Riforme: l’Olanda ci dimostra che è possibile

Den_Haag_BinnenhofMentre l’Italia procede sulla strada del centralismo e della demagogia partitocratica, il 15 aprile scorso il Senato dei Paesi Bassi ha approvato una nuova legge sui referendum. Entro la fine del 2014, 300mila cittadini potranno richiedere un referendum confermativo non vincolante su leggi e trattati, inclusi quelli sull’Unione Europea e sul commercio internazionale (es. TTIP). Le uniche materie escluse riguardano la Costituzione, la monarchia e il bilancio consuntivo e previsionale mentre il popolo potrà esprimersi su imposte, tasse, salute pubblica, politiche immigratorie e misure per contrastare la crisi economica. Ovviamente, in linea con le raccomandazioni del Consiglio d’Europa, non è previsto alcun quorum di partecipazione allo scopo di evitare boicottaggi e manipolazioni e per favorire il dibattito pubblico e il coinvolgimento dei cittadini.

direct-democracyL’innovativa norma che ha permesso il rafforzamento dei diritti politici degli olandesi è frutto del lavoro di Referendum Platform, il cui portavoce è Arjen Nijeboer, autore insieme a Jos Verhulst della pubblicazione Democrazia Diretta – Fatti ed argomenti sull’introduzione dell’Iniziativa e dei Referendum, la stessa che il comitato di Più Democrazia in Trentino ha allegato al disegno di legge di iniziativa popolare  XV/1 (ex XIV/328).

Una ricerca condotta dal team di lavoro coordinato da Nijeboer ha dimostrato che i politici, nella quasi totalità dei casi, rispettano il risultato dei referendum consultivi se un’affluenza significativa viene raggiunta. Per questa ragione è stata trovata una convergenza con i partiti per un referendum dall’esito non-vincolante che però consente ai cittadini di esprimersi su tutte le materie. Ad esempio, tale soluzione ha permesso al partito degli anziani 50plus di attivarsi fin da subito per promuovere una votazione popolare finalizzata a contrastare l’erosione del potere d’acquisto delle pensioni statali.

La nuova legge olandese ottempera inoltre ad altre due raccomandazioni individuate dalla Commissione di Venezia e da sempre disattese dall’Italia. La prima è per introdurre misure volte a garantire una corretta informazione istituzionale e le seconda è per semplificare le procedure di raccolta delle firme. Da una parte, una commissione indipendente sarà incaricata di assicurare ai cittadini le pari opportunità di accesso all’informazione. Il budget a disposizione potrà raggiungere un massimo di 2 milioni di euro per ogni consultazione e dovrà essere ripartito in parti uguali ai soggetti che rispettivamente sostengono e si oppongono alla proposta referendaria. Dall’altra, per quanto concerne le firme, tutti i cittadini potranno raccoglierle liberamente per strada mentre il Governo si è impegnato a completare l’implementazione di un sistema informatico per la raccolta online della firma digitale.

Infine, la legge consente anche la decretazione d’urgenza, ovvero la possibilità di far entrare in vigore determinati atti legislativi subito dopo l’approvazione parlamentare. Tuttavia, i cittadini conserveranno il diritto di richiedere un referendum confermativo non-vincolante anche su tali provvedimenti. Così facendo, i partiti di maggioranza saranno obbligati a non abusare di un simile strumento per non veder successivamente invalidati gli effetti di forzature legislative non condivise dalla volontà popolare.

La legge in questione è solo il passo più recente del cammino per più democrazia intrapreso dal popolo olandese. Gli italiani, invece, sono ancora ostaggio dei partiti e della burocrazia e il primo passo tarda ad arrivare. L’eccezione italiana potrebbe però essere rappresentata dal Trentino, dove, entro luglio il Consiglio provinciale si pronuncerà sull’iniziativa popolare per adeguare gli strumenti di democrazia diretta previsti dalla legge del 2003 ed introdurne di nuovi. Fra due mesi sapremo quindi se questa opportunità sarà colta, valorizzando l’ampia potestà legislativa concessa alla provincia di Trento, o rinviata al futuro come il resto delle riforme necessarie per permettere una sana evoluzione democratica.

Intervento pubblicato sul Corriere del Trentino il 3 maggio ’14:
Scommessa democratica_Corriere del Trentino

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2 pensieri su “Riforme: l’Olanda ci dimostra che è possibile

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