanto alla Landeskunde, si può essere d’accordo, così come é giusto prevedere una collaborazione con attori al di fuori del mondo scolastico. Non bisogna solo trasmettere conoscenze, ma soprattutto i valori comuni. Achammer ha poi segnalato che a livello statale, in riferimento alle misure di integrazione, si parla solo di lingua italiana, e la Provincia ha chiesto di considerare anche il bilinguismo. L’ass. Christian Tommasini ha sottolineato come il tema della cittadinanza attiva e dell’educazione civica é uno di quelli di cui ci si sta preoccupando. In occasione dell’ultima riforma nazionale in provincia si é cercato di mantenere le materie diritto ed economia, proprio ritenendole materie importanti, esi sta lavorando sulle materie cittadinanza e costituzione fin dalle elementari, con interventi e competenze trasversali, compreso l’ambito extrascolastico. tramite esperti si é cercato anche di trasmettere i valori della Costituzione. Anche l’ass. Florian Mussner ha fatto riferimento alla promozione di materie interdisciplinari, da preferire all’introduzione di nuove materie in aggiunta alle già numerose esistenti. Con l’aggiunta di un riferimento alle strutture extrascolastiche, respinte le premesse con 10 sì, 19 no e 3 astensioni, la parte deliberante della mozione é stata approvata con 31 sí e 2 astensioni.

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